Il «dolore» dei parcheggi rotanti. Brutalismo con vista sui cavoli

Le strutture, di trenta posti in tre, da mezzo milione di euro, sono desolatamente vuote

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Il «dolore» dei parcheggi rotanti. Brutalismo con vista sui cavoli
L’agricoltura che affianca il quartier generale del posteggio a rotazione. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Alla fine di febbraio avevano effettuato il collaudo tecnico seguito da una fase di prova gratuita, ma la “meraviglia” metallica della Pula Parking, a metà aprile e quasi alle soglie della stagione turistica, non è ancora stata messa in funzione a beneficio degli automobilisti non spaventati dall’idea di sistemare la propria macchina… sospesa in aria su piani aperti fino a 30 metri d’altezza. Il parcheggio rotante, classificato quale tecnologia pratica e sicura, continua a essere soggetto a manovre di verifica, già ben dotato da display, transenne e sportelli, pronti al fine di accomodare tutti coloro che sono pronti ad accettare l’applicazione di meccanismi ritenuti innovativi per la soluzione del problema posteggio a Pola.

Il mostro metallico che riporta Pola nell’età del ferro.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

A prescindere dal fatto che l’estetica sia una faccenda relativa e che il sentimento di piacere o dispiacere che si avverte di fronte allo spettacolo della natura o di un’immagine artificiale da ambiente urbano, i giudizi scaturiti alla vista di questo mastodonte di ferro non risultano essere troppo favorevoli. E si continua a discutere e confabulare perplessi, anche se de gustibus non est disputandum, mentre tutta l’area destinata ad aggiungere ulteriori strutture di parcheggio rotante – fino a creare degli enormi parallelepipedi da imbottire con vegetazione sintetica – è stata tracciata da un gran labirinto di strisce blu, per rendere possibile la messa in funzione di ulteriori posteggi a pagamento, in detto caso al pianterreno. La zona in questione continua a rappresentare l’angolo della bizzarria per eccellenza. Dove finisce il parcheggio Campo Marzio 1, di regola “satollo” di macchine e mai sufficiente a soddisfare le insaziabili necessità dei motorizzati, comincia la zona del miracolo metallico in fase di aspettativa per venire triplicato. Tra l’una e l’altra dimensione sacrificata alle urbane necessità, vedi innestata una linda radura dedicata alla coltivazione dei cavoli, ereditata dai tempi che furono, quando questa zona di Pola era completamente rurale. È talmente estesa e ben curata da poter ben scommettere che tanto di piante erbacee delle crocifere, finiranno sulle bancarelle del mercato e condite nei piatti dei cittadini, dopo aver “respirato” il biossido di carbonio del pieno centro città.

Una landa di cavoli tra le aree di parcheggio.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Torniamo alla struttura metallica. È un orrore? Pazienza, perché, dicono, tornerà utile… E la praticità annulla l’estetica. L’agricoltura continua a infilare ortaggi che faranno la loro inquinata fotosintesi clorofilliana tra le ruote dei veicoli? Pazienza, perché l’assetto organizzativo delle aree urbane non può cambiare in pochi decenni (a quanto pare ci vogliono secoli). La costruzione batte in concorrenza la Torre Eiffel, simbolo della Francia? Pazienza, se a rimanere impressa nella mente è l’alterigia locale con cui si fa pubblicità al gran progetto da ingrandire nel tempo e mascherare da fogliame in plastica. C’era una volta il nuovo brutalismo, chiamato anche solo brutalismo, stile architettonico nato durante il secondo dopoguerra e sviluppatosi fino agli anni Settanta, poi rinnegato perché fin troppo sgraziato. Sarà che Pola lo avrà ripristinato. Brutalismo potrebbe essere. Ma alla Pula Parking hanno letteralmente annunciato che la progettazione della Torre Eiffel, risulterà proprio niente a confronto con l’impresa in atto a Pola. Siamo la prima (e forse l’ultima) città della Croazia ad avere introdotto dei pilastri metallici per parcheggiare le macchine e in questo momento si attende l’estate e l’arrivo in massa dei turisti per dimostrare, urbi et orbi, quanto sia “bello” parcheggiare in cima al “brutto”, appollaiati su degli ascensori a rotazione. Non siamo a Bangkok o dentro a dimensioni brulicanti di Hong Kong, ma a Pola, città non densamente popolata, eppure definita pioniera della modernizzazione dei posteggi. Da fare invidia a tutte quelle altre, tapine realtà urbane che hanno creato parcheggi da centinaia posti in ubicazioni sotterranee, invisibili e anonime. Abbasso la modestia e la discrezione. Quello che conta è apparire con i primi 30 parcheggi aerei da mezzo milione di euro, contro i 300 e passa metri della torre francese, per cui quello spendaccione di Gustave Eiffel dilapidò quasi 8 milioni di franchi-oro. E se i giornalisti di Le Figaro, alla fine del ‘900 si resero conto della piccolezza materiale dell’uomo contemplando la città dalla torre, i quotidiani di Pola potranno rendersi conto della grandezza dei propositi umani ammirando la città che ha saputo far rinascere il brutalismo… A ciascuna epoca e civiltà i suoi meriti. Ancora una volta. Pazienza.

Pienone al parcheggio Campo Marzio 1.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

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