Rifiuti: Differenziare non è inutile. Chi non lo fa vanifica gli sforzi dei più

Per il vicesindaco, Bruno Cergnul, sarebbe questione di scarsa conoscenza

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Rifiuti: Differenziare non è inutile. Chi non lo fa vanifica gli sforzi dei più

C’è un mito in circolazione che pesa gravemente sulla riforma della gestione dei rifiuti: la convinzione per cui sarebbe inutile differenziare, cioè prendersi la briga di separare le varie confezioni in casa, se poi tutto finisce nello stesso camion e prende la via del medesimo trattamento al centro di Castion. Ma è davvero solo un mito? Recentemente un residente del quartiere urbano dell’Anfiteatro (via dei Gladiatori) si è stancato di passare per fesso ed è andato a protestare in Municipio. Il senso del suo discorso è questo: è arcistufo di fare il suo dovere di cittadino se poi i camion della nettezza urbana fanno di tutta l’erba un fascio. Il vicesindaco, Bruno Cergnul, è andato a verificare. Ne è emerso che il mito non è poi tanto un mito, ma una (scomoda) verità. La municipalizzata per la nettezza urbana ha cercato di discolparsi mostrando le fotografie che confermano la nonchalance con cui alcuni dei nostri concittadini affrontano la separazione dei rifiuti urbani. Nel cassonetto della plastica finiscono così cespi di lattuga, pomodori marci e carote. In quello della carta compaiono cassette in polistirolo per la vendita di pesce fresco in pescheria (e immaginare la puzza è un gioco da ragazzi).

 

Così, il personale dei camion compattatori inizia l’operazione di raccolta ispezionando il contenuto nel contenitore: si apre il coperchio e si osserva sommariamente, si conclude che la qualità dei rifiuti non è perfettamente riconducibile alle tipologie prescritte e si finisce per scaricare tutto nello stesso camion che porterà il carico a Castion. E così s’instaura il circolo vizioso dello scaricabarile. Al Centro di trattamento dicono che non possono fare altrimenti se non processare i rifiuti così come vengono consegnati dai camion compattatori, mentre all’Herculanea ripetono più o meno la stessa cosa, dicendo che non possono fare altrimenti se non raccogliere i rifiuti così come vengono consegnati dagli utenti. A loro volta gli utenti virtuosi dicono che sono stufi di riciclare se poi tutto finisce nella stesso sacco. Se Castion esige la separazione, la società di nettezza urbana vuole altrettanto, ma i cittadini sono indisciplinati, cosa fare?

Il vicesindaco Bruno Cergnul invita alla responsabilità individuale (in attesa di azioni pubbliche)

La maggioranza fa bene

Il vicesindaco Cergnul sostiene intanto di essere convinto che la maggioranza separi e che lo faccia con grande zelo e responsabilità. I trasgressori dovrebbero essere una minoranza piuttosto esigua benché refrattaria. Probabilmente si tratta di individui che molto semplicemente non hanno alcuna sensibilità per l’interesse collettivo. D’altro canto, in certi casi potrebbe anche essere un problema di carenza di nozioni. Le confezioni, gli imballaggi, le scatole alimentari oggi sono fatte di materiali sintetici o misti che i non iniziati non sono più in grado di distinguere. “A un certo punto abbiamo cambiato cassonetti e chiesto ai cittadini di separare carta, vetro e plastica con l’aggiunta di lattine e altri metalli, ma nessuno ci ha mai detto dove gettare il polistirolo, le confezioni multistrato, i materiali sintetici. Il fatto è che gli opuscoli informativi avrebbero dovuto circolare prima dei cassonetti o perlomeno contemporaneamente, ma ormai il danno è fatto.

A mio avviso abbiamo cambiato solo la forma senza modificare la sostanza. Abbiamo costruito ed equipaggiato un impianto di trattamento, abbiamo disseminato in città una miriade di cassonetti a scomparsa e ‘campane’ per il vetro, la carta, l’indifferenziata, ma non abbiamo acquisito la disciplina di usarli con cognizione e responsabilità”. Un altro problema è la mancanza di strumenti legali per le verifiche e le penalizzazioni. Forse la nonchalance con cui i cittadini continuano a versare i propri rifiuti nei cassonetti è dovuta anche alla certezza della non imputabilità, alla sicurezza di non poter essere colti in fallo. Anche questo è un momento decisivo della situazione di stallo in cui ci troviamo, sostiene in vicesindaco.

Tra la carta anche le cassette di polistirolo del pesce

Verranno controlli e multe

Che fare? In questo momento, poco o nulla. La municipalizzata per la nettezza urbana vive una fase di transizione per cui la vecchia direzione è stata sollevata dall’incarico e chi incaricato ad interim è occupato a sorvegliare le procedure dei bandi. “Mi sa che un altro mese o due andrà perso in questo procedimento di rimpasto dei vertici, ma anche questo è un sacrificio che non peserà eccessivamente se poi saremo in grado di fare le riforme necessarie per migliorare il servizio”.

Per riforme cosa s’intende esattamente? Sicuramente controlli a tappeto, ma anche multe. Prima però ci vorranno delle iniziative di sensibilizzazione, una campagna d’informazioni che possa fugare tutti i dubbi della raccolta differenziata, anche i più banali: dal polistirolo da imballaggio a quello delle confezioni alimentari, dai rasoi usa e getta, agli spazzolini da denti. A proposito… il tubetto del dentifricio dove va? Nella plastica o nell’indifferenziata? E fino a quale punto devono essere lavati i contenitori dei formaggi freschi prima di finire nella campana della plastica?

Confessiamocelo: non ne abbiamo la più pallida idea. Non ne sappiamo nulla. Inutile possedere isole ecologiche d’ultima generazione se il sapere in materia di separazione e riciclo è rimasto ai livelli del Novecento.

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