Castion senza pace. Il Consiglio di vigilanza se ne va in toto

Nuovo colpo di scena al Centro regionale per la gestione dei rifiuti. La situazione è insostenibile

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Castion senza pace. Il Consiglio di vigilanza se ne va in toto
Il Centro per la raccolta e lo smistamento dei rifiuti di Castion. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Colpo di scena a Castion. Il Consiglio di vigilanza del Centro regionale di smaltimento rifiuti al completo ha rassegnato le dimissioni. È capitato all’improvviso, ma non a ciel sereno, nel periodo più delicato dell’anno, quasi sotto Pasqua e alle porte della ventura stagione turistica, quella che fa triplicare gli accumuli dei rifiuti di tutto il territorio da convogliare nel sud Istria. Estate a parte, non ci poteva essere momento peggiore. A mollare la presa, con decorrenza dalla data odierna (14 marzo) e a desistere dal controllo della gestione dell’impianto sono Marino Drandić che abbandona la funzione di presidente assieme a tutti gli altri membri e collaboratori: Bojan Blagonić, Valerio Drandić e Darko Brborović. La loro irrevocabile uscita di scena è stata annunciata in tutta la sua gravità, ieri mattina, all’incontro stampa convocato per avvertire l’opinione pubblica che il sistema di smaltimento dei rifiuti si trova di fronte al suo totale collasso. Nel denunciare una situazione a dir poco allarmante, puntano il dito in due esatte direzioni: verso la Città di Pola e la Regione istriana, colpevoli, in quanto proprietarie di un Centro che rappresenta, ormai perennemente, un guaio insostenibile e finora irrisolvibile.

Il lungo elenco dei difetti
L’elenco dei difetti, dei guasti e della cilecca di Castion ha fatto perdere letteralmente la pazienza: le emissioni odorigene generate dalla discarica non sono state ancora abbattute, le competenze ingegneristiche di chi ha in gestione l’impianto obbligato a fagocitare i rifiuti di tutta la penisola istriana, non sono riuscite a venire a capo dell’enigma, i processi di decomposizione non sono tuttora stati gestiti e controllati a dovere e il sabotaggio compiuto a danno dell’industria dell’ospitalità non è stato mai fermato. L’elenco degli inconvenienti e di tante altre serie complicazioni dovute al sovraccumulo non smaltibile o riciclabile potrebbe continuare, ma quello che ora spunta in superficie è soprattutto la reazione stizzita del Consiglio di vigilanza che, inaspettatamente, ha detto basta e reso, noto urbi et orbi che, a proprio avviso, la Città e la Regione non hanno compiuto nulla per mettere ordine alla discarica e non hanno nemmeno tenuto conto di alcuna informazione e suggerimento a loro costantemente inoltrati da parte dell’organo consigliare. La mossa, invero radicale, viene ritenuta indispensabile, per risvegliare i responsabili dal loro torpore e spingerli a intraprendere le iniziative necessarie con urgenza, anche perché, stando ai dimissionari la prospettiva per i cittadini è… nuvolosa. Come comunicato: “Aspettatevi puzza anche nella prossima estate”.

Non tutto è perduto
Tutto è perduto? Oltre a far squillare il campanello d’allarme, Marino Drandić ha rilevato anche questo: “Riteniamo che vi sia ancora tempo per togliersi d’impaccio, prima che l’estate si prenda il sopravvento, ammesso però che i soggetti coinvolti mettano in campo massime energie e che questo problema non venga manipolato ad altri fini reconditi. Lo scopo di questo nostro gesto radicale è proprio quello di rendere palese la serietà della situazione cui ci si trova di fronte”.

