Pola-Fasana La strada necessita d’interventi

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Pola-Fasana La strada necessita d’interventi

Nel generale risveglio dell’edilizia stradale che sta generando decine di rotatorie, nuove carreggiate, piste ciclabili, bretelle, raccordi e ampie fermate degli autobus, tra gli eccessi di bitume che scorrono a torrenti da un capo all’altro della città per tappare le falle della sua viabilità precaria, c’è una strada regionale che si mantiene ostinatamente e penosamente uguale al tempo in cui l’avevano asfaltata per l’ultima volta e alberata di longilinei cipressi affinché il maresciallo potesse compiere il suo viaggio di ristoro verso il prediletto arcipelago delle Brioni. La strada che dalle aree settentrionali di Pola conduce a Stignano, a Valbandon, a Puntisella, a Fasana e infine anche a Peroi e a Barbariga, è rimasta infatti l’ultima del suo rango e della sua effettiva importanza a non essere mai stata allargata, ricostruita, riasfaltata o dotata di sistemi di drenaggio per acque meteoriche e di nuova illuminazione stradale. Non solo, ma la manutenzione ordinaria è ridotta all’osso: è come se l’avessero cancellata dal mondo, dimenticata tutti.

Pola, Fasana e Dignano

Eppure la regionale serve un numero elevato di cittadini. L’attraversano ogni giorno i residenti di ben tre città e comuni: Pola, Fasana e Dignano. Ne usufruiscono a migliaia i turisti stranieri che ogni anno si riversano sulla riviera fasanese per le vacanze o anche solo per l’immancabile gita diurna alle Brioni. Ma mentre Pola si occupa della sua rete stradale sempre più estesa e luccicante da Siana alle porte di Musil, Fasana sonnecchia e rimanda la soluzione del problema a tempi che verranno. Il Comune è troppo piccolo e poco equipaggiato per sostenere le trattative con la Direzione regionale per le strade affinché si possa cominciare a pianificare un cantiere?

Una seria riscotruzione

In effetti, Fasana è un Comune piccolo, ma non è questo il suo problema. La regionale, è vero, è divisa tra due amministrazioni locali di non pari possibilità economiche (Pola e Fasana), il confine si trova pressappoco a metà strada e, a rigore, la strada è di pertinenza dell’amministrazione regionale. Ma né Pola si può permettere d’infischiarsene, né Fasana potrà eternamente attribuire le cause della sua inerzia alla mancanza di interessamento di Pola. Idem per la Direzione regionale strade. E infatti il vicesindaco del piccolo, ma benestante comune a nord di Pola, Radomir Korać, annuncia che è venuta l’ora di muoversi, di fare quadrato con tutti gli enti coinvolti e promuovere finalmente una seria ricostruzione della carrozzabile all’altezza dell’abitato di Surida, da cui si diparte peraltro la diramazione per Puntisella. Attualmente l’incrocio a forma di fionda non consente una buona visibilità, né una viabilità sicura, è sempre teatro di imbottigliamenti e code, perché si viaggia lentamente e con la costante preoccupazione di non urtare un pedone, una bicicletta, uno scooter, un’auto che si fa strada a gomitate sbucando da una strada secondaria. Da quando poi sull’incrocio opera la ricostruita e affollata villetta con panetteria al pianterreno, la situazione è peggiorata ulteriormente.

Il tempo stringe

Korać anticipa dunque che l’incrocio verrà ricostruito in cooperazione con la Città di Pola. È vero che quel punto nevralgico è sul territorio del Comune di Fasana – aggiunge – ma non è men vero che la viabile serve gran parte della popolazione delle zone settentrionali di Pola, come Padul, Stignano, Puntisella e Idroscalo. L’idea è di trasformare l’attuale incrocio in rotatoria, un’isola rotazionale, senza altra pretesa che quella di mettere ordine nella circolazione dei veicoli, snellire le code e favorire la scorrevolezza del traffico in tutte le direzioni di marcia, dal mare a Pola e viceversa. Una siffatta rotatoria senza sprechi ed eccessi non dovrebbe superare il costo di 2,5 milioni di kune, un investimento che Fasana potrebbe benissimo sopportare anche se si tratta di una strada regionale. In ogni caso è impossibile non coinvolgere nella sua progettazione tutti gli enti interessati, perché non c’è altra via da percorrere che quella della cooperazione. E bisogna iniziare subito dopo l’estate, aggiunge il vicesindaco. Non bisognerà lasciare che passi un altr’anno e arrivi un’altra stagione turistica senza che si sia provveduto almeno ad imbastire un progetto nero su bianco.

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