CI di Veglia. Un sodalizio piccolo ma con tanta voglia di fare

La Comunità degli Italiani di Veglia celebra quest’anno il 20º della fondazione. Della sua ricca attività ci ha parlato la pluriennale presidente Silvana Crstulovich Pavačić

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CI di Veglia. Un sodalizio piccolo ma con tanta voglia di fare
Il volume dedicato agli italiani di Veglia è stato presentato nel 2022. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Una Comunità degli italiani piccola, ma intraprendente e attiva. Come quella di Veglia. La definisce così la sua presidente Silvana Crstulovich Pavačić, che da ben 16 anni ricopre con successo l’incarico. “Forse siamo il sodalizio più piccolo di tutta la CNI, ma non ci diamo certo per vinti e il nostro percorso è proiettato nel futuro con tante attività ed eventi volti a salvaguardare e promuovere la lingua e la cultura italiane”.

Dopo due anni nei quali la pandemia ha lasciato il segno con tanti programmi annullati o ridimensionati, la CI vegliota è tornata ora in carreggiata più forte di prima. “Attualmente contiamo un’ottantina di soci, di cui la metà molto attiva. Il nostro punto debole, purtroppo, riguarda il non avere un istituzione educativo-istruttiva pubblica in lingua italiana, nemmeno in seno all’asilo, per cui la lingua viene mantenuta con il dialogo e con i tanti incontri in comunità. In passato erano tantissime le persone che parlavano l’idioma istroveneto vegliota, poi col passare del tempo queste sono morte e i loro discendenti hanno perlopiù trascurato il dialetto. Per tutti loro, con l’intento di tramandare il nostro patrimonio linguistico e culturale, organizziamo spesso dei corsi di lingua per adulti e bambini e negli ultimi anni anche per gli affittacamere. Sono corsi che suscitano tantissimo interesse, motivo per cui abbiamo ripreso questa piacevole prassi”.
I soci del sodalizio si dedicano con passione anche all’arte. “Nel corso degli anni abbiamo aperto i laboratori di ceramica e decoupage e oggi pure di lavoro a maglia con l’uso della lana. Organizziamo inoltre delle mostre molto seguite e si partecipa, soprattutto la sezione dei ceramisti, all’incontro all’annuale Ex Tempore di Grisignana. Sono corsi in cui si percepiscono tutta la nostra identità e il desiderio di rimanere uniti”.

Silvana Crstulovich Pavačić davanti alla CI.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Fiore all’occhiