Santa Caterina e Monumenti. Ennesima proroga per gli investitori

La Kermas Istra fondata da Danko Končar ha ottenuto il placet del governo per il rinvio del pagamento degli obblighi derivanti dal contratto di concessione

0
Santa Caterina e Monumenti. Ennesima proroga per gli investitori

Chi ha tempo non spetti tempo, ma se il tempo non basta, si ricorre alle proroghe. E il tempo non basta mai, per definizione. La società Kermas Istra fondata da Danko Končar per costruire e gestire un porto nautico con albergo e rimessaggio in zona Santa Caterina – Monumenti, nel braccio settentrionale del bacino portuale polese, ha chiesto e ottenuto dal governo l’ennesima proroga degli obblighi derivanti dal contratto di concessione. I motivi sono riconducibili a due problemi essenziali: la questione della proprietà fondiaria e l’emergenza Covid che influisce sensibilmente sul settore nautico. Tre i rinvii richiesti: uno per i 138 ormeggi in mare di Santa Caterina fino al 31 dicembre 2022, un altro per i 262 ormeggi in mare e altri 42 a terra fino al 31 gennaio 2022 e un terzo per le zone non marittime della concessione demaniale fino al 31 dicembre del 2023.

Il render del porto nautico in costruzione

Disposizioni opposte

I motivi, si diceva, sono in larga parte riconducibili a problemi fondiari. La società è formalmente entrata in possesso solo del 22 per cento della superficie oggetto della concessione, per cui il 78 per cento le rimane di fatto inaccessibile. Il motivo è arcinoto: avendo la Soprintendenza ai beni culturali categorizzato l’intera zona alla stregua di bene culturale, non è stato ancora possibile realizzare i diritti di superficie e di passaggio sui beni immobili appartenenti quanto alla Repubblica tanto alla Città di Pola. In realtà la questione è semplice: due disposizioni governative sono diametralmente opposte. La concessione cozza contro la decisione della Soprintendenza e quella della Soprintendenza fa a pugni contro la concessione. Come se non bastasse, la società concessionaria risulta essere anche la vittima collaterale di una causa giudiziaria tra la Repubblica e i querelati Anđela Moras, Roberta Moras e Dean Šafaradin. In attesa di giudizio, alla società Kermas Istra è negato l’accesso ai beni relativi al Porto 2 (Luka 2) indispensabili per la costruzione di una strada d’accesso al futuro porto nautico.

Ormeggi minori

Preso atto della situazione, il governo ha provveduto a sospendere gli obblighi della società concessionaria per tutte e tre le zone oggetto di concessione (il Porto nautico Santa Caterina nei comuni catastali di Pola e Stignano, e il Porto 2 nel Comune catastale di Stignano e l’intera area non portuale) fino all’entrata in possesso della totalità delle superfici e delle costruzioni. Ora però, la mancata fruizione dei beni immobili contesi costerà alla società Kermas Istra una sensibile riduzione degli utili pianificati. Nell’impossibilità di gestire i 1.000 posti barca al rimessaggio e altri 150 ormeggi in mare, il concessionario ricaverà non più del 20 per cento degli introiti ante oneri finanziari (EBITD). Il governo accorda dunque alla Kermas Istra le dilazioni richieste. Un’ultima modifica ai contratti di concessione riguarda la natura stessa (e non il numero) degli ormeggi per Santa Caterina. Si dà il caso che la pandemia abbia provocato un calo decisivo della domanda per i posti barca delle massime dimensioni, e aumentato invece la domanda per quelli ridotti. La società di Končar chiede dunque di poter predisporre ormeggi minori senza aumentarne il numero e comunque soltanto fino alla normalizzazione del mercato nautico. Quanto al recupero della caserma in funzione di albergo, la società continua a onorare gli obblighi del contratto di concessione nonostante le difficoltà economiche legate alla crisi economica scatenata dalla pandemia.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display