Pola. Il Medioevo al servizio della storia cittadina

La modesta costruzione, datata 1270 e sita nel nucleo storico, all’incrocio tra le vie Massimiano e vicolo del Pozzo, sarà finalmente oggetto di recupero e di riqualifica

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Pola. Il Medioevo al servizio della storia cittadina
La casa più antica di Pola fa angolo tra le vie Massimiano e del Pozzo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Siccome ha un passato (e quale passato!), avrà un futuro, perché di questi tempi la cura del patrimonio storico è decisamente salita di rango, diversamente dalla prassi in auge negli anni Sessanta e Settanta. Stiamo parlando dell’abitazione più longeva di Pola, la casa più vecchia in assoluto: la sua costruzione risale infatti al XIII secolo ed è un vero miracolo che sia rimasta in piedi fino ad oggi, tra l’altro abitata e persino ristrutturata (anche se malamente). La struttura è davvero modesta, la sua superficie abitativa è ridotta all’osso: in pratica è inabitabile.

Anno Domini 1270
La casa fa angolo tra le vie Massimiano (ex via dei Pescatori) e il vicolo del Pozzo, per cui si ritrova esattamente a due passi dalla centralissima piazza Dante Alighieri, che ultimamente percorre la strada della ristorazione e della locazione turistica. Ma la casetta di via Massimiano non ne condividerà la destinazione d’uso. Anzi. Stando a quanto ha dichiarato il sindaco l’altra sera all’ultima sessione del Consiglio municipale, ora che è stata felicemente liberata degli ultimi inquilini che l’hanno abitata per diversi decenni, in pessime condizioni, la struttura sarà adeguatamente ristrutturata secondo il canone imposto dalla Soprintendenza ai beni culturali, e poi l’amministrazione cittadina chiamerà in soccorso i due enti museali (Archeologico e Storico) e l’ente turistico e altri soggetti per studiare in comune accordo una strategia di valorizzazione del patrimonio medievale che ci è stato lasciato in retaggio dagli avi. La casa più antica di Pola (secondo la documentazione e la datazione disponibile risale, appunto, al 1270) avrà dunque un futuro di “punto di riferimento storico”, nel senso che sarà visitabile per narrare una parte della storia di Pola che non sia esclusivamente romana o austriaca.

Tra Roma e l’Austria
Entrambe le epoche storiche che conosciamo meglio – Roma antica e l’Impero asburgico – sono effettivamente rappresentate da una miriade di costruzioni emblematiche che per farsi conoscere non hanno alcun bisogno di mettersi in mostra e farsi pubblicità: ci sono e basta; e tutti le conosciamo. Diverso è il caso dei secoli frapposti, che nonostante siano ben rappresentati dalla chiesa e dal convento francescano, dal palazzo municipale e dalla fortezza veneziana al Castello, finiscono sempre per perdersi nella massa. Un’esposizione a tema sui secoli intermedi, per esempio, con date e riferimenti alle guerre con Venezia, la fugace sottomissione a Pisa, i templari, i patriarchi di Aquileia, le guerre intestine tra i sostenitori del Papa e quelli dell’Imperatore, l’ascesa al potere dei Sergi e col podestà Nassinguerra, la guerra contro Genova, la definitiva sottomissione alla Serenissima, i Castropola, le pestilenze a catena, il calo demografico, le immigrazioni, insomma, le vicende di un feudalesimo perfettamente inquadrato nella grande storia d’Europa non meno della Pola romana e austriaca, che tuttavia resta sempre avvolto da un velo di mistero.
Tornando alla nostra casetta di via Massimiano, le sue dimensioni minute e la sua apparente insignificanza non le tolgono il merito di essere l’abitazione più longeva documentata di Pola. Per questo va custodita. Come? La Soprintendenza ha già indicato la strada da seguire. Per prima cosa ci vuole una perizia statica da appaltare a una società specializzata in restauri dei beni storici con licenza apposita del Ministero della cultura. Dopo la perizia statica, si andrà a ristrutturare e a rinforzare la costruzione per salvarla da eventuali cedimenti. Solo assicurata la statica si potrà procedere col risanamento delle facciate e degli interni e quindi con la presentazione della struttura al pubblico.

Diritto d’abitazione e d’acquisto
La storia di questa casetta ha davvero dell’incredibile. Per capire che non si tratta di un brutto anatroccolo ma di un cigno, di un gioiello da custodire, c’è voluto del tempo. I suoi ultimi inquilini, Irfan Sefer e famiglia, vi hanno vissuto per oltre quarant’anni in appena 19 metri quadrati di superficie in pessimo stato di conservazione (senza accesso alla rete di drenaggio), solo perché tanti anni fa l’amministrazione comunale aveva deciso di venderglieli in virtù di quello che ai tempi dell’ex Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia era stato il cosiddetto “diritto d’abitazione”. Il diritto di abitazione è diventato per forza di legge la base legale della riconversione della proprietà pubblica in privata e il protagonista di questa nostra storia è diventato dunque il padrone dei 19 metri quadri in via Massimiano. Evidentemente gli amministratori di Pola non si sono resi conto di avere a che fare con un edificio di valore storico. Neanche i primi anni Duemila sono serviti a fare chiarezza sull’importanza della prima casa medievale polese.

La svolta degli ultimi anni
Ma ora siamo alla svolta. Messa alle strette dal rischio di crollo in assenza di seri investimenti sotto la direzione della Soprintendenza, la Città di Pola è scesa a patti con i proprietari: per rilevare l’edificio, la famiglia Sefer è stata per così dire risarcita con un alloggio municipale in buono stato e un canone di locazione agevolato in via Arsia, nel rione di Castagner. L’inchiostro sul contratto d’affitto è ancora fresco. In cambio, la Città è tornata in possesso di quel 20 per cento della superficie dello stabile cui aveva rinunciato quarant’anni fa senza battere ciglio. Così ora la casa più antica di Pola, con i suoi 753 anni di onorato servizio, è nuovamente di dominio pubblico senza limiti di sorta. Viene da dire: “e vissero felici e contenti”, perché la famiglia Sefer va ad accomodarsi in un alloggio di 52 metri quadrati fornito di servizi igienici con accesso alla rete fognaria (in via Massimiano mancava anche questo) e la Città avrà finalmente le carte in regola per avviare il recupero del palazzo che in futuro dovrà essere visitabile per narrare appunto una parte non indifferente della storia di Pola. La sua vicinanza al complesso ecclesiastico di Santa Maria Formosa del VI secolo e la sua prossimità al mosaico della “Punizione di Dirce”, alla chiesa della Misericordia, a quella sconsacrata dei Sacri Cuori (oggi galleria museale) e al convento di San Francesco, la rendono un punto nevralgico della storia urbana di Pola che deve appena acquistare la sua giusta collocazione nella rete degli itinerari turistici più battuti della città. A questo punto, non rimane altro da augurarci che non trascorrano altri quarant’anni in chiacchiere e che il restauro e la valorizzazione procedano non a passo di lumaca ma di leone.

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