Prodotti locali. Tanto rammarico per i prezzi

«C’è malumore fra gli agricoltori», ha confermato Dario Makovac, presidente dell’associazione «Pomidor» di Umago, soffermandosi sui problemi del settore

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Prodotti locali. Tanto rammarico per i prezzi

La mietitura dei cereali, che generalmente inizia nei primi giorni di luglio, anche quest’anno si svolge nell’incertezza a causa del prezzo del grano, che è sempre inferiore alle aspettative. Visto che riesce appena a coprire le spese, gli agricoltori oggi preferiscono altre colture, più redditizie, come la cipolla, il sedano, la patata novella o il pomodoro, ma sono costretti piantare anche frumento, orzo e ravizzone, per effettuare la rotazione delle colture e riossigenare il terreno.

 

Fino a qualche decennio fa non era così: i cereali servivano, eccome, alle famiglie contadine, sia per il pane che per gli animali. Tuttavia, oggi, con rammarico, bisogna dire che non ci sono più mulini del pane, e quello di Umago, come tanti altri in Istria, ha una valenza puramente storica e simbolica.

Per secoli l’Istria contadina ha vissuto la raccolta dei cereali, in primo luogo frumento e orzo, come un momento davvero importante che portava alla fine del ciclo produttivo. E alla mietitura, che veniva fatta anche a mano, partecipavano tutti. Poi, con l’arrivo delle macchine, tutto è diventato più facile e semplice, ma sono subentrati ben altri problemi, legati alla chiusura dei mulini e al trasferimento di quasi tutto il grano istriano a Koprivnica, dove finisce negli stabilimenti della ditta “Podravka”, con margini di guadagni quantificabili in lipe, nemmeno in kune, perché le spese di produzione sono aumentate, mentre il prezzo del grano è sempre molto contenuto (da 1,10 a 1,19 kune al chilogrammo). Prezzo che sarà quantificato appena fra qualche giorno, in base all’andamento del mercato, sia nazionale che straniero. Le rese sono nella media con 50-55 quintali per ettaro, la qualità eccellente, per un ottimo pane.

Ancora da stabilire il prezzo del grano

Aumentate le spese

”Per quanto concerne il pomodoro, la cui raccolta inizierà in agosto, piantato su larga scala in questa zona e in altre parti dell’Istria per le esigenze del conservificio della ‘Podravka’ di Koprivnica, va detto soprattutto che le spese di produzione per ettaro di pomodoro sono aumentate e ora, fra piantine, concime, antiparassitari e lavorazione arrivano a 5mila euro per ettaro…

Purtroppo, rispetto ai 3-4 milioni di piantine che generalmente venivano piantate in Istria, quest’anno c’è stata una riduzione importante. Forse non si supererà i 2-3 milioni di piantine. C’è malumore fra gli agricoltori anche per il prezzo ancora basso del pomodoro, perché le importazioni sono troppe. Il nostro prodotto, seppure ottimo, è sottovalutato dal conservificio. Se conteggiamo tutte le spese, nelle quali rientrano le piantine, poi il concime, l’irrigazione artificiale e tanto ancora, compresa la lavorazione, dunque l’aratura, la semina e la raccolta, ci servono 5mila euro per ettaro”, ha detto Dario Makovac, presidente dell’Associazione agricola “Pomidor” di Umago.

Una trebbiatrice all’opera vicino a Umago

A suo avviso, solo le piantine e il concime costano 2mila euro per ettaro. “E se diciamo che su un ettaro vanno piantate 20mila piantine di pomodoro e che il loro costo è di 34 lipe all’una, allora il calcolo è presto fatto. Il guadagno è ridotto all’osso. Il fatto è che nella produzione di pomodoro abbiamo investito un sacco di soldi e cambiare colture non è semplice perché, come nel caso della cipolla, la cui produzione va benissimo, servono altri investimenti e nuovi terreni”, ha concluso.

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