Lotta continua contro le stazioni radio base

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Lotta continua contro le stazioni radio base

Chi la dura la vince, anche contro la (pre)potenza dei grandi operatori della telefonia mobile. Non è passato neppure un mese da quando l’ispezione edile ha multato la VIPnet per aver installato senza il permesso necessario una stazione radio base sopra un edificio nel rione di Castagner, che a Stignano fiocca una nuova ammenda nella misura di 70mila kune contro la Telekom croata. Sembra incredibile, considerata la tendenza del “lasciar passare”, chiudendo non uno ma tutti e due occhi, al cospetto dell’invasione degli impianti della telefonia in piene aree abitate. Non è chiaro se a muovere le acque siano le proteste dei cittadini o una neonata propensione dell’ispettorato a multare per rimpolpare le casse dello Stato.

Il terzo finto camino

Sta di fatto che facendo quadrato, gli abitanti di Stignano sono riusciti a chiedere l’intervento dell’ispettorato e a imporre una prima punizione per il terzo “finto” camino spuntato sopra la casa in via Baližerka 96, ancora una anno fa. Lo scorso ottobre all’operatore erano stati concessi 90 giorni di tempo per rimuovere la struttura rooftop mascherata da camino, in quanto installata senza alcun permesso da parte della Città di Pola. Considerata la sordità e l’irremovibilità del gestore della telefonia, si è arrivati alla multa comprensiva di un ulteriore ultimatum: l’ispettorato si farà pagare altro denaro sonante qualora si ostineranno a non togliere la struttura priva di autorizzazione edilizia. A conferire voce in capitolo all’ispezione edile è la situazione riscontrata sul terreno: semplicemente, non si tratta di un brutto impatto visivo e ambientale, né si parla esplicitamente d’inquinamento elettromagnetico, ma di mancanza di autorizzazione per un impianto di telefonia comparso “entro l’area del Piano regolatore della Città di Pola ed entro la zona contemplata nel Piano d’assetto urbanistico di Stignano, ovvero all’interno del territorio rivierasco sotto tutela e l’area abitata”.

Troppo vicina all’asilo

L’antenna “incriminata”, quindi, sorge nel raggio di 400 metri dall’edificio dell’asilo “Dado” e dell’adiacente parco giochi, il che risulta essere in collisione con l’articolo 117 del Piano urbanistico della Città di Pola. Un po’ di cronistoria per capire, che il rebus delle antenne non ha regole logiche. La protesta pubblica degli abitanti del luogo era stata manifestata non appena era cresciuto il terzo strano elemento di arredo urbano, quindi era arrivato il momento di procedere con la sottoscrizione di una petizione contro le stazioni radio base (SRB). Il fatto più strano è che i primi due “camini”, alias antenne mascherate erano state collocate sul medesimo tetto ancora sette anni fa, vale a dire nel 2010. A nulla erano allora valse le lamentele e nel corso degli anni, gli operatori erano riusciti a tutelarsi, ottenendo nero su bianco, la legalizzazione delle loro stazioni radio base. Stessa casa, stesso tetto, medesima ubicazione, per cui l’identica normativa, che impedisce alla terza stazione di esistere, dovrebbe essere stateaapplicate anche nel caso delle prime due.

Tutela per tutti

Ma non era andata così. Asili e campi da gioco a parte, il presidente del Consiglio del locale Comitato di quartiere, Dušanko Babić, ha segnalato che anche le case familiari hanno diritto alla tutela, essendo le stesse a poche decine di metri di distanza dalle stazioni radiobase. Da qui l’iniziativa andata in porto l’altra settimana. Un gruppo di cittadini ha richiesto una misurazione dei valori dell’energia elettromagnetica irradiata nell’area vicina alla antenne. Il Comitato di quartiere si è rivolto alla Città, che a sua volta ha finanziato (con 10.500 kune), l’intervento del “Centro per le misurazioni nell’ambiente”, di Zagabria. Le valutazioni effettuate in 18 punti critici hanno preso in considerazione l’impatto ambientale di tutte e tre le antenne: oltre a quella della Telekom, anche quelle della VIPnet della Tele2. In base a quanto rilevato, i valori non risulterebbero superare i parametri della normativa croata stabiliti dal Regolamento sulla tutela dai campi elettromagnetici o raggiungere i livelli d’allarme definiti dal Regolamento sulle condizioni di salute. In ogni caso è guerra dichiarata: opposizione locale contro l’invadenza delle telecomunicazioni proseguirà possibilmente fino allo smantellamento di tutte e tre le strutture SRB.

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