Accessibilità agli asili. L’Istria seconda in Croazia

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Accessibilità agli asili. L’Istria seconda in Croazia

Educazione, istruzione, alimentazione, igiene, integrazione e inclusione di soggetti disabili, socializzazione, gioco e apprendimento, aggiornamento professionale del personale, investimenti nelle sedi e nei programmi didattici: si potrebbe continuare all’infinito, perché i temi inerenti la formazione dei bambini in età d’asilo vanno ben oltre il semplice accudimento del vecchio modello scolastico da tempo superato.

Un convegno interdisciplinare

Per tenere gli educatori aggiornati e preparati sulle novità che s’impongono ogni giorno c’è anche il Convegno regionale degli educatori, quest’anno alla sua nona edizione (la terza con sede a Pola negli ambienti della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli studi). Gremita l’aula magna della sede universitaria di via Ronjgov, Ciò che rende onore al convegno regionale sulla pedagogia prescolare è il suo carattere eminent
emente interdisciplinare, per cui vi sono coinvolte tutte le istituzioni pubbliche e private che si occupano di accudimento e istruzione dei bambini, di formazione degli educatori e di sorveglianza della qualità delle norme igienico sanitarie.
In città si contano a decine gli asili: tre sono le scuole materne fondate e gestite direttamente dall’amministrazione comunale e altri 22 gli asili privati che insieme – lo ha messo in evidenza la vicesindaco Elena Puh Belci – soddisfano completamente il fabbisogno delle famiglie di Pola. Prova ne sia il fatto che da diversi anni i genitori non lamentano più disagi in fatto di iscrizioni e frequentazione degli asili e dei nidi per i rispettivi figli. In Istria, ha fatto notare invece la vicepresidente della Regione Sandra Ćakić Kuhar, il tasso d’inclusione dei bambini nei programmi di educazione e istruzione prescolare è molto elevato e infatti raggiunge il 79% per cui la Regione si trova al secondo posto in Croazia. Di grande valore sono i progetti che mirano a migliorare la qualità dei servizi che vanno sotto il nome di “ecologia sanitaria” e includono tutte le fasi dell’approvvigionamento, della selezione, della preparazione e della distribuzione di generi alimentari e pietanze, e in genere il complesso delle norme igieniche nelle istituzioni prescolari sotto la supervisione del personale sanitario ed epidemiologico dell’Istituto regionale di salute pubblica.

L’inclusione dei disabili

Una delle lezioni più interessanti del convegno, la prima in ordine di esposizione, è stata quella sull’inclusione dei bambini con disabilità di vario profilo nei programmi educativi regolari a partire dal nido e fino alla scuola elementare, a cura di Mrijana Radetić Paić, ordinario di pedagogia dell’inclusione della Facoltà di Scienze della formazione e vicerettore dell’Università degli studi di Pola. I primi tentativi di integrazione dei bambini con disabilità risalgono agli anni Ottanta del secolo scorso, ma sono stati tentativi appena sufficienti a garantire la cosiddetta integrazione in termini di presenza puramente fisica, ma non anche funzionale e psicologica. L’inclusione è ben altra cosa – ha fatto notare la docente – perché richiede sforzi di adeguamento da parte di tutti i soggetti coinvolti, e una vocazione duratura per l’aggiornamento professionale da parte del personale. In quanto ai risultati, il dibattito sui benefici per i ragazzi disabili e quelli normodotati è ancora aperto, ma mentre le ricerche scientifiche confermano i benefici per la popolazione disabile e negano i danni alla popolazione normodotata, negli asili ci sono ancora perplessità probabilmente motivate da difficoltà transitorie o comunque da pregiudizi, ma anche dal fatto che le disabilità sono numerose e tutte diverse tra loro per cui l’approccio del personale educativo è sempre rimesso in discussione da capo, di caso in caso e di anno in anno. A ogni modo, ha concluso la docente, andrebbero rinforzate le figure degli specialisti dell’assistenza sanitaria e psico-pedagogica che oggi mancano e rendono i traguardi dell’inclusione più distanti di quanto in realtà dovrebbero essere.

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