Le CI Castelvenere e Cherso: un ponte tra due realtà unite da un’identità comune

Il sodalizio istriano ospite per due giorni di quello isolano per un piacevole scambio culturale

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Le CI Castelvenere e Cherso: un ponte tra due realtà unite da un’identità comune
Nel centro storico di Cherso. Foto: CI CASTELVENERE

Nell’ambito di un vibrante scambio culturale, la Comunità degli Italiani di Castelvenere ha tessuto un legame profondo con quella di Cherso, creando un ponte tra due realtà distinte, ma unite dalla comune identità italiana. Guidati dalla presidente Tamara Tomasich, i connazionali e attivisti di Castelvenere hanno fatto visita alla CI di Cherso, dove a dare loro il benvenuto è stato il presidente Daniele Surdić, in un’atmosfera calorosa e d’amicizia.

Il culmine dell’incontro della prima giornata è stato “Una serata di maggio”, spettacolo coinvolgente, dove i talentuosi gruppi di attività di ballo, canto e recitazione di Castelvenere hanno dato prova del loro estro e della loro passione. Con le loro esibizioni hanno trasportato i numerosi presenti in un viaggio attraverso le tradizioni e la cultura della loro terra d’origine. Oltre all’aspetto artistico, lo scambio culturale ha fornito pure l’occasione di mantenere vive le tradizioni e di trasmettere il patrimonio culturale italiano alle generazioni future, garantendo così la continuità di un legame tra connazionali di diversi territori grazie allo scambio di conoscenze, esperienze e passioni.

Canto, ballo e recitazione
A esibirsi per prima è stata la klapa maschile “Castrum Veneris”, che diretta dal Maestro Teo Biloslavo, ha regalato al pubblico un’esperienza musicale indimenticabile attraverso una selezione di brani eseguiti impeccabilmente. L’esibizione ha preso il via con “Senti il martello”, un brano carico di energia e passione nel quale le voci potenti e ben modulate del gruppo hanno reso giustizia alla forza e alla profondità della composizione. Con “In mezzo al mar”, il gruppo ha dimostrato la propria versatilità, passando da toni vigorosi a melodie più dolci e malinconiche, mentre “La rusada” ha portato un tocco di tradizione e folclore, evocando immagini vivide della campagna e delle sue antiche tradizioni. Con “Va l’ombra Nineta” ha toccato corde emotive profonde, per concludere con “Kroz planine brda i gore”, un brano che ha mescolato abilmente elementi tradizionali e contemporanei.
È seguita l’essenza della grazia e dell’energia della sezione di ballo. Divise in due gruppi distinti, le ballerine “Dancing waves” e le più giovani “Little dancing waves” hanno portato sul palcoscenico talento e passione. Sotto la direzione della maestra Donatella Krastić, che ha firmato pure le coreografie, le ballerine hanno eseguito due pezzi distinti: le più grandi hanno incantato il pubblico con la loro interpretazione emotiva di “Milion Dreams”, mentre le giovanissime hanno portato gioia e divertimento con “Snowman”.
La filodrammatica, diretta da Matei Novak, ha poi incantato il pubblico con il suo ultimo lavoro, lo sketch inedito intitolato “L’arpion”, offrendo uno sguardo ironico sulle dinamiche familiari e di genere. Al centro dello spettacolo, la famiglia Paron, dove sono le donne a dettar legge, a tal punto da dare il proprio cognome al marito. Attraverso scene brillanti e divertenti, lo sketch ha dipinto le vicende di una famiglia dove le donne esercitano il loro potere in modo ironico. “L’arpion” è stato non solo uno spettacolo d’intrattenimento, ma anche un esempio luminoso di come il teatro possa unire le persone e stimolare la creatività. Al termine dello spettacolo e dopo il consueto scambio dei doni, gli attivisti sono stati travolti da un applauso scrosciante, omaggiando tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo straordinario evento.

Un viaggio tra passato e presente
Il secondo giorno, guidato dal presidente della CI ospitante Daniele Surdić, il gruppo ha intrapreso un viaggio alla scoperta di quest’affascinante città, un gioiello intriso di storia, cultura e tradizione. L’avventura è iniziata con una passeggiata attraverso le strette stradine di Cherso, mentre Surdić raccontava storie avvincenti su antiche battaglie, nobili famiglie e leggende intramontabili. Dai resti delle mura medievali al maestoso porto, ogni angolo della città ha raccontato una parte del suo affascinante passato.
Ma il viaggio non si è limitato alla semplice osservazione. Il sodalizio di Cherso ha riservato agli ospiti un’esperienza unica: un laboratorio di lavorazione della lana presso l’associazione locale “Ruta”. Qui hanno avuto modo d’immergersi nelle antiche tecniche di tessitura e filatura, tramandate di generazione in generazione.
L’incontro tra le due Comunità ha dato vita a un intenso scambio culturale, dove le esperienze e le tradizioni si sono fuse in un viaggio indimenticabile. Oltre alla scoperta dei luoghi storici, i momenti di condivisione hanno permesso ai partecipanti di vivere appieno l’essenza della cultura locale, creando un ponte tra passato e presente.
Un’esperienza da ricordare, finanziata dall’Unione Italiana attraverso il fondo destinato al programma “Scambi tra CI”, che ha dimostrato il potere unificante della condivisione attraverso le abilità artistiche, le storie, le esperienze e i valori, permettendo di approfondire la comprensione reciproca e di rinsaldare legami fraterni tra le due realtà.

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