Nel ping pong delle competenze vincono i furbi che snobbano la legge

L’abusivismo, un problema che coinvolge abitanti, Ministeri ed enti cittadini

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Nel ping pong delle competenze vincono i furbi che snobbano la legge
Sempre più alloggi abusivi. Foto: MANUELA BAISSERO

In Istria è ben noto lo scenario che vede grandi appezzamenti di terreno divisi in lotti più piccoli, di 500-600 metri quadrati, venduti a caro prezzo. Su questi vengono poste dapprima delle roulotte e poi pian piano vengono costruite piccole abitazioni. Così l’ambiente viene devastato e invece di coltivazioni agricole spuntano casette vacanziere, il cui numero negli ultimi anni è aumentato prepotentemente. Gli abitanti di San Lorenzo e dintorni, località del territorio della Città di Umago, sono amareggiati e hanno quindi deciso di fare convergere l’attenzione su questa problematica: la corsa al profitto è irrefrenabile, si svendono campi, boschi, terreni incolti e sorgono piccoli villaggi turistici. Per i nuovi proprietari, che hanno voluto rimanere anonimi, tutto è legale, in quanto le strutture sono mobili. Le roulotte però, per legge, possono essere sistemate solamente in una zona turistica, in nessun modo nelle zone boschive, nelle quali non si dovrebbe neppure pernottare e tantomeno trascorrervi le vacanze. Gli abitanti del posto hanno denunciato il tutto all’ispettorato statale, alla guardia municipale e a diversi Ministeri.

A contattarci è stata Manuela Baissero: “Non è giusto che noi abitanti del luogo paghiamo regolarmente ogni servizio, mentre loro non pagano nessun servizio pubblico, come l’asporto dell’immondizia, la tassa di residenza e altro”.
Katarina Badurina conferma come questo problema sia conosciuto già da molto tempo ed esprime il forte desiderio che si risolva una volta per sempre, in quanto sono tutti molto delusi di questa situazione che li fa sentire cittadini di seconda categoria.
Ad esprimersi in merito pure Vinko Golčić: “Se noi abitanti del luogo volessimo costruire qualcosa, non lo potremmo fare in quanto le istituzioni competenti verrebbero subito a demolire le costruzioni. Gli stranieri, invece, per la maggior parte sloveni e austriaci, costruiscono dall’oggi al domani”.
Sandra Maršić, abitante del luogo, ha confermato che da alcuni enti e istituzioni è giunta una risposta che qualcosa in merito si sta facendo, però, come ha sottolineato, si stanno solamente passando la palla senza risolvere alcunché.
Va specificato che per legge gli stranieri non possono essere proprietari di terreni agricoli, però… fatta la legge, trovato l’inganno: si prevarica la normativa sottoscrivendo contratti per l’usufrutto di terreni fertili. Comunque, anche risolta la faccenda del terreno, le casette che vi si trovano hanno pure l’allacciamento alla rete idrica, come confermato dall’Acquedotto istriano, con contratti a norma di legge. Quindi, le incongruenze sono molte.
Goran Galović, fondatore dell’iniziativa Umago Verde, ribadisce che “una proposta concreta sull’abusivismo edilizio e sulla lottizzazione di terreni agricoli è di competenza dell’Ispettorato per l’edilizia, che ha un ufficio a Umago e che prenderà i dovuti provvedimenti”.
A Umago confermano che già da anni stanno combattendo contro questo scempio, in quanto le guardie comunali controllano e denunciano le irregolarità all’Ispezione forestale e agricola, ma tutto si ferma qui.
Il sindaco di Umago, Vili Bassanese, rileva come quanto succede sia la sconfitta del sistema, che decisamente non funziona: “Innanzitutto è una sconfitta del buon senso e della professionalità. La Legge sulla legalizzazione è la peggiore che si sia potuta introdurre in Croazia”.
Nella risposta del Ministero dell’Agricoltura, interpellato in merito a quanto sta succedendo, si legge che “il Ministero dell’Agricoltura è responsabile dell’attuazione della parcellazione dei terreni agricoli di proprietà della Repubblica di Croazia. La supervisione dell’uso dei terreni agricoli è di competenza dell’Ispettorato statale”. Così, mentre la responsabilità rimbalza dall’uno all’altro, si continua a distruggere l’ambiente.

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