Una giornata per scambiare idee e crescere

Porte aperte del Centro ATRAC per la cittadinanza. Iniziative per conoscere le varie attività dell’istituto

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Una giornata per scambiare idee e crescere
La Giornata delle porte aperte è stata un’occasione di scambi. Foto: RONI BRMALJ

In occasione del 9º anniversario della sua fondazione, presso il Centro formativo e di ricerca dell’Adriatico per casi d’improvviso inquinamento del mare ATRAC, si è tenuta la Giornata delle porte aperte, tesa a far conoscere le attività dello stesso alla cittadinanza. L’istituto è stata fondato dalla Regione litoraneo-montana nel 2014 nell’ambito del progetto “HAZADR – Rafforzamento della capacità di intervento congiunto nella lotta contro l’inquinamento marino causato da oli e sostanze pericolose e nocive nell’Adriatico”, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera IPA-Adriatico. A raccontare l’importanza, il significato e l’operato del Centro sono stati il suo direttore, Vedran Martinić e la responsabile del Dipartimento per il demanio marittimo, i trasporti e le comunicazioni, Izabela Linčić Mužić. A loro detta, dopo nove anni di attività, oggidì l’istituzione si presenta quale piattaforma tesa allo scambio delle conoscenze ed esperienze nel campo della tutela dell’ambiente marino, le quali si concretizzano proprio nel corso del succitato appuntamento, al quale, oltre a numerosi rappresentanti della Croazia, partecipano anche quelli di altri Paesi.

Conoscere per prevenire
“L’inquinamento ambientale è sempre più frequente, la consapevolezza al riguardo è cresciuta e, di conseguenza, lo è altrettanto il nostro ruolo relativo alla prevenzione, alla tutela e alla formazione di tutti coloro che si occupano della pulizia e della salvaguardia delle superfici contaminate”, ha affermato Martinić. A seguire ha riportato alcuni casi d’inquinamento marino a livello mondiale, quali il disastro ecologico alle Mauritius, con almeno 1.000 t di olio combustibile e diesel sversati in mare e quello dell’incidente in Spagna, quando la petroliera Prestige affondò al largo della costa della Galizia e finirono in mare 77 mila tonnellate di greggio. Successivamente la parola è passata ad Anja Pilepić, che ha raccontato l’esperienza relativa alla missione in Libano, della durata di due settimane, alla quale ha partecipato assieme al direttore in qualità di team di consulenza. La stessa, ha specificato l’esperta, è stata al contempo anche il primo incarico dell’ATRAC in un Paese lontano, a cui ha aderito in qualità di firmatario del contratto con il Centro regionale per i casi d’improvviso inquinamento marino nel Mar Mediterraneo (REMPEC), il quale opera in seno all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e al Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (United Nations Development Programme – UNDP). Per il Centro la partecipazione alla suddetta missione è stata importante anche per la collaborazione effettuata con l’ONU e per le nuove esperienze e conoscenze acquisite in loco, che potranno venir applicate in eventuali incidenti nell’Adriatico. Tra gli altri episodi citati durante la Giornata delle porte aperte, anche quelli del disastro ecologico alle Mauritius, con almeno 1.000 t di olio combustibile e diesel sversati in mare e quello dell’incidente in Spagna, quando la petroliera Prestige affondò al largo della costa della Galizia e finirono in mare 77mila tonnellate di greggio.

Progetti futuri
A seguire, Martinić ha spiegato che il Centro regolarmente organizza svariati corsi di formazione e conferenze, quali la “Adriatic Spill Conference 2023”, patrocinata dal Ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, che ormai da cinque anni viene ospitata dalla città di Abbazia e che vede la partecipazione di esperti del campo provenienti da varie parti del mondo. Accennando, poi, alle attività future, il direttore ha rilevato che “siamo sul mercato da nove anni e a maggio abbiamo in programma di organizzare una conferenza intitolata Eco-incidente. Più in là, nel mese di novembre, riuniremo i gruppi petroliferi del Mediterraneo al fine di essere preparati al meglio, anche se nessuno può esserlo al 100 p.c. Il nostro ruolo è innanzitutto di carattere consultivo e andiamo dove ci chiamano”, ha ancora affermato. Successivamente, ha presentato ai visitatori le attività del Centro e il piano di lavoro per il 2024.

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