L’INTERVISTA Graziella Cazzaniga Palermo. «Abbiamo bisogno di un rinnovamento»

Intervista alla presidente dell’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, dopo il 66º Incontro culturale annuale degli esuli

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L’INTERVISTA Graziella Cazzaniga Palermo. «Abbiamo bisogno di un rinnovamento»
Graziella Cazzaniga Palermo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Calato il sipario sul 66º Incontro culturale annuale degli esuli da Pola, promosso dall’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio (AIPI-LCPE), intervistiamo la presidente Graziella Cazzaniga Palermo per fare il punto sul programma degli eventi, la missione, le difficoltà di percorso e le prospettive per il futuro dell’iniziativa. Intanto ci spiega che i 66 anni del Raduno sono un numero da prendere con le dovute delucidazioni perché “anche prima c’era stato il gruppo informale che organizzava incontri occasionali a beneficio degli esuli col desiderio di ricordare la terra natia, promossi da Lino Vivoda”, mentre dal 1995, quando è stata costituita l’associazione, si è scelto di proseguire con la numerazione precedentemente avviata. A Pola, invece, il Raduno si fa da dodici anni a questa parte.

Vogliamo formulare un giudizio generale sull’Incontro appena concluso?
“Le mie paure erano tante perché fino alla fine abbiamo avuto poche adesioni. In tanti hanno avuto paura di prendere l’impegno perché non erano certi di poterlo mantenere e così hanno preferito non prenotare. Io ho cercato di far capire ai soci che è meglio disdire piuttosto che rinunciare a venire per precauzione. La nostra è un’associazione i cui membri sono piuttosto avanti con gli anni e le difficoltà di intraprendere un viaggio piuttosto impegnativo sono notevoli”.

Infatti si nota l’età che avanza e le assenze che si moltiplicano…
“È vero, si nota, ma bisogna dire anche che abbiamo guadagnato famiglie intere, giovani e perfino sei bambini che sono la terza o la quarta generazione degli esuli da Pola. È quello che ora stiamo cercano di fare: vorremmo che questo Consiglio si rinnovasse in età perché abbiamo bisogno di giovani con padronanza delle nuove tecnologie, menti fresche e agili che guardano avanti pur mantenendo il retaggio delle loro famiglie d’origine”.

Quali sono stati gli appuntamenti di maggiore rilievo dell’Incontro?
“Sabato mattina siamo andati alla foiba di Vines ed è stata una visita molto toccante. Malgrado il disagio e nonostante ci fossimo preparati ad affrontarla, ci sono stati dei momenti di silenzio assordante della gente che guardava questa foiba meditando sul significato del disastro. Per qualcuno forse è stato anche l’avvicinamento a qualche parente lontano lasciato in questa terra. Da quella foiba è venuto fuori per puro caso Graziano Udovisi, salvo solo per il fatto di essere caduto per ultimo. Erano talmente tante le persone che sono state buttate dentro e lui fu uno degli ultimi: l’impatto con gli altri colpi non lo uccise, gli fece da ammortizzatore. Pensava d’aver trovato erba ed erano i cappelli di un’altra vittima. Ha raccontato la sua esperienza in un libro. Poi ci sono state la serata dedicata a Geppino Micheletti, la presentazione del libro scritto da Duccio Vanni e la visione di un filmato inedito su Micheletti a Narni di Francesco Fagnani, che ha raccontato la storia dell’eroe per le persone che non ne hanno mai sentito parlare. Domenica mattina, dopo la messa, ci siamo riuniti intorno al cippo dedicato alle vittime di Vergarolla per una foto di gruppo, mentre nel pomeriggio abbiamo avuto l’assemblea dei soci per la dovuta approvazione dei resoconti e dei programmi. In serata c’è stata la consegna della benemerenza ‘Istria Terra Amata’ che rappresenta l’Arena incisa su una placca d’argento e che la nostra associazione consegna ogni anno a persone che non sono esuli, ma che fanno un po’ parte del nostro mondo: che ci sostengono, che ci raccontano, ci fanno conoscere e ci danno voce. Quest’anno l’abbiamo consegnata al professor Gianni Oliva, che ha trovato la forza di riflettere sulle sue precedenti opinioni sull’esodo. Lui si è rifatto nel suo pensiero dopo aver toccato con mano, negli Stati Uniti, documentazioni e faldoni che gli statunitensi avevano redatto sulla Jugoslavia di allora”.

Siete stati anche a Pirano…
“Quest’anno abbiamo scelto Pirano intanto perché non ci sono più le frontiere e così ne abbiamo approfittato ben volentieri. Abbiamo avuto un’accoglienza veramente stupenda da parte della locale Comunità degli Italiani. Abbiamo visto Casa Tartini, ricostruita, un museo a tutti gli effetti, che ci ha entusiasmato tutti. Abbiamo avuto una guida molto esperta in Kristjan Knez, ma anche un incontro molto gradito con la presidente Fulvia Žudič. Ovviamente ci sono stati anche momenti di svago, di relax, lo spettacolo dei Polesanich in vacanza con Petra Blašković e Luka Juričić e il concerto del coro ‘Lino Mariani’ della Comunità degli Italiani di Pola che ringraziamo per la collaborazione nella programmazione del nostro Incontro”.

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