Pola. Verde, giallo e arancio: i colori dei mercati

Zucche, cachi, limoni e mandarini sembrano gareggiare in bellezza sulle bancarelle in piazza del Popolo

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Pola. Verde, giallo e arancio: i colori dei mercati
Novembre in piazza del Popolo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Sono giorni di tregua dalle precipitazioni, dalle esondazioni e dalle alte maree nei centri storici delle località costiere: si chiama “estate di San Martino” che “dura tre giorni e un pochino”, come si usa dire in campagna in attesa di stappare le prime bottiglie del vino novello. Un sole ancora abbastanza generoso scalda la terra che per questo regala ancora qualche pomodoro, dei peperoni e delle melanzane, se non altro con l’aiuto della serra. Ma la campagna, la notte, è già fresca e umida. Non per niente le bancarelle del mercato ortofrutticolo si tingono di verde e di giallo e arancio, i colori dell’orto del tardo autunno e dell’incipiente inverno. Zucche, cachi, limoni e mandarini sembrano gareggiare in bellezza e lucentezza del colore mentre fanno gola all’acquirente anche con l’odore e il sapore inconfondibili.

Le castagne da 3 a 8 euro
Piuttosto, come siamo messi con i prezzi? Le zucche a tranci si vendono a 2 euro, i mandarini idem (in saldo fanno 1,80), cachi e limoni vengono tre euro con qualche eccezione: i limoni caserecci appena colti dall’albero, quelli con la buccia sottile, pieni di succo, si vendono anche a 6 euro il chilogrammo. Una differenza notevole di prezzo che pochi sono disposti a sostenere. I costi delle castagne variano altrettanto sensibilmente da bancarella a bancarella, da commerciante a commerciante, da specie a specie. Ci sono castagne in vendita a 3 euro il chilogrammo e marroni stimati a 8 euro. La differenza sta nel valore della frutta ma anche nelle spese della catena dei trasporti e delle mediazioni: le castagne a buon mercato sono raccolte nei castagneti delle zone rurali istriane, gli altri provengono anche da lontano: Italia, Spagna, Turchia ecc. Nel più dei casi le prime hanno qualche difetto e una piccola percentuale di frutta andata a male (cosa che raramente succede con i marroni di coltivazione e importazione), ma in compenso possono essere anche più dolci e più gradite al palato del parente pregiato. Insomma, è questione di scelta e di portafogli: chi vende è solito dire che tutta la merce trova il suo acquirente. Tipicamente autunnale è anche l’offerta di funghi di bosco, in prevalenza porcini e finferli, venduti a 20 e a 15 euro il chilogrammo. Fanno gola, certamente, ma fanno anche riflettere sull’opportunità dell’acquisto, visto che sono comunque cari anche quando il prezzo scende sotto i “normali” 30 e 20 euro il chilogrammo dei giorni di magra.

Le primizie invernali
Che l’estate di San Martino non sia il colpo di coda dell’estate propriamente detta ma solo una piccola “tregua” del mese di novembre solitamente fresco, uggioso e deprimente, lo provano bene anche le primizie invernali: il cavolo cappuccio, il cavolo nero, il broccolo, il cavolfiore, il cavolo riccio sono tornati in scena in tutto il loro splendore. Per fare il “pieno” ci mancano solo i cavoletti di Bruxelles, e verranno anche quelli, basta dare tempo al tempo. Ma sono tornati in piazza anche spinaci e bietole, molto rigogliosi con le piogge abbondanti degli ultimi giorni, in vendita, come i cavoli a 2 o 3 euro il chilo. Ed ecco che troviamo finalmente anche le varietà più gettonate del radicchio rosso, il Gorizia, il Verona e il Chioggia, che costano dai 3 ai 6 euro il chilo. Per chi non gradisse il sapore amarognolo del radicchio rosso, può sempre optare per le insalate più dolciastre della numerosa famiglia della lattuga in vendita generalmente a 2 con punte di 2,50 euro in base alle preferenze di specie e gusto. L’uva è ancora presente, ma comincia a scarseggiare: si vende in media a 2 euro e mezzo.

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