Turisti in arrivo, lavori a ritmo incalzante

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Turisti in arrivo, lavori a ritmo incalzante

Il tempo stringe, bisogna spicciarsi. Pasqua è alle porte, i turisti stranieri in arrivo. A dire il vero quelli provenienti dall’Estremo Oriente sono già in circolazione: essendo primi in tutto, sono primi anche nell’occupare alberghi e ristoranti. Coreani e giapponesi giudicano la nostra “bassa” stagione il momento migliore per viaggiare, ma in occasione della Pasqua si riverseranno in città anche fiumi di tedeschi, italiani, austriaci e sloveni. Il cantiere della “serpentina” (Clivo Marijan Rotar), che sfiora l’anfiteatro romano, è in fermento: i muretti di cinta sono stati ricostruiti ex novo, le scale che salgono la china verso la Chiesa di Sant’Antonio pure, l’entrata laterale dell’Arena è stata chiusa, la massicciata della serpentina pressata, le aiuole delineate. Il cemento cola a fiotti sul tratto del marciapiede demolito in vista dell’opera di riqualifica: gli operai edili lo stanno livellando usando delle comunissime tavole di legno e poi ci passano l’acqua fredda affinché la miscela non secchi precocemente e il caldo non provochi screpolature sul manto asciutto. Nel frattempo i camion hanno scaricato nel cantiere terriccio in abbondanza per le future aiuole.
La serpentina resterà appunto una serpentina, e cioè quel percorso pedonale con piccoli tornanti che unisce via Flavia e via Scalier, vale a dire il Ninfeo e la piazzetta Drio la Rena, la parte bassa e la parte alta dell’anfiteatro romano. Il progetto di recupero rispetta le forme del passato perché così hanno stabilito il Museo archeologico istriano e la Soprintendenza ai beni culturali. I materiali, tuttavia, sono diversi, e la scelta in questo caso rispetta i tempi che corrono. Le “terrazze” delle aree verdi sono delimitate da lamiere in acciaio Corten, l’acciaio resistente alla corrosione atmosferica che per assurdo presenta proprio un colore uguale a quello della ruggine. Il Corten riduce al minimo i costi di manutenzione perché eccezionalmente resistente ai graffi, alle scheggiature, ai processi di ossidazione e corrosione. Non per niente lo stanno usando anche nell’insenatura di San Giovanni per scopi analoghi, e cioè per il terrazzamento e la definizione delle aree d’esposizione delle sculture sul terreno scosceso che dal parcheggio di Verudella scende in spiaggia.
Ritornando al Clivo Marijan Rotar, l’opera di recupero è servita anche per chiudere una delle entrate all’anfiteatro, quella laterale, caratteristica per le code al cancello in attesa di spettacoli e concerti di grido. La “serpentina” d’ora in poi sarà soltanto un raccordo elegante, l’anticamera coltivata a fiori dell’anfiteatro e naturalmente la scorciatoia più breve per raggiungere in fretta le vie Scalier, Stiglich e Rakovac. Un raccordo senza cipressi che intralcino la visuale sul più bello tra i resti di Roma antica in città e in Istria.

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