Concerti, la Città di Pola fa… chiarezza

Il Fiduciariato chiamato a decidere dei programmi negli ambienti storico-culturali spiega le regole

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Concerti, la Città di Pola fa… chiarezza
Il cortile del Castello veneziano. Foto: DARIA DEGHENGHI

Prima l’agenzia Hiljadarka, adesso l’agenzia Incognito. E, il chiasso massmediatico in merito alle concessioni per organizzare concerti a Pola si riaccende, generando un’ulteriore e insensata confusione. La storia del negato ingresso all’evento musicale turbo-folk al Palasport è già cosa risaputa e, per il momento, e fino a prova contraria, il Tribunale di Pisino ha dato ragione alla Città e alla Pulasport. Ora, invece, l’alta marea si dirige verso il Castello veneziano “reo” di essersi barricato dietro al ponte levatoio di fronte ai Mejaši, complesso di tambure, che avrebbe voluto conquistare il maniero con i propri strumenti popolari a plettro, ma che non ha incontrato risposta favorevole da parte del Fiduciariato cittadino, ente chiamato a decidere dei programmi da tenersi negli ambienti storico-culturali e monumentali di Pola. E a questo punto, la Città risulta nuovamente finire sul banco degli imputati, colpevole di un manifesto atteggiamento di chiusura e di intolleranza nei confronti di ulteriori generi musicali, che non andrebbero esattamente a genio. Alcuni mass media hanno già diffuso considerazioni per dire che Pola è ancora una volta protagonista-responsabile di un sonoro, ottuso e intransigente divieto. E se prima era stato puntato a dito il sindaco, adesso l’ira investe la stessa dirigenza del Museo storico e navale della Regione, che ha sede al Castello con tutto il Fiduciariato di cui sopra composto dallo stesso direttore dell’anzidetta istituzione museale, Gracijano Kešac, quindi dal direttore del Museo archeologico istriano, Darko Komšo, dalla direttrice dell’ente turistico di soggiorno di Pola, Sanja Cinkopan Korotaj, dall’assessore cittadino alla Cultura, Emina Popović e dal produttore musicale Edi Cukerić.

Un’inflazione di eventi
Tutti promulgatori di un “divieto”, che in effetti proibizione non può essere: la funzione conferita dallo stesso Consiglio cittadino all’ente addetto alla selezione degli eventi da ospitare (o meno), è ben nota e legittima ormai da molti anni, visto e considerato che i membri del Fiduciariato detengono importanti cariche pubbliche ed alti livelli di competenze e preparazione professionale. Ma l’autorevolezza che deriva dal sapere e dall’esperienza in materia di gestione del patrimonio storico-logistico, a quanto pare non basta. Il colmo dei colmi sta nel fatto che è lo stesso Fiduciariato costretto a vestire i panni dell’avvocato difensore. Nel comunicato diffuso ieri, con in calce la firma della presidente Emina Popović Sterpin, sta scritto che questa Commissione, fondata il 27 febbraio 2014, e ora chiamata a decidere in merito agli eventi da ospitare a Pola nel 2023, ha analizzato le proposte dei programmi finora pervenuti, constatato se le medesime soddisfino i criteri richiesti per l’allestimento di happening in ambienti storico-culturali di alto livello (Arena, Castello, Fort Bourguignon) e provveduto alla stesura di un esatto calendario, tenendo conto dei termini e della disponibilità di svolgimento durante l’estate culturale polese. Non si erra a dire che i malanni nascono in questi anni post-Covid, quando la fine della pandemia, ha generato il boom, un vero pandemonio e voglia di ripresa da parte della scena musicale. Che la situazione sia estrema, lo comprovano le valutazioni della Commissione cittadina.

Selezione necessaria
“L’interesse per tenere spettacolo entro le ambientazioni storico-culturali è di gran lunga superiore ai termini disponibili. In queste circostanze, quando non è possibile accogliere tutti i programmi offertici, è stata indispensabile una selezione”. Senza aggiungere quanto del resto prescritto secondo regolamento cittadino, per cui il Fiduciariato ha, in effetti, licenza di accettare soltanto programmi di qualità più eccelsa e degna degli ambienti storici, vi è un altro aspetto della faccenda che va tenuto eccome in considerazione. Dalla Città fanno presente che… l’ora si avvicina e che sta per aprirsi al pubblico il Piccolo teatro romano con le sue gradinate con ben 1.500 posti a sedere. E i limiti sono ovvi: due vicinissimi palcoscenici, quello del Castello e quello del ricostruito teatro antico non possono farsi concorrenza la sera stessa e duellare a suon di decibel da altopartlante. “Il Fiduciariato – sta scritto senza mezzi termini – non ha proibito lo svolgimento di alcun programma e nemmeno quello dei Mejaši proposto dall’Incognito Agency”.

Zoričić: «Non è un divieto»
Ad aggiungere argomenti in difesa della Città e dei suoi palcoscenici è anche il sindaco di Pola Filip Zoričić. “Non è un divieto. Di questa parola si abusa sempre, ma la Città ha un suo gruppo di lavoro che decide in merito a quanto verrà ospitato negli ambienti storici. Si tratta di persone qualificate che hanno preso una loro decisione secondo determinati criteri e termini liberi al Castello. Più volte e in più occasioni, negli anni, sono stati eccome respinti diversi concerti. Non è la prima volta. Tuttavia mai c’erano state contestazioni”.

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