Crisi idrica. Indennizzi per gli autolavaggi chiusi

Il presidente della Regione Boris Miletić ha inoltre avviato l’iter per l’eventuale proclamazione dello stato di calamità naturale a causa della siccità

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Crisi idrica. Indennizzi per gli autolavaggi chiusi
Nello scorso weekend hanno potuto riaprire tutti gli autolavaggi. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Dopo l’allentamento delle misure per combattere la crisi dovuta alla siccità, avvenuto nel fine settimana, ieri si è tenuta un’altra seduta dell’Organo di coordinamento per il monitoraggio dello stato dell’approvvigionamento idrico nella Regione istriana, presieduto da Boris Miletić, presidente della Regione istriana. In collaborazione con le Città e i Comuni della penisola, ha proposto degli indennizzi per gli autolavaggi che non hanno potuto far uso dell’acqua potabile dal 18 luglio quando erano state proclamate le misure per combattere la crisi idrica al 19 agosto quando sono state messe fuori uso e che quindi non potevano svolgere l’attività.
I titolari degli autolavaggi sono invitati a formulare la richiesta d’indennizzo all’assessorato regionale all’Agricoltura, alla Selvicoltura, alla Caccia, alla Pesca e all’Economia idrica e inviarla all’indirizzo mail [email protected]. Hanno tempo per farlo entro lunedì prossimo.
Una volta appurati i dati sugli autolavaggi che sono rimasti chiusi nel succitato periodo, così il comunicato stampa della Regione istriana, verranno definiti i criteri per gli indennizzi.
Contemporaneamente, sempre a causa della persistente siccità, il presidene della Regione Boris Miletić ha avviato la procedura per stabilire se ci siano le condizioni per proclamare lo stato di calamità naturale per venire in aiuto agli agricolotori. In base alla legge, la decisione di proclamare lo stato di calamità naturale per le unità d’autogoverno spetta allo zupano su proposta dei sindaci di Città e Comuni.
Quest’ultimi a loro volta devono constatare se esistono le condizioni per procedere in tale senso. Ricorderemo che lo stato di calamità naturale può venire proclamato se i danni superano il 20 per cento dei preventivi delle Città e dei Comuni per l’anno precedente oppure se il raccolto è diminuito almeno del 30 per cento rispetto alla media degli ultimi tre anni sul territorio di ciascuna unità d’autogoverno locale. Se infine verrà proclamato lo stato di calamità naturale, ciascun agricoltore che ha subito danni avrà diritto a un indennizzo massimo di 15mila euro.

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