Serve un tariffario reale
Alla conferenza stampa convocata dai dimissionari ha preso parte anche lo stesso direttore del Centro di Castion, Dražen Stilinović che a differenza dei membri del Consiglio, non ha palesato alcun proposito di abbandonare il proprio incarico. Il Consiglio di vigilanza uscente, però non biasima il lavoro del dirigente bensì gli esprime appoggio in virtù della professionalità dimostrata e di quanto compiuto finora. Quello che invece è meritevole di una sonora bocciatura è il sistema di smaltimento come tale: fiacco a dismisura, incapace di funzionare e di adeguarsi in maniera tempestiva, anche perché nel medesimo risultano coinvolti fin troppi soggetti. Da quanto fatto presente non vi sarebbe stata riunione con sindaci di Città, sindaci di Comuni, imprese municipali e altri enti dove non sia stata posta in risalto la lentezza del prendere le decisioni in materia di smaltimento. Il Consiglio si ritiene pertanto impotente in rapporto ai problemi di cui non si sente responsabile, pur facendoli presenti ormai da anni entro il loro contesto diventato insostenibile. L’aspetto più concreto che sta dietro alla goccia che ha fatto traboccare il vaso del disappunto è facilmente captabile. Mai ancora c’è stata fermezza nel definire un tariffario reale per lo smaltimento dei rifiuti regionali, tale da poter coprire le spese del servizio e da non costringere Castion a funzionare al limite della sopravvivenza, mediante strategie di risparmio applicate allo smaltimento del combustibile solido recuperato (SRF) e alla ridotta manutenzione dell’impianto a causa delle quali si potrebbe andare incontro a conseguenze anche pesanti. Dal Consiglio uscente un rinnovato appello a introdurre fino in fondo l’uso dei contenitori per la raccolta dei rifiuti organici, quelli che più generano fetore, se malamente gestiti e dai quali nasce il problema di fondo.

Zoričić: «Stiamo cercand di venire a capo dei problemi»
Le dimissioni del Consiglio di vigilanza del Centro regionale di gestione dei rifiuti hanno scosso il sindaco che nondimeno respinge le accuse di inerzia che gli viene rinfacciata. Questo il suo commento a caldo: “Mi spiace che se ne vadano, ma devo dire che mai fino ad ora i problemi di Castion sono stati discussi con maggiore frequenza e con maggiore coinvolgimento dei soggetti interessati. I problemi sono molti, non lo nego, ma è vero anche che stiamo cercando di venirne a capo e che in questo senso siamo andati lontano. In primo luogo entro maggio avremo sul tavolo le offerte per lo smaltimento degli eccessi della spazzatura dalle località balneari nella stagione di punta. I sindaci delle città di mare sono d’accordo di procedere in questa maniera per non sovraccaricare Castion un altra estate di fila. Per quanto attiene l’attribuzione delle quote sociali i tempi di attesa sono lunghi ma è ovvio”.
“Per quanto riguarda invece lo smaltimento delle balle di RDF, e vi dico che ormai ne abbiamo 17.000, abbiamo la possibilità di fruire dei mezzi del Fondo per l’efficienza energetica e tutela ambientale – ha continuato il sindaco di Pola, Città che detiene il 51 per cento delle quote sociali –. La manovra vale due milioni di euro ma il Fondo potrebbe partecipare con 750.000 euro e le prime 10.000 balle di RDF potrebbero uscire da Castion in tempi relativamente brevi, e le altre 7.000 subito dopo. Tutto il carico potrebbe lasciare Pola e l’Istria entro l’estate. Quindi, accetto le dimissioni della Commissione di vigilanza ma rifiuto il giudizio per cui la Città di Pola non avrebbe mosso dito per risolvere le difficoltà di amministrazione dell’impianto. Risolte le emergenze, sono dell’idea che bisognerebbe cominciare a pensare al futuro di Castion nel senso di un suo ridimensionamento e confinamento ai soli Comuni e Città dell’Istria meridionale, se così decidessero i residenti in sede di referendum. Ma ne riparleremo a tempo debito”, ha concluso il sindaco Zoričić. (dd)

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