Strade molto più sicure grazie ai fondi dell’Ue

Dal 2019 spesi 9,1 milioni di euro (7,44 europei) per risolvere 23 criticità in Croazia. Nell’area fiumana interventi in sette punti nevralgici

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Strade molto più sicure grazie ai fondi dell’Ue
L’intervento di Oleg Butković all’Hilton di Costabella. Foto: RONI BRMALJ

Con la Conferenza conclusiva organizzata all’“Hilton” di Costabella, ieri sono state tirate le somme del Progetto di risanamento dei punti pericolosi sulle strade statali in Croazia. Ci sono voluti 78 mesi, un po’ più del previsto a causa di vari fattori (crisi energetica, Covid, guerra in Ucraina), ma si è giunti alla fine. In questo periodo sono stati spesi 9,1 milioni di euro per rendere più sicure le arterie del Paese. Per l’85 per cento le operazioni di risanamento sono state finanziate dai fondi dell’Unione europea (7,4 milioni). Alla Conferenza è intervento il vicepremier e ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, Oleg Butković assieme al direttore dell’azienda “Hrvatske ceste” Josip Škorić, Dragan Jelić dell’Agenzia centrale per il finanziamento e la gestione dei programmi e dei progetti dell’Ue, Marko Šoštarić, preside della Facoltà delle scienze del traffico di Zagabria e Darko Rac, in rappresentanza del Ministero degli Interni.

Una delle sfide del giorno d’oggi
Il progetto finanziato dai fondi europei ha riguardato 23 punti critici. La Croazia è stata suddivisa in cinque zone, ovvero in quelle di Zagabria, Osijek, Spalato, Zara e Fiume. All’“Hilton” ci si è concentrati ieri su quest’ultima, in riferimento alla quale ci sono stati sette interventi. “La sicurezza nel traffico stradale è una delle sfide della società contemporanea – ha commentato Škorić –, poiché gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani tra i 15 e in 29 anni d’età. Nel mondo gli incidenti stradali sono complessivamente all’ottavo posto come causa di decesso. Ogni 23 secondi, in media, nel mondo muore una persona. Periscono più persone sulle strade che nelle guerre. Dal 2001 nel nostro Paese si lavora sistematicamente sulla questione della sicurezza con un programma che finora ha riguardato circa 300 punti nevralgici. In passato la nostra azienda ha provveduto a finanziare gli interventi con le proprie risorse. Con l’ingresso nell’Ue si sono creati i presupposti per attingere ad altre fonti”.

Ridurre il numero delle vittime
L’obiettivo dell’Ue sarebbe quello di arrivare a ridurre del 50 per cento il numero di morti sulle strade entro il 2030, condiviso anche dalla Croazia. Negli ultimi dieci anni il numero di veicoli in circolazione è aumentato del 45 per cento e in questo senso siamo nelle prime posizioni in Europa. Le categorie a rischio, le più vulnerabili, sono i pedoni, i ciclisti e i motociclisti.
Il ministro Butković ha elogiato l’azienda “Hrvatske ceste” e il Ministero degli Interni, che hanno individuato le criticità: “Sono state risolte molte situazione problematiche, sette in questa regione, prevalentemente sulla rete stradale esistente. Questa è una regione particolarmente problematica nei mesi estivi quando cresce notevolmente il numero di veicoli in circolazione”. Mentre la rete autostradale è prossima al suo completamento, il Ministero si concentra sulle strade a scorrimento veloce e alle tangenziali per decongestionare il traffico nei centri urbani. “Per quanto riguarda le vie di comunicazione – ha concluso Butković –, ci concentriamo oggi sulle ferrovie”. Come ha spiegato Škorić, si stanno analizzando altre situazioni potenzialmente critiche attraverso un monitoraggio prolungato. Tra gli interventi maggiori che hanno riguardato la Regione litoraneo-montana c’è la rotatoria a Pećine e l’incrocio, ampliato, in via Zvonimir verso via Benčić con l’apertura della statale D403.

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