Salvare una vita è il premio più bello

Marko Jakšić, Boris Sabadoš ed Emil Maružin agenti della Polizia marittima e di frontiera aerea della Questura istriana hanno preso parte di recente al salvataggio di un peschereccio che aveva preso fuoco nell’insenatura di Salvore con due uomini a bordo

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Salvare una vita è il premio più bello

Lusinghiero riconoscimento quello ottenuto da Marko Jakšić, Boris Sabadoš ed Emil Maružin, agenti della Polizia marittima e di frontiera aerea della Questura istriana. I tre sono stati premiati alla 57.esima edizione del “Nastro blu” del Vjesnik. Alla cerimonia, svoltasi di recente ad Abbazia, in occasione della Festa di San Nicolò, protettore dei marinai, hanno preso parte Jakšić e Sabadoš, mentre Maružin era assente per malattia. Questo tradizionale riconoscimento viene conferito ai marinai che si sono distinti per il proprio coraggio nei salvataggi in mare. Il capo macchine Jakšić, il marinaio Sabadoš e il comandante della motovedetta Maružin, il 14 ottobre scorso nell’insenatura di Salvore hanno tratto in salvo due pescatori, il cui peschereccio aveva preso fuoco. Dell’incidente nel quale non ci sono state vittime ed è stato evitato l’inquinamento del mare, abbiamo parlato con Jakšić, in forza nel Settore dal 2009 e Sabadoš, nelle forze dell’ordine dal 2015 e negli ultimi due anni e mezzo nella Polizia marittima, mentre Maružin è tuttora fuori servizio per malattia. La Polizia marittima della Questura istriana, hanno puntualizzato gli agenti, ha sede a Pola, però controlla tutta la costa istriana.

 

“Noi siamo di stanza nella zona di Salvore – così gli interlocutori – e quindi salpiamo quotidianamente per raggiungere la nostra posizione nelle vicinanze del confine sloveno”. Veniamo al dunque, ossia come si è sviluppato il salvataggio.

Marko Jakšić e Boris Sabadoš

Salvataggio in extremis

“Nel corso del consueto pattugliamento – così i poliziotti –, abbiamo individuato un’imbarcazione dalla quale proveniva del fumo nero ed era distante da noi circa 700 metri. Immediatamente ci siamo avvicinati e abbiamo visto un peschereccio di 8 metri che stava bruciando. Nel frattempo le fiamme si erano propagate e i due pescatori che si trovavano a bordo, due fratelli, con un estintore cercavano invano di spegnere il rogo. Non potendo far altro, si erano sistemati sulla prua in attesa dell’arrivo dei soccorsi. In pratica siamo giunti all’ultimo momento per farli imbarcare sulla nostra motovedetta.

“Erano sconvolti – hanno continuato Jakšić e Sabadoš – e in evidente stato di shock, tanto che non avevano saputo attivare l’estintore che gli avevamo consegnato per sedare il fuoco. Inoltre, presumiamo che quello che si trovava sul peschereccio sia esploso. Infine abbiamo trasportato i pescatori sulla terraferma. A parte il fumo inalato si trovavano in buone condizioni, tanto che hanno rifiutato il ricovero in ospedale”.

Un’immagine dell’opera di salvataggio

Fieri di quanto fatto

Il peschereccio intanto, grazie all’aiuto dei pescatori della zona, è stato rimorchiato in un luogo sicuro sulla costa per evitare il propagarsi delle fiamme. Stando agli agenti, le cause che hanno provocato l’incendio sull’imbarcazione sarebbero dovute a un guasto meccanico al motore. Per questi due eroici poliziotti si tratta del più grave incidente che li ha visti coinvolti sinora in mare. A ogni modo sono molto numerosi gli interventi per soccorrere le persone, dovuti per la maggior parte al maltempo. Stavolta, tutto sommato, è andata bene e gli agenti si sono meritati il riconoscimento.

“Non ce l’aspettavamo – hanno aggiunto Jakšić e Sabadoš –. Il coraggio è una delle più grandi doti e andiamo fieri di quanto fatto. Sicuramente lo saremo ancora di più con il passare del tempo. Non avevamo paura nel corso dell’operazione, eccezion fatta nel momento dello scoppio dell’estintore dei pescatori, che ci ha un po’ sorpresi. Infine, il padre dei due pescatori coinvolti ci ha ringraziato e ciò ci ha reso ancora più orgogliosi”, hanno concluso Jakšić e Sabadoš.

Lo spegnimento del fuoco sul peschereccio una volta a Riva

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