Primo Maggio Tutti preoccupati per il destino di Scoglio Olivi

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Primo Maggio Tutti preoccupati per il destino di Scoglio Olivi

Rimarremo nudi. Il cantiere, i suoi luoghi, la storia industriale e umana, e la bellezza di questo lembo di terra urbana svenduti. Regalati. Perché l’asservimento economico e politico non soltanto sono una cosa sola: il connubio praticamente non conosce sconfitte perché non le ammette (è il fine che giustifica i mezzi nel peggiore dei modi possibile). A dirlo, anche se per certi versi pacatamente o quasi in maniera rassegnata, sono stati i sindacalisti presenti ieri alle celebrazioni del Primo maggio sotto l’Arco dei Sergi a Pola.

Celebrazioni congiunte

Accanto alle forze sindacali il vicesindaco di Pola, Robert Cvek e il vicepresidente della Regione istriana nonché presidente della Comunità degli Italiani di Pola, Fabrizio Radin. Tradizionalmente insieme, l’amministrazione pubblica, i Sindacati e la Comunità con la sua SAC Lino Mariani. È così da diverso tempo. Funziona ancora, chissà fino a quando.
Ieri intanto, l’eccezione ha confermato la regola. Infatti, accanto ai pensionati che in simili occasioni solitamente gremiscono la piazza è apparsa una particolare rappresentanza operaia (visto che i lavoratori ancora una volta sono stati i grandi assenti dell’evento, e il fatto non stupisce: è una celebrazione che non ha mai incontrato i favori della massa lavoratrice). Poco dopo gli inni, infatti, sono scesi in piazza gli attivisti di Radnička Fronta-Fronte Operaio i quali hanno fatto parlare ancora una volta gli striscioni, in cui si chiedeva di porre fine alla privatizzazione aziendale che ha ucciso il settore reale e cancellato migliaia di posti di lavoro, in tutto il Paese (Tiskara, Mljekara, Puljanka, Brionka, Maglificio Arena, Siporex, Mehanika, Glas Istre nella sola Pola).

L’Uljanik sulla bocca di tutti

​L’Uljanik nei discorsi di tutti: di Denis Buršić (Sindacato dei dipendenti pubblici), Boris Cerovac (Jadranski Sindikat-Sindacato Adriatico), Rajko Kutlača (SIKD-Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia).”Stiamo per donare degli spazi in cui qualcuno avrà il pieno diritto di farci quello che vuole” sono le parole pronunciate su Scoglio Olivi da Kutlača, che ha preso spunto dalla storia per dire che nemmeno in tempi disperati come quelli della fine del XIX secolo (era il 1856 quando venne costruito l’arsenale) le cose non erano andate male come oggi. “Qualcuno ha il coraggio di dire che siamo l’Eldorado? Che viviamo nella Regione più ricca del Paese? Ma quando mai. L’Istria è migliore delle altre Regioni della Croazia soltanto perché le cose non potrebbero andare peggio di quanto già vadano”.

Critiche allo Stato

Critiche allo Stato, che strozza i cittadini con tributi fiscali e parafiscali; che permette, con il vuoto legislativo, ai datori di lavoro, di allungare a proprio piacere la durata della giornata di lavoro e tagliare le buste paga. Uno Stato in cui l’esodo economico giovanile è paurosamente alto, che però di quest’emorragia non parla; in cui il PIL dipende unicamente dal prodotto turistico; uno Stato in cui il sistema pensionistico è al tracollo perché stanno per andarsene se non in pensione allora sfinite dal lavoro quelle generazioni di contribuenti che hanno rappresentato per decenni la base dello stesso sistema. “La pensione non esisterà più: è questo che succederà. (…) I soldi sono andati spesi. Ecco i motivi per cui allungano il periodo del lavoro delle persone e versano pensioni sempre più basse, penalizzando chi si metterà in futuro a riposo o sarà costretto a farlo”, così in sintesi Denis Buršić.
È seguita la posa di una corona sopra la targa che ricorda i quattro giovani manifestanti uccisi per mano del potere fascista durante il corteo del 1.mo maggio del 1920 a Pola: Francesco Sponza, Franjo Mrzljak, Luj Leberk e Odon Schmeitzer.
La cerimonia, aperta dall’Orchestra di fiati cittadina con le majorette, ha visto la partecipazione del Coro misto della SAC Lino Mariani, diretto da Ileana Pavletić Perosa. Coro che pure dopo il ritiro delle bandiere dalla piazza, ha continuato a cantare (Pot pourri di Nello Milotti, O bella ciao, l’Internazionale) supportato dai presenti.

Il raduno in Bosco Siana

La radura centrale di Bosco Siana è certamente il luogo più frequentato dai cittadini per la Festa dei lavoratori. Il governo locale infatti non si è mai tirato indietro quando è stato il momento, in Kaiserwald, di mettere sul fuoco il pentolone con i “fasoi in ainpren” (il particolare soffritto tipico della cucina regionale). Il piatto di fagioli è stato accompagnato dalla musica della band locale In vino veritas, da giochi sociali (calcio a cinque compreso) e dall’intrattenimento dell’Associazione Birikina, responsabile del divertimento dei cittadini più giovani. Oltre che della brava banda e delle belle e abili majorette.

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