Giustizia. «La credibilità è ai minimi storici»

DDI, Reformisti-Narodna Stranka, Fokus e PGS criticano la proposta di affidare la carica di Procuratore generale a Ivan Turudić

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Giustizia. «La credibilità è ai minimi storici»
Davor Nađi, Dalibor Paus, Radimir Čačić e Darijo Vasilić. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

“La credibilità della giustizia è ai minimi storici”: non ha dubbi Dalibor Paus, presidente della Dieta Democratica istriana. E non è il solo. Anche Radimir Čačić, Davor Nađi e Darijo Vasilić – rispettivamente presidenti dei Reformisti-Narodna Stranka, di Fokus e del PGS – condividono lo stesso pensiero. Lo hanno detto chiaro e tondo nel corso della conferenza stampa congiunta tenutasi ieri nella sede della DDI di Pola, specificando che la profonda crisi di fiducia dei cittadini nella giustizia è stata ulteriormente acuita dalle ultime scelte del premier. Prima di scendere nei dettagli, sia il presidente della DDI che i colleghi della coalizione hanno espresso solidarietà ai giudici e ai dipendenti dell’organizzazione giudiziaria accusati dai vertici del governo di essere la principale e unica causa della lentezza della giustizia croata spesso oggetto di critiche. “La colpa non è né dei giudici né di tutti gli altri dipendenti. È il sistema giudiziario a essere inefficiente”, sostiene Paus, aggiungendo che la responsabilità di tale inerzia è da attribuire esclusivamente al ministero della Giustizia e di conseguenza all’Esecutivo Plenković. Paus ha quindi detto di sostenere l’annunciato sciopero bianco dei giudici che, secondo il presidente della DDI meritano un aumento delle retribuzioni al pari di tutti gli altri dipendenti pubblici. “Non capisco perché debbano essere discriminati”, commenta Paus che, tornato a parlare di credibilità della giustizia, critica aspramente la proposta del primo ministro di affidare la carica di Procuratore generale della Repubblica a Ivan Turudić. “Le sue competenze professionali non sono in discussione. Tuttavia non posso che dissociarmi dalla volontà del premier di nominare a una carica così rilevante un candidato conosciuto per la sua vicinanza e fedeltà all’HDZ e i suoi molteplici affaire”. “L’eventuale nomina di Turudić renderà il sistema giudiziario ancora meno trasparente”, hanno, invece, commentato Nađi, Čačić e Vasilić, soffermatisi poi sulla cosiddetta Lex AP pensata dal governo con l’obiettivo di porre un bavaglio alla libertà di stampa. “Se la legge sarà approvata dal Parlamento la stampa non potrà più né occuparsi nè scrivere di accuse, indagini e processi fino alla condanna definitiva dell’indiziato”, ha spiegato Čačić, ricordando che i giornalisti non potranno più seguire nemmeno i processi a carico di due parlamentari dell’HDZ che presto potrebbero alzare la mano a favore della proposta di legge.

Cambiato completamente discorso, i quattro leade dei partiti si sono soffermati sul cantiere navale “Uljanik”. Interrogato in merito alla possibilità di lasciare ai cittadini la decisione circa il suo futuro, i vertici della coalizione quadripartita hanno dichiarato di essere favorevoli a un’eventuale referendum consultivo, tra l’altro l’unico strumento nelle mani dei cittadini.

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