Tornano piogge, vento e temporali

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Tornano piogge, vento e temporali

L’improvvisa rimonta dell’alta pressione degli ultimi giorni ha le ore contate. Già a partire da ieri venti meridionali carichi di umidità hanno iniziato a preannunciare l’arrivo di una perturbazione di matrice atlantica, che da stasera porterà un deciso peggioramento del tempo. Intanto, la giornata odierna si presenterà grigia e uggiosa in tutta la Regione, con deboli precipitazioni previste fin dalle prime ore del mattino e in intensificazione nel corso del pomeriggio. Lo scirocco soffierà da forte a molto forte, con possibili disagi nei collegamenti marittimi tra la terraferma e le isole quarnerine. I tiepidi venti dai quadranti sudorientali comporteranno un ulteriore aumento delle temperature, con valori massimi che sulla costa oscilleranno tra i 9 e i 12 gradi, facendoci vivere un contesto più autunnale che invernale. Domani invece sono previste piogge intense, localmente anche abbondanti, e non si escludono nemmeno rovesci di carattere temporalesco. In Gorski kotar tornerà la neve con accumuli attorno ai 10-15 centimetri. Le ultime precipitazioni si esauriranno poi nel corso della serata di domani quando farà il suo ingresso la bora, che nella notte su spazzerà via le ultime nubi, ma porterà altresì un sensibile abbassamento delle temperature.
Sabato ci attende dunque una giornata prevalentemente soleggiata ma fredda, con la colonnina del mercurio che nel Quarnero non supererà i 6 gradi, mentre ad accentuare la sensazione del freddo sarà la bora che soffierà sostenuta, ma comunque in attenuazione già da domenica quando le temperature torneranno timidamente a salire.

Il «Burian» in agguato

Nel frattempo, però, a tenere gli esperti col fiato sospeso è un fenomeno insolito che potrebbe influenzare il clima nelle prossime settimane. Stiamo parlando del cosiddetto “stratwarming”, ovvero un anomalo surriscaldamento della stratosfera sopra il Polo Nord. Da circa un mese, infatti, si stanno verificando sbalzi termici fino a 70 gradi in pochi giorni a una quota di circa 30 chilometri. Tale configurazione è stata inoltre all’origine delle più intense ondate di gelo che hanno investito il continente europeo nel 1929, 1963 e 1985, ovvero gli inverni passati alla storia come i più freddi del secolo scorso. Questo flusso di calore in quota rischia di provocare una spaccatura delle masse d’aria polari, favorendo così la loro discesa verso il cuore dell’Europa e quindi verso il Mediterraneo. A questo punto non è assolutamente da escludere nemmeno il ritorno del famigerato “Burian”, il gelido vento che sferza a oltre 100 chilometri orari le desolate lande siberiane e le steppe kazake, e che già lo scorso febbraio si spinse fino alle nostre latitudini portando con sé un’intensa ondata di gelo e di maltempo. Insomma, la seconda metà di questo mese si preannuncia molto dinamica e ricca di colpi di scena. 

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