Ai Mercati un menù «austro-ungarico»

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Ai Mercati un menù «austro-ungarico»

“Key Q+” ovvero esempi di cucina storica ed etnica con finalità didattiche, al fine di valorizzare il patrimonio eno-gastronomico, la storia e la cultura del territorio, gli ortaggi e gli alimenti locali di stagione. Questo in quanto a teoria, argomentazioni e propositi. In quanto alla pratica, poi, si parla molto semplicemente di polpettine di carne con patate “in tecia” alla triestina, il cavolo cappuccio viola al tegame, un velo di sugo rosso e un bicchiere di vino, seguiti dalle crepes ovvero “palacinke” all’uva sultanina guarnite di marmellata e servite gratuitamente ai passanti nell’ambito di un progetto di collaborazione transfrontaliera realizzato con i soldi dell’Unione Europea. Viene da pensare che forse l’Unione Europea i soldi per la cooperazione tra le nazioni le concede piuttosto di manica larga… Ma tant’è.

Tre Paesi… adriatici
Continuano dunque i festeggiamenti in onore dei 115 anni dell’apertura del mercato coperto di Pola, costruzione di chiara impronta Liberty, meritevole, tra le altre, di avere esteso il perimetro del centro urbano in direzione di Pragrande. La direzione dell’azienda che gestisce i mercati civici (Tržnica) si è unita all’Azienda regionale per lo sviluppo rurale AZZRI che fa da capofila nel progetto “KeY Q+” (per esteso: “Una chiave per la qualità nello sviluppo e nella valorizzazione responsabile delle risorse agro-alimentari di entrambe le coste adriatiche) sostenuto con i mezzi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Gli autori del progetto dichiarano di avere avuto per obiettivi “lo sviluppo dell’area adriatica attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici, delle risorse agro-alimentari locali”, qui inclusi il patrimonio ambientale e culturale nonché il capitale umano. Vi partecipanto partner istituzionali e scuole di alberghiera, ristorazione e turismo di tre Paesi che si affacciano all’Adriatico e precisamente Italia, Croazia, e Bosnia ed Erzegovina, ciascuno con iniziative proprie, per lo più a diffusione locale.

Una volta Vienna, oggi Bruxelles
Come quello di ieri davanti al mercato coperto di cui si festeggiano i 115 anni dall’apertura per volere dell’allora podestà Lodovico Rizzi. E sia detto di passaggio che, nel ricoprire il ruolo di podestà fra il 1889 e il 1904, Rizzi si distinse per le numerose opere pubbliche attuate nel periodo della massima espansione economica e demografica della città, come la centrale telefonica (1891), le reti fognaria e idrica (1897), l’illuminazione pubblica (1900) e il tram elettrico (1904), opere per le quali fu abile a ottenere sostanziosi stanziamenti da parte di Vienna. Proprio come stiamo facendo noi oggi con Bruxelles.
Tornando al nostro menù “austro-ungarico”, va detto che di speciale non ha avuto proprio nulla (tanto è vero che le polpette con le patate e il cavolo ce le mangiamo di norma una volta la settimana, proprio come le “palacinke”, e senza pensare alle tradizioni austriache), ma questo non ha scoraggiato gli affamati e i patiti delle sagre a gustare le pietanze offerte, sicché i piatti sono andati a ruba nel giro di un amen. Presenti anche i bambini degli asili di Pola, ma non per gustare le polpette, bensì per disegnare e colorare qualcosa in tema “austriaco” o comunque relativo al commercio, al mercato, agli ortaggi e agli alimenti che troviamo ogni giorno il tavola. Ai bambini degli asili che durante tutto l’anno hanno frequentato i mercati civici per scoprire, appunto, “da dove viene il cibo che mangiamo tutti i giorni”, le maestre hanno spiegato che in queste ultime settimane di primavera in città si stanno festeggiando i mitici 115 anni del mercato coperto. Manco a dirlo, il menù “asburgico”, dessert compreso, è andato a ruba nel giro di una mezz’ora. Proprio come succede con le frittate di Pasqua e di Natale, e le sardelle ad agosto e a dicembre.

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