Imparare la lingua locale aiuta a sentirsi a casa

Da Minsk a Fiume: l’ingegnere informatico Nikita Klimenko racconta la vita da nomade digitale tra Italia e Croazia

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Imparare la lingua locale aiuta a sentirsi a casa
Nikita Klimenko. Foto: Album privato di Nikita Klimenko

La Croazia, tra le destinazioni turistiche più popolari al mondo, attrae ogni anno milioni di visitatori da differenti Paesi, in particolar modo durante il periodo estivo, essendo uno dei luoghi più acclamati per le vacanze. Con lo scoppio della pandemia di Covid-19 e con la diffusione del lavoro da remoto, oltre a mantenere la propria caratteristica di meta turistica, è divenuta anche un’ambita destinazione per i tanti lavoratori che, potendo svolgere il proprio impiego da qualsiasi luogo, decidono di stabilirsi sulla costa adriatica. Anche Fiume rientra tra le numerose città croate che ospitano nomadi digitali da ogni parte del mondo, i quali sfruttano l’opportunità di lavorare da remoto per stabilirsi nel capoluogo quarnerino. Alcuni vi trascorrono più tempo, altri meno, ma a prescindere dalla durata della permanenza in città, Fiume lascia un ricordo indelebile a tutti coloro che vi hanno vissuto.
Prima destinazione: l’Italia
Tra i tanti che hanno scelto Fiume come città ospitante c’è Nikita Klimenko, un giovane ingegnere informatico originario di Minsk, che recentemente ha lasciato il capoluogo quarnerino, dopo una permanenza durata qualche mese, per proseguire a Zagabria la sua esperienza da nomade digitale. L’idea di lasciare la Bielorussia per vivere nuove avventure in giro per l’Europa è venuta a Nikita a seguito dello scoppio della pandemia. Nel 2021 ha provato per la prima volta a combinare lavoro a distanza e viaggi, unendo così l’utile al dilettevole. La sua prima avventura da nomade digitale l’ha vissuta in Italia, Paese in cui ha trascorso poco più di due mesi. Dopo questa prima breve ma intensa esperienza, Nikita ha fatto rientro nella sua città natale, ma a seguito dell’invasione russa in Ucraina ha cambiato nuovamente i suoi piani. Il terribile conflitto in atto gli ha fatto maturare la decisione di lasciare Minsk, la sua città d’origine, divenuta purtroppo un luogo poco sicuro. “Stavo cercando una residenza temporanea in un Paese dell’Unione europea. Alla fine la mia scelta è stata la Croazia in quanto risultava l’opzione più in linea con le mie esigenze, per il clima, la lingua, il costo della vita, le persone e la normativa fiscale”, spiega Nikita.
Uscire dalla zona di comfort
Vivere all’estero offre l’opportunità di immergersi in nuove culture, conoscere persone di nazionalità diverse, ma anche approfondire e perfezionare la conoscenza di lingue straniere, tutti aspetti che catturano l’attenzione di Nikita e che lo spingono a viaggiare e a uscire dalla sua zona di comfort. Durante questo lungo periodo trascorso in Croazia, Nikita ha avuto modo di conoscere a fondo il Paese che lo ha accolto fin dal primo momento, scoprendo sia i suoi lati positivi che quelli negativi. “Ciò che mi piace di più della Croazia sono i suoi abitanti e la cultura. Ma ovviamente anche i paesaggi naturali e il clima mi hanno convinto a trasferirmi qui”, dice. “Apprezzo molto il costo della vita accessibile, la posizione geografica del Paese che consente di spostarsi con facilità e visitare tanti posti nuovi, la lingua croata e il fatto che la maggior parte delle persone sia in grado di comunicare perfettamente in inglese”, aggiunge Nikita. Non mancano però alcuni aspetti negativi, tra i quali Nikita menziona la dipendenza dal fumo e la possibilità di fumare anche all’interno dei locali.
Libertà di scelta
A Fiume, e in Croazia in generale, Nikita non si sente un estraneo. L’accoglienza è stata molto positiva fin da subito, a tal punto da farlo sentire una persona del luogo. Pur essendo originario di un Paese a tanti chilometri di distanza, non si definisce un nomade vero e proprio. “Vivo la mia situazione da un altro punto di vista. Mi piace l’idea di essere flessibile con il mio lavoro e di avere la possibilità di cambiare Paese e città quando e come preferisco. Posso sfruttare questa opportunità di lavorare a distanza per continuare a cercare il posto perfetto in cui stabilirmi in futuro”, racconta. Dopo un lungo periodo trascorso lontano da casa, Nikita ha avuto modo di imparare delle importanti lezioni su questo nuovo stile di vita che ha adottato. “Nei lunghi mesi lontano da casa ho fatto tesoro di molti insegnamenti, che potrebbero essere utili anche a chi un domani deciderà di intraprendere questo stesso stile di vita. “Imparare la lingua locale è sempre un bene; è essenziale per sentirsi parte del posto. È consigliabile – fa presente – pianificare tutto in anticipo e avere sempre un piano B, per ridurre al minimo il livello di stress. Infine, è importante anche aiutare a sviluppare la comunità dei nomadi digitali nel luogo in cui ci si stabilisce”.
Consigli utili
Inoltre, Nikita consiglia ai futuri nomadi digitali, o a chiunque decida di lasciare il proprio Paese per iniziare una nuova avventura altrove, di comportarsi sempre con dignità perché “siete il volto del vostro Paese”, precisa. La distanza può pesare, soprattutto se non si hanno molte occasioni per tornare con frequenza dai propri cari nella città d’origine. Per questa ragione Nikita manda un importante messaggio a chi lascia il proprio luogo di natale: “Non dimenticatevi della vostra famiglia e dei vostri amici”. Sebbene si dica felice e sia contento della qualità dello stile di vita in Croazia, Nikita non nasconde gli manchi la sua Minsk, in particolar modo la sua famiglia, i suoi amici e i legami che, inevitabilmente, il tempo e la distanza affievoliscono piano piano. Anche per questo motivo, a chi ha in programma di intraprendere questo avventuroso stile di vita Nikita suggerisce di essere prima di tutto autosufficiente, indipendente e aperto alle sfide. “Si può imparare tutto con il tempo e con l’esperienza”, afferma. Nikita attualmente vive a Zagabria e, nonostante si sia trasferito nella capitale croata, confida di avere ancora profondi legami con gli amici conosciuti durante la sua permanenza a Fiume, grazie anche alla rete di nomadi digitali che si è creata nel capoluogo quarnerino e che ha permesso agli “ospiti” della città di conoscersi, confrontarsi e fare amicizia. Nei suoi piani futuri ha in programma di continuare a viaggiare e magari un giorno tornare in Italia, per proseguire dal Belpaese la sua avventura da nomade digitale.

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