Pomer. Tiene banco il problema sfrattati

Il tema è emerso durante un incontro del sindaco di Medolino, Ivan Kirac con i residenti della località

0
Pomer. Tiene banco il problema sfrattati
L’incontro tra il sindaco di Medolino e i residenti di Pomer. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

L’anno scorso in questo periodo, gli sfrattati dell’ostello per operai di via Balota sono stati sistemati a Pomer a spese della Città di Pola, che a questo titolo ha già speso mezzo milione di kune o poco meno. La situazione sembrava più o meno sotto controllo, a parte l’incertezza della durata della locazione per l’abitazione presa in affitto dall’assessorato alle Politiche sociali. Invece la questione degli sfrattati torna nuovamente agli onori della cronaca per un fatto altrettanto inquietante come quello dello sfratto da via Balota: sta di fatto che i residenti della località di mare nel Comune di Medolino non si trovano a loro agio con i nuovi arrivati. La questione è emersa con prepotenza durante l’incontro del sindaco Ivan Kirac con i residenti di Pomer dell’altra sera. Tutto sommato, sindaco e cittadini si sono trovati d’accordo sul fatto che gli sfrattati della società “Uljanik standard” non avrebbero mai dovuto mettere piede sul territorio del loro Comune, ma non per il fatto in quanto tale di essere degli estranei, ma piuttosto perché Pola doveva tenerseli in casa visto che sono una sua responsabilità finanziaria e morale.
Ancora una volta, l’amore per la propria tranquillità del piccolo borgo di periferia ha preso il sopravvento sulla sensibilità sociale, il sentimento e la compassione, ed è comprensibile. Tra la ventina dei “nuovi arrivati”, come sostengono gli abitanti di Pomer, benché la maggior parte sia gente “a modo, che non crea problemi”, ce n’è qualcuno che invece provoca disordine e produce danni tangibili e quantificabili in denaro sonante. Una donna del vicinato ha parlato chiaro: c’è chi si ubriaca, chi vomita e orina in strada, c’è che lascia i propri rifiuti ovunque, e così consente ai gabbiani di banchettare sui resti di cibo lasciati intorno alla casa trasformata in dormitorio per i senzatetto. Lo ha confermato anche lo stesso sindaco Ivan Kirac, secondo il quale “si tratta solo di casi individuali, perché la collettività in sé è composta e rispettosa”. Tuttavia, questi “casi individuali” contribuiscono a gettare cattiva luce su tutta quanta la comunità. I problemi sono plurimi, e quello dei rifiuti è solo la punta dell’iceberg. Ma è un problema che comincia a pesare gravemente sulle spalle del Comune. Per quelle persone che sporcano senza pagare i servizi della nettezza urbana, la Città di Pola dovrebbe farsi carico non solo del canone d’affitto, ma anche delle spese della rimozione e del trattamento rifiuti, della pulizia delle aree pubbliche e via discorrendo. “In ogni caso, la comunità dovrebbe tornare a Pola”: questo, in estrema sintesi, l’opinione di Kirac, che ha parlato a nuora affinché suocera intenda. Finora ha già avuto modo di esporre la questione al suo collega polese Filip Zoričić, ma senza riscontro. A questo punto è tornato a snocciolare il problema nei suoi caratteri essenziali col coro dei residenti in luogo e ora che la platea a Pomer si è schierata apertamente contro una comunità di senzatetto alloggiata su un territorio estraneo al luogo di origine, ma vittima dello stesso, Kirac insiste che alla scadenza del contratto d’affitto di un anno, gli sfrattati da via Balota vengano nuovamente trasferiti e che se ne tornino a Pola da dove sono stati giocoforza espulsi.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display