“Mi scuso pubblicamente per avere votato come ho votato”, è il “mea culpa” di Nebojša Zelič, a capo della sezione fiumana di “Možemo!” e membro del Consiglio cittadino, che torna a riunirsi domani con alcuni punti all’ordine del giorno particolarmente delicati. Quello a cui ha fatto riferimento in conferenza stampa l’esponente della piattaforma politica, riguarda direttamente e indirettamente l’assestamento del Bilancio di previsione. Il “pentimento” è legato alla sua accettazione, due anni fa, della proposta di mettere in vendita dei locali commerciali. “Il sindaco aveva assicurato che il ricavato sarebbe stato utilizzato per la costruzione di strutture per l’istruzione, asili e altro, ma da allora, in questo senso non è successo nulla. Ha aggirato quelle che sono state le sue promesse. A questo punto, siamo contrari alla vendita, anzi alla svendita dei locali di proprietà della Città. È uno dei temi di cui abbiamo parlato con il sindaco anche nel contesto del punto all’odg in cui si dovrebbe approvare la manovra”.
Due anni fa Filipović aveva proposto, e la maggioranza nel Consiglio cittadino accettato, di mettere in vendita 51 locali. “Non si tratta di spazi in condizioni di degrado o inutilizzabili. Sono strutture funzionali che, in prospettiva, attraverso l’affitto possono rappresentare una risorsa permanente per la città e i cittadini. In altre parole, il sindaco aveva proposto di mettere in vendita 51 pezzi dell’argenteria di famiglia e, a quanto pare, non è intenzionato a fermarsi lì. Il Consiglio cittadino ha approvato finora la vendita di 42 di questi locali, tra cui ne sono stati venduti in totale 18, cioè 14 in via definitiva e 4 in fase di realizzazione. La Città ne ha ricavato finora 1,026 milioni di euro. Dove sono stati spesi? Non ci sono né asili né scuole ad averne giovato. In quel momento avevo votato a favore della proposta, mentre la mia collega Iva Davorija è rimasta astenuta. In quell’occasione non ci furono voti contrari con 6 astenuti e 21 favorevoli”.
Zelič ha concluso che diversi locali commerciali in pieno centro, nella zona “0” sono stati venduti a buon mercato, tra cui il “Code bar” in Corso. “Oggi, un locale pubblico, praticamente in riva al mare, a Pećine, potrebbe venire venduto a 1.300 euro il m2. Sappiamo che da quelle parti si superano i 3.000 euro per m2. Lo stesso vale per i locali in prossimità del Quartiere artistico Benčić, per cui non possiamo che considerare la manovra come una svendita. Alla sessione del Consiglio cittadino il sindaco proporrà altri 10 spazi da mettere in vendita – ha spiegato Zelič –, e noi non siamo disposti ad accettarlo. Inoltre, non vi è un piano concreto per quanto riguarda l’utilizzo del denaro incassato. Nella zona “0” viene proposta la vendita di 10 locali, tra Corso, via Starčević e piazze limitrofe. Perché siamo contrari alla loro vendita? Una volta in mani private, il proprietario può decidere che farne. C’è il rischio che gli spazi rimangano chiusi o che finiscano a ospitare contenuti che non vorremmo vedere. Ciò che chiediamo è che non vengano messi in vendita i locali indicati”. Altrimenti, come abbiamo compreso, niente voto per l’assestamento e, con i tempi che corrono, non siamo convinti che il sindaco Marko Filipović possa riceverne da altri.
Iva Davorija ha trattato altri due aspetti, sempre legati alla manovra. Ci sarà un emendamento con cui si chiederà di stanziare 50mila euro per parificare i diritti degli alunni delle scuole medie residenti a Fiume con quelli del circondario. Il tesserino mensile per la prima zona andrebbe ridotto del 25 p.c., oltre a quel 25 p.c. che l’“Autotrolej” ha concesso a tutti gli abbonati in seguito alla riduzione forzata, per mancanza di organico, delle linee urbane e suburbane. Infine, viene salutata l’iniziativa di non vendere, bensì di ristrutturare e dare in affitto, le unità abitative di proprietà della Città che al momento non soddisfano le condizioni per essere utilizzate. “Lo avevamo chiesto anche noi, diverso tempo fa, ma siamo comunque soddisfatti che, malgrado il ritardo, l’idea sia stata accolta”.
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