La musica fatta insieme agli altri

A conclusione dei corsi del complesso bandistico della Comunità degli Italiani di Buie, i giovani che li hanno frequentati hanno ricevuto nei giorni scorsi l’attestato di partecipazione

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La musica fatta insieme  agli altri

Mercoledì è stata una giornata dedicata ai 21 allievi della scuola di musica del complesso bandistico della Comunità degli Italiani di Buie, a conclusione dei corsi di musica 2020/2021. I giovani musicisti hanno dato dimostrazione dell’impegno e dello studio che hanno dedicato alla musica durante tutto l’anno affrontando una prova per guadagnarsi l’attestato di partecipazione. Ogni anno è sempre più visibile l’importante valore sociale e culturale che la musica trasmette agli allievi attraverso questi corsi rivolti a ogni classe di strumento, flauto, sassofono, clarinetto, tromba, trombone/bombardino e percussioni.

Corrado Moratto

Chi ha rinunciato ci ripensi

”Dopo una prova musicale e di solfeggio abbiamo effettivamente visto che ci sono stati progressi da parte di tutti gli allievi. La capacità musicale e di lettura ha raggiunto un livello elevato per quello che riguarda una banda e di questo sono contentissimo. Molti hanno superato il corso finale, quello di livello B, che prevede l’ingresso nel complesso stesso. C’è ancora molto lavoro da fare, ma sono profondamente soddisfatto dell’obiettivo raggiunto. Mi dispiace solamente in quanto qualche alunno ha deciso di lasciare il corso ma spero che si ravvederà e tornerà a farne parte. Quindi, per suonare bisogna conoscere la musica e, per quanto mi riguarda, la lettura musicale è arrivata a un buon livello. Spero di continuare il prossimo anno più serenamente in quanto questo è stato molto difficile, con le lezioni in via telematica, ma ce la siamo cavata ugualmente in modo egregio. Per questi motivi, chi ha rinunciato spero ci ripensi, in quanto non tutti hanno le stesse capacità di lettura, a qualcuno serve un mese, ad altri sei, ma alla fine i risultati si vedono. Mi complimento con tutti per l’impegno con cui hanno meritato l’attestato”, ha concluso Corrado Moratto, maestro della scuola di musica e dirigente del complesso bandistico. Ad affiancarlo il presidente del sodalizio Franco Bonetti, il coordinatore e capobanda Mate Mekiš e i bandisti veterani che hanno messo a disposizione le loro competenze diventando maestri dei corsi.

Gli alunni del corso di flauto traverso guidati da Lena Markov sono Eni Dussich, Arlen Fakin e Lara Ponjavić. Sotto la guida di Chiara Bonetti (dirigente della banda giovanile), a scegliere il clarinetto sono Alexia Civitan, Ketrin Arula, Eiji Pernić, Nina Dragolin, Nataly Blašković e Chiara Mekiš. L’attestato per il corso di sassofono contralto (seconda maestra del complesso, Dionea Sirotić) sono andati a Marta Fachin, Iva Uljenik, Arlene Civitan, Mia Agarinis e Elis Pincin, mentre sotto l’insegnamento di Corrado Moratto l’attestato è stato consegnato ad An Pernić per la tromba, Damjan Blašković, Matej Blašković e Rayan Vižintin per il trombone/bombardino. A insegnare le percussioni è Nikša Dragolin, con l’aiuto di Mattia Flego, a Ilaria Kozlović Poniz, Antonio Basiaco, Ruben Pagliuch ed Elena Marušić.

Mate Mekiš, Corrado Moratto, Chiara Bonetti e Dionea Sirotić

Un ambiente eterogeneo

Come spiegato da Moratto, i corsi di musica comprendono lezioni di Teoria, Solfeggio, Strumento, Canto e Musica d’Assieme. Gli strumenti interessati sono quelli a fiato e a percussione presenti nell’organico tradizionale del complesso bandistico. Durante il periodo di studio e di frequentazione della banda è possibile utilizzare gli strumenti di proprietà del sodalizio, acquistati grazie a un fondo privato del complesso e al contributo del Ministero degli Affari Esteri Italiano in applicazione delle convenzioni stipulate tra il MAE e l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste. Alcuni componenti sono già entrati in banda, mentre altri, soprattutto i più piccoli, grazie a queste esperienze, si avvicinano per la prima volta alla “musica fatta tutti insieme”, in cui ognuno ha una parte e deve imparare a contare per conto proprio, partire al momento giusto, calibrare le dinamiche e adeguarsi al ritmo che il maestro, con il solo uso delle mani, impartisce.

La frequenza è settimanale e prevede lo studio di un repertorio bandistico, adattato alle capacità di ogni musicante in formazione. Durante l’anno gli allievi hanno l’opportunità di esibirsi in piccoli concerti organizzati al fine di vivere le prime esperienze del far musica per qualcuno. L’allievo che inizia poi a far parte dell’organico effettivo si abitua a condividere le opinioni degli anziani, a esprimere opportunamente le proprie e, successivamente, si trova a dover spiegare a sua volta agli allievi più giovani di lui le cose che ha appreso. L’ambiente eterogeneo per sesso, età, cultura e professione della banda vuole essere quindi un esempio di convivenza costruttiva basato sul principale elemento comune, che è la passione per la musica e la sua diffusione al servizio dell’intera comunità.

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