Giulio Marongiu, ritorno a casa sulle vele del Klizia

L’esule ha rimesso piede nella città natale dopo averla lasciata nel 1948. Un viaggio di ritorno lungo 800 miglia

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Giulio Marongiu, ritorno a casa sulle vele del Klizia
Foto di gruppo in Riva. Foto: FREDY POROPAT

Caloroso e ricco di emozioni l’arrivo a Pola dell’imbarcazione a vela “Klizia” dell’esule polesano Giulio Marongiu, salpata da Alghero (in provincia di Sassari in Sardegna) lo scorso 20 luglio per compiere il viaggio/evento “Ritorno alla Terra dei Padri”. Ad accogliere l’equipaggio, che ha coperto ben 800 miglia per giungere a Pola, sono stati Donatella Schűrzel, vicepresidente nazionale vicario dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), il vicepresidente del Sabor, Furio Radin, Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’Unione italiana, Ennio Forlani, presidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana, Tamara Brussich, presidente della Comunità degli Italiani di Pola, Debora Radolović e Vito Paoletić, dell’Assemblea della CIP, nonché il vicesindaco di Pola, Bruno Cergnul. Emozionanti gli abbracci dell’equipaggio, che oltre dal capitano Giulio era formata dal figlio Federico – che a Pola hanno rivisto i propri figli e nipoti (giunti per accoglierli) Marco, Umberto e Beatrice, e quindi esuli di terza generazione, Egea Hassner (polese residente a Rovereto) e Marisa Brugna, nativa di Orsera e residente a Fertilia -, Mauro Manca, direttore dell’Ecomuseo Egea di Fertilia, ideatore e coordinatore del viaggio, nonché Giuseppe Bellu, di origini venete. Presenti inoltre molti amici, cittadini e interessati a incontrare i nostri esuli… viaggiatori/navigatori, che hanno compiuto questa singolare impresa. A dare il benvenuto è stato il coro della SEI “Giuseppina Martinuzzi”, diretto dalla maestra Samanta Rocco Popović, che ha intonato “Se ci credi anche tu” (dello Zecchino d’Oro), “La barchetta” e “La pace”, scritte dal rovignese Vlado Benussi. Poi si è fatto tappa alla Comunità degli Italiani di Pola (è saltato il ricevimento dal sindaco, in quanto intervenuto al comizio di protesta contro Castion), dove ci sono stati brevi ma sentiti discorsi di circostanza. Dopo i saluti e i ringraziamenti ai presenti da parte della presidente della CIP, Tamara Brussich, è intervenuto l’on. Radin: “Quest’oggi vedo tanta umanità; la politica m’interessa poco. Con questo gesto senza precedenti si è visto anche che il mare non divide, ma unisce. La storia ha voluto dividerci e per lunghi anni siamo stati lontani. La mia nascita, nel 1950, in pratica combacia con la partenza di Giulio Marongiu, che ha lasciato Pola nel ‘48. Comunque, va assolutamente ribadito che che con l’immaginario siamo stati sempre legati ai nostri esuli. Con l’entrata nell’area Schengen, oggi finalmente anche fisicamente siamo uniti alla nostra madrepatria poiché è caduto anche l’ultimo muro. Oggi non si parla di un incontro tra voi e noi, bensì tra noi e noi. Grazie per aver creato questa magnifica atmosfera, per l’idea e il progetto . Sono fiero di aver dato anche il mio contributo.” Da parte sua l’85.enne capitano Marongiu s’è detto emozionato di essere giunto a Pola, sua città natia, per la prima volta dopo averla lasciata nel ‘48 con il Toscana poi sistemarsi in Sardegna. È stata l’occasione per farla conoscere a suo figlio Federico e ai nipoti Marco, Umberto e Beatrice. Cordiali saluti agli ospiti pure da Demarin e Cergnul, i quali hanno rilevato che Giulio con la “Klizia” e l’equipaggio, grazie al sostegno dell’ANVGD e l’UI, con 800 miglia di navigazione per raggiungere Pola, toccando Muggia, Capodistria, Pirano e Rovigno, hanno scritto la storia. Ha fatto seguito l’intervento della Schulzer, che ha detto sia stata un’emozione grande rincontrarsi con gli esuli presenti. “Come Associazione abbiamo voluto e sostenuto il progetto, poi sostenuto dall’UI e da molte Regioni italiane, ideato due anni fa da Mauro Manca. Il progetto ha un grande valore. Abbiamo la fortuna di vivere questo presente e guardare al futuro. È stata fatta giustizia storica e morale, un ritorno dell’anima e della cultura della nostra gente.” “È stato coronato un sogno – così Manca -, perché è giusto mantenere la propria identità. Venire nella terra dei padri’ è stata filmata da un’equipe della RAI e il filmato realizzato sarà proposto tra breve”. Dopo lo scambio dei doni, c’è stato un rinfresco, non prima però dell’esibizione del coro misto della SAC “Lino Mariani”, diretto dal maestro Ronald Braus e con l’accompagnamento al pianoforte di Sandro Vešligaj, che ha proposto “Inno all’Istria”, un pot-pourri di canzoni polesane tradizionali e infine “Va pensiero” di Giuseppe Verdi.

Giulio Marongiu, Tamara Brussich, Donatella Schurzel.
Foto: FREDY POROPATAT

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