Radin: «In aula anche i prof over 65»

Interpellanza del deputato CNI e vicepresidente del Sabor, al ministro della Scienza e dell’Istruzione con l’occhio rivolto pure alle scuole della minoranza italiana. Aperture di Radovan Fuchs

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Radin: «In aula anche i prof over 65»

I criteri che regolano il pensionamento dei docenti scolastici sono stati il tema sul quale si sono confrontati il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana al Parlamento croato, Furio Radin e Radovan Fuchs, ministro della Scienza e dell’Istruzione. L’argomento è stato toccato durante il question time che ha sancito ieri l’inizio dei lavori della 16ª seduta del Sabor, nell’ambito del quale l’On. Radin ha esercitato il diritto a chiedere delucidazioni su una determinata questione ai membri del governo.

Lex specialis

”Nell’ordinamento giuridico croato – ha osservato Radin – esistono due leggi, tra le altre, che si contraddicono a vicenda. Mi riferisco alla Legge sul lavoro, ai sensi della quale una volta compiuti i 65 anni d’età, in accordo con il datore di lavoro, una persona può continuare a lavorare per un determinato periodo e alla Legge sull’educazione e l’istruzione. Quest’ultima sancisce che quando finisce l’anno scolastico, nell’anno quando l’insegnante compie il 65º anno d’età, dunque non è necessario che abbia 65 anni, la persona in questione deve ritirarsi in pensione”. “Stiamo parlando di mestieri, di incarichi di lavoro, di professioni d’estrema importanza in quanto contribuiscono a ‘formare il futuro’. Non ha senso – ancora il deputato della CNI – che mi addentri ad argomentare questioni chiare a tutti. In Finlandia, quello dell’insegnante è considerato il lavoro più prestigioso, nessun gode di una fiducia pari a quella di chi svolge questa professione”. “Abbiamo a che fare con una discriminazione”, ha rilevato Radin. “A conti fatti, queste persone (gli insegnanti), che dovrebbero essere soggette alla Legge sul lavoro, che è una legge organica, in realtà devono piegarsi a una norma che i nostri legali, che amano esprimersi in latino, definiscono lex specialis”, ha detto Radin esigendo una spiegazione dal ministro Fuchs.

Professioni onorevoli

”Credo che in questo Emiciclo nessuno ponga in dubbio il fatto che quelle del maestro, dell’insegnante o del professore scolastico siano professioni assolutamente onorevoli”, ha affermato Fuchs iniziando a rispondere a Radin. “Dal canto nostro – ha proseguito – facciamo il possibile affinché questa affermazione sia quanto più condivisa in seno alla società. Siamo dell’opinione che con la nostra azione abbia elevato notevolmente il prestigio degli insegnanti. Lo provano gli aumenti salariali e tanti altri interventi che ci siamo presi la briga di compiere affinché la categoria sia stimata come merita”.

Carenza di insegnanti

”Quando ci riferiamo al criterio dei 65 anni d’età e al ritiro in pensione, benché io non sia un legale, mi pare che la lex specialis sia superiore a quella organica, in quanto regola un campo ben definito. Il pensionamento nell’anno quando l’insegnante compie il 65º anno di vita è stato previsto al fine d’evitare che il docente in procinto di ritirarsi in congedo inizi un nuovo ciclo formativo. Ciò è particolarmente importante nell’ottica dell’insegnamento di classe onde evitare di cambiare da un anno all’altro l’insegnante agli alunni”, ha notato il ministro. “A prescindere – ha proseguito – esiste indubbiamente una carenza di insegnanti. Probabilmente il fenomeno emerge ancora di più nel caso delle scuole nelle quali le lezioni vengono tenute nelle lingue e nelle scritture delle minoranze nazionali. Lo stesso vale, in tutte le scuole, anche nel caso degli insegnanti delle materie STEM (matematica, fisica, chimica…)”.

Borse di studio

”Proprio per questa ragione quest’anno il Ministero ha bandito un concorso per l’elargizione di borse di studio da 600 euro destinate a gli studenti che decido di frequentare corsi di laurea STEM e che accettano d’impegnarsi a lavorare nelle scuole per un lasso di tempo uguale al periodo durante il quale hanno beneficiato di questa misura”, ha rilevato Fuchs, puntualizzando che “si tratta di un’iniziativa che necessità di tempo per dare i propri frutti”. Ha annunciato che di conseguenza – ma anche perché in alcune aree del Paese non esistono insegnati con i requisiti necessari a candidarsi ai concorsi banditi dalle scuole al fine di reclutare nuovi docenti – si sta vagliando la possibilità di cambiare la normativa vigente. L’obiettivo della manovra consisterebbe nel creare i presupposti affinché ai concorsi banditi dalle scuole per reperire gli insegnanti ai quali affidare l’insegnamento delle materie rimaste scoperte in seguito al pensionamento dei docenti che hanno maturato il diritto al congedo d’anzianità, possano candidarsi anche i professori over 65. “Questa è una delle possibili soluzioni, ma ad ogni modo con la nuova Legge sull’educazione e l’istruzione risolveremo il problema da lei indicato”, ha concluso il ministro.

Sforzi soddisfacenti

Nella sua replica l’On. Radin ha rilevato di non considerarsi soddisfatto della risposta ottenuta. “Ma sono soddisfatto per gli sforzi profusi da parte vostra nell’intento di trovare un rimedio”, ha detto Furio Radin, richiamandosi al passaggio nel quale Fuchs ha fatto riferimento alle scuole delle Comunità nazionali, sottolineando che le medesime sono costrette a “fare i conti con una carenza cronica di quadri professionali”. “È ovvio che ho posto questa questione giacché siamo noi a dover fare i conti con questo problema. Ma come lei stesso ha notato, si tratta di un problema che riguarda in generale l’insegnamento della matematica, della fisica e di altre materie”, ha affermato Radin, suggerendo di porre rimedio alla situazione approvando una nuova “legge particolare”.

Un doppio lavoro

”Tuttavia, se abbiamo approvato una legge organica nella quale si sancisce che il lavoro ha determinate caratteristiche e che dopo il pensionamento è possibile continuare a lavorare, non comprendo perché ciò non sia sufficiente affinché, per automatismo, le altre norme si adeguino a questa regola”. “La lex specialis – ancora Furio Radin – è una cosa che ci siamo inventati. Per farla passare basta la maggioranza dei consensi delle persone che si trovano in Aula al momento del voto, mentre d’altro canto abbiamo la Legge sul lavoro, una legge organica che in quanto tale per essere approvata è necessario che la votino il 50 p.c. più uno dei deputati eletti al Sabor. Per quale ragione non ci regoliamo in base a questa legge, perché dobbiamo sobbarcarci una doppia mole di lavoro supplementare? In ultima battuta sarà questo il risultato che otterremo. Sono consapevole che alla fine scioglieremo il nodo, ma dopo essere tornati a discutere per l’ennesima volta su una materia che abbiamo assolto approvando la Legge sul lavoro”, ha rimproverato il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI.

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