Manifestazioni, cortei, slogan e proteste: come da tradizione, ieri in tutta Europa e non solo, si è celebrato il Primo Maggio, simbolo della lotta per i diritti dei lavoratori. La Festa del lavoro è stata celebrata anche a Pola, dove ai tanti cittadini, ma anche ai numerosi turisti già presenti in città è stato ricordato che il lavoro è dignità e speranza e che ogni essere umano ha il diritto di lavorare, senza che la sua dignità venga calpestata da chicchessia. Lo hanno ribadito sia il responsabile dell’Ufficio del presidente della Regione istriana, Ivan Glušac, la presidente della Comunità degli Italiani di Pola, Tamara Brussich, la presidente del Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, Marina Cvitić, e il fiduciario regionale del Sindacato dei dipendenti pubblici della Croazia, Denis Buršić. Ma anche il vicesindaco di Pola in quota CNI, che dal palco di piazza Port’Aurea ha tenuto a ricordare che “celebrando la Festa del lavoro ricordiamo con gratitudine gli inizi della lotta per i diritti dei lavoratori”. “Diritti – continua il vicesindaco – per i quali dobbiamo continuare a lottare. Così come dobbiamo continuare a lottare per il progresso e per un domani migliore in cui ogni salariato possa vivere degnamente del proprio lavoro”. Il vicesindaco ha quindi proseguito ricordando che il Primo maggio è anche il giorno in cui si onora la memoria di quattro polesi di nazionalità diverse che durante le manifestazioni del 1920 persero la vita per rivendicare i propri diritti in ambito lavorativo. A nome suo, della Città di Pola, dell’amministrazione cittadina e del sindaco Filip Zoričić, Cergnul ha quindi augurato buon Primo Maggio e buona Festa dei lavoratori a tutti i concittadini.
Pensare ai giovani
Anche Tamara Brussich ha voluto ricordare i quattro compagni polesani uccisi, Francesco Sponza, Luigi Lebek, Giuseppe Merzliak e Odone Schmelzer, un italiano, un ceco, un croato e un austriaco, nei cui confronti la CI di Pola nutre un profondo rispetto. La presidente della CI ha proseguito dicendo che la festa del lavoro ci obbliga a ringraziare e dedicare un pensiero a tutti i lavoratori che, giorno dopo giorno, rivendicano i propri diritti, contribuendo al loro rafforzamento e alla loro applicazione. “Le nostre rivendicazioni e il nostro impegno determineranno il futuro dei giovani, ai quali non possiamo che pensare”, ha detto Tamara Brussich che da piazza Port’Aurea ha invitato i decisori delle politiche pubbliche a ripristinare la solidarietà, perché ciò significa assicurare l’esistenza a chi si appresta a entrare nella vita “vera”, ma anche a coloro che con dignità l’hanno già vissuta. “Tolleranza e convivenza sono valori e tematiche chiave che modellano la nostra società. Parole che vanno a braccetto e che molti pensano siano sinonimi. Tra i due termini esiste un’impercettibile differenza. La tolleranza è quel sentimento che ci permette di accettare e rispettare la differenze tra le persone, di rispettare le opinioni altrui. La convivenza è, invece, la base per la costruzione di una comunità sana e progressista e sottintende la prontezza e la volontà a costruire ponti tra le nostre differenze, affinché diventino la nostra forza”, ha detto Tamara Brussich, che ha quindi invitato tutti a essere non soltanto tolleranti, ma a contribuire attivamente alla costruzione di una coesistenza armoniosa e una comunità inclusiva e rispettosa.
Mancanza di personale medico
Un saluto ai presenti è stato poi rivolto da Ivan Glušac, dell’amministrazione regionale, che come la presidente della CI di Pola ha incentrato il proprio intervento sulla tolleranza e la convivenza. Due valori ben radicati in Istria, di cui il responsabile dell’Ufficio del presidente della Regione si è detto orgoglioso. “I nostri valori nascono dall’antifascismo, grazie al quale siamo riusciti a costruire una comunità che non guarda né al nome né al cognome delle persone; una comunità che rispetta e tutela il diritto delle persone a usare la propria lingua e cultura”, ha sottolineato Glušac, consapevole, però, che anche l’Istria, la Regione più sviluppata della Croazia, non è immune da problemi. “Il più impellente riguarda la mancanza di medici, infermieri e in generali dipendenti pubblici”, ha precisato ricordando che la Regione ha approvato una serie di misure atte a trattenere sul territorio queste figure professionali e ad attrarne altre dal resto del Paese.
Critiche al governo
Gli ultimi due interventi sono stati quelli dei sindacalisti Denis Buršić e Marina Cvitić. La più critica nei confronti del governo, ma anche degli stessi lavoratori è stata la presidente del Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, che ha esordito dicendo che il Primo maggio non è la festa delle grigliate, dello stare insieme e della musica all’aperto, ma un appuntamento dedicato ai diritti dei lavoratori, che dovrebbero reagire, far sentire la loro voce perché nessuno lo farà al loro posto. Marina Cvitić si è detta poi contrariata dalle politiche del lavoro e dall’operato del governo, che importa forza lavoro e costringe i lavoratori croati a lasciare il Paese in cerca di un futuro migliore.
I rappresentanti della Città di Pola, della Comunità degli Italiani e dei due Sindacati hanno poi posato corone di fiori in ricordo dei quattro concittadini uccisi. Nell’occasione si sono esibiti l’Orchestra a fiati cittadina, il coro della Lino Mariani e della Matko Brajša Rašan. Presenti pure il vice console onorario d’Italia a Pola Tiziano Sošić, il presidente del Consiglio della minoranza italiana autoctona della Città di Pola Ervino Quarantotto, la vicesindaco Ivona Močenić e la presidente del Consiglio cittadino Marija Marković Nikolovski
Da piazza Port’Aurea, la grande Festa del lavoro si è spostata in Bosco Siana, dove accanto alla tradizionale fagiolata non è mancato un ricco programma di intrattenimento, soprattutto dedicato ai più giovani. Oltre che a Pola, nella Bassa Istria il Primo maggio è stato celebrato con fagiolate e attività varie a anche a Dignano e a Fasana, dove le feste si sono tenute nei parchi gioco delle due località.
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