Pola. Tra la ragion d’arte e la mera esistenza

Dal 21 al 23 marzo la città di Pola è il soggiorno delle Giornate dell’architettura

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Pola. Tra la ragion d’arte e la mera esistenza
L’inaugurazione della mostra Architettura in Istria 2013-2023. Foto: DARIA DEGHENGHI

Pianificazione e devastazione ambientale al centro di ogni discorso politico all’apertura delle Giornate dell’architettura, il massimo raduno nazionale degli architetti che ogni anno migra di città in città a seconda dell’interesse che le località hanno avuto per il settore. Quest’anno la scelta è caduta su Pola per un motivo molto semplice: il Premio Bernardo Bernardi all’architetto, critico e teorico dell’architettura Emil Jurcan, dottorando dell’Università degli studi di Lubiana, per la decennale, praticamente epica opera di restauro e riqualificazione del Piccolo teatro romano sul Colle Castello. Gremita la platea di progettisti, urbanisti, paesaggisti, ingegneri civili e professioni ausiliarie. A fare gli onori di casa, le due presidenti dell’Ordine e dell’Associazione nazionale degli architetti, rispettivamente Rajka Bunjevac e Mia Roth Čerina, che hanno individuato le maggiori sfide del decennio per una “professione che si agita tra le ragioni dell’arte e i condizionamenti della mera esistenza”. L’Ordine – ha detto Bunjevac – partecipa a un progetto di vasto respiro europeo: la creazione della piattaforma arch-e (The European Platform for Architectural Design Competitions che porterà sotto lo stesso “tetto” (digitale) i maggiori bandi architettonici e urbanistici dell’Unione europea per abbattere anche le ultime barriere nazionali e fare in modo che – come si sa dire in questi casi – vinca il migliore e non il campanilismo di turno. A livello nazionale, invece si lavora di concerto con le professioni del campo e il Ministero della pianificazione ambientale per emendare, aggiornare e migliorare la normativa in fatto di edilizia e ambiente.

Al centro del ragionamento di Mia Roth Čerina, l’istituto del concorso architettonico, “unico strumento capace di assicurare la migliore produzione progettistica, fortemente favorito dalle politiche europee ma ultimamente svalutato da quelle nazionali”. I danni causati da pratiche edilizie poco o male regolamentate, oppure poco o male rispettose delle norme, influiscono severamente sulla qualità della vita e come tali sono irreparabili e irreversibili. Il presidente della Regione istriana, Boris Miletić, è andato giù pesante parlando a nuora (gli architetti) affinché suocera (ministro e presidente) intenda: “Sì, l’Istria è bella, fiorente, ricca, campionessa di turismo e di olivicoltura. Grazie tante. L’Istria è anche agonizzante perché messa in ginocchio dall’abusivismo edilizio. Voi del mestiere abbiate il coraggio di dire ‘basta’, di opporvi. Guardate oltre i terreni edificabili, guardate i campi agricoli, i boschi e vedrete le costruzioni abusive che crescono e si moltiplicano. Sentite parlare altre lingue? Sì, i costruttori abusivi sono generalmente cittadini stranieri, che mai e poi mai oserebbero violare la terra della propria nazione. Un appello ai geometri: vi chiamano a lottizzare un campo incolto? Ma cosa credete che faranno dopo che avete finito di ridisegnare i confini? Un appello ai legislatori: vietate almeno il frazionamento delle aree agricole”. Avrà capito l’antifona il ministro della Pianificazione ambientale, Edilizia e Patrimonio, Branko Bačić, che per difendersi ha scomodato anche l’altisonante concetto di “sussidiarietà” nella ripartizione delle competenze amministrative all’interno dell’ordinamento giuridico: “L’abusivismo edilizio nullifica ogni pianificazione ambientale e va contrastato con reazioni tempestive e non tardive. Per questo è stato inserito giustamente nel Codice penale come reato e per questo il governo centrale decentrerà una parte delle proprie competenze ai governi del territorio che sono in grado di intervenire con immediatezza rispetto ad ogni fenomeno di degrado ambientale”.
Si sarà sentito chiamato in causa anche il presidente della Repubblica, Zoran Milanović, visto che era stato proprio il suo governo, all’epoca, ad autorizzare la manovra di condono edilizio (con la conseguente esplosione dell’abusivismo edilizio), sta di fatto che ha parlato ora di “colpe e perplessità personali” per il famigerato condono, ora di circostanze attenuanti perché “quella legge era stata un’uscita d’emergenza a un problema senza uscita”. A suo dire, tuttavia, il principio di sussidiarietà e il decentramento delle competenze non basteranno a risolvere un problema creato da “persone con lievi tratti sociopatici che pretendono di impossessarsi di un lembo di terra e farne quel cavolo che gli pare”. In questo senso, la vecchia Repubblica socialista aveva fatta molta più chiarezza e molta più “pulizia ambientale” di quanta siamo in grado di fare oggi. “Non sarà certo l’Europa con la sua Gleichschaltung, l’omologazione del pensiero e delle usanze, ad aiutarci a badare alle nostre risorse ambientali se non ci decidiamo a farlo noi soli nel nostro interesse”, ha concluso Milanović il suo discorso poco europeista, invitando la platea ad avere “stima di sé e del proprio valore, non accontentarsi di essere i soliti penultimi d’Europa, dopo l’eterna ultima, la Bulgaria. Che sia benedetta la Bulgaria”. Tra gli intervenuti al simposio con auguri di buon lavoro e saluti di circostanza Ian Pritchard, segretario del Consiglio degli architetti d’Europa, Tomislav Petrinec della Direzione per la tutela dei beni culturali presso il Ministero della Cultura e dei media, il sindaco di Pola Filip Zoričić, Nina Dražin Lovrec dell’Ordine degli ingegneri edili, Vanja Glavan (Ordine degli ingegneri meccanici), Željko Radić, (Ordine ingegneri elettrotecnici) e Ivan Karlin (Ordine geometri).
La sera precedente alle cerimonie di ieri mattina, ai Giardini è stata aperta la mostra retrospettiva “L’architettura in Istria dal 2013 al 2023”, una sorta di summa della migliore progettazione architettonica del decennio segnato da profondi sconvolgimenti economici, demografici, culturali e sociali. La selezione dei progetti è stata affidata all’architetto sloveno e direttore della rivista “Outsider”, Matevž Granda, che ha individuato 34 progetti realizzati dagli studi (società, cooperative) di architettura, ingegneria e urbanistica Alter Lego Studio, A.P. – ARH, Arhitektonski Biro Turato, BB Arhitekti, Čikeš-Ćuzela, Aleksandar Ćelović, Emil Jurcan, Kapitel, Kostrenčić i Krebel Arhitekti, Luk Arhitekti, Molozero, Onda Arhitektura, Skroz, Studio 3LHD, Studio Arch. Perossa, Studio Boševski e Fiolić, Triptih, Zadruga Praksa e X.3.M. Tra i progetti in esposizione fino al prossimo 20 aprile, Piazza Re Tomislav, il Parco archeologico di Visola, i Sotterranei del Colle Castello, piazza della Loggia di Portole, il Piccolo teatro romano di Pola, l’Oleificio di Dignano, il Castello Rota di Momiano, la Riva di Parenzo, il Polo natatorio e l’Asilo Valmade di Pola e tante, tantissime ville, centri vacanza, alberghi e cantine vinicole, ma anche la nuova pergola in acciaio della Comunità degli Italiani di Pola.

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