Il successo al femminile nonostante la disabilità

La Società portatori di handicap della Bassa Istria ha promosso un evento particolare per l’8 marzo

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Il successo al femminile nonostante la disabilità
Un’intervista a tre con Denia Novosel, Melisa Osmanović e Jelena Vuković. Foto: DARIA DEGHENGHI

Le donne, l’invalidità, il successo e l’affermazione. Quanto costa “farcela” per un portatore di handicap? E quanto costa per una donna portatrice di handicap? Gli sforzi – è chiaro – sono superiori di varie volte, ma a maggior ragione sono superiori le soddisfazioni. Ecco un buon pretesto per festeggiare la donna che lotta doppiamente per guadagnarsi un posto di rilievo in società: l’8 marzo, la Festa della donna. Ieri pomeriggio la Società portatori di handicap dell’Istria meridionale e il Centro di supporto ai bisognosi del Territorio urbano integrato CP521 hanno promosso una serata dedicata appunto alle donne affermate nonostante la loro invalidità o forse proprio in ragione di quella. Si sono fatte avanti Denia Novosel, studentessa del liceo e della scuola di musica (suona il corno), Melisa Osmanović, sportiva e, da poco, scrittrice, e Jelena Vuković, atleta paralimpica e allenatrice della società sportiva regionale “Spektar”, la migliore nel suo genere in Croazia per numero di partecipazioni, campioni e coppe sia individuali che di squadra.

Un elevatore particolare
L’occasione per ritrovarsi nella sala maggiore della Comunità degli Italiani di Pola è stata dunque non solo celebrativa ma anche pragmatica: è stato presentato il nuovo elevatore per chi si sposta in sedia a rotelle, acquistato nell’ambito dell’europrogetto CP521 in collaborazione col Comune di Lisignano. La piattaforma elevatrice consta di un piano rialzabile che sale e scende in velocità per accompagnare la persona in carrozzella per esempio su un palcoscenico per esibirsi o partecipare a un qualunque evento pubblico. Il sollevatore sarà disponibile per concerti e spettacoli all’aperto, in qualunque occasione lo richieda. Si tratta di un piccolo investimento di grande portata: piccolo in termini di soldi, grande in termini di integrazione, partecipazione, inclusione sociale.

Un’intervista a tre
Dopo i saluti della vicesindaco di Pola Ivona Močenić e del sindaco di Lisignano Marko Ravnić, Zuzana Hoti Radolović dell’associazione di categoria si è cimentata in un’intervista a tre ponendo le stesse domande alle tre protagoniste della serata, ora a Denia, ora Jelena ed ora a Melisa: quale ruolo ha avuto nella loro formazione e affermazione la madre (o il padre), quali sono state le motivazioni a non mollare, a non lasciarsi andare, quali sono le difficoltà di ogni giorno che affronta chi si sposta in sedia a rotelle e quanta fatica costa la perseveranza nel raggiungere traguardi che le persone prive di difficoltà e impedimenti motori danno per scontate. Jelena ha parlato senza il risentimento verso il destino tipico dei primi anni, di tutte quelle volte che “al negozio, non ha potuto raggiungere con la mano l’ultimo livello dello scaffale per prendere una passata di pomodoro” e di tutte le volte che ha dovuto farsi aiutare dicendo “scusi, sono piccola, quando crescerò credo che potrò farcela anche da sola, ma intanto può passarmi la passata che mi serve?”. Questioni d’ordinaria amministrazione per chi si sposta im sedia a rotelle, questioni inesistenti per chi cammina con la benedizione delle due gambe pienamente funzionanti.

Un esempio per tutte
Denia ha raccontato perché ha scelto di suonare proprio il corno (“era carino il professore, e il corno aveva solo tre tasti…”) ma ha anche svelato un segreto che pochi conoscono (“gli insegnanti di sostegno al liceo non li vogliamo più perché è come avere una seconda madre sempre tra i piedi”). Melisa, come Jelena, lavora a tempo pieno e nel tempo libero scrive e si allena. Entrambe hanno provato lo sci, che per le persone portatrici di handicap è mille volte più pericoloso. Infatti Jelena ha deciso di lasciar perdere e oggi preferisce dedicarsi al kayaking (“se cadi, cadi sul morbido”). Ecco dunque trascorsa una serata perfetta dedicata alle donne di successo che hanno sfidato l’invalidità e hanno fatto bene. Che possano dare l’esempio anche a noialtre che in mancanza di avversità siamo facili ad ingigantire ogni piccolo insignificante fastidio.

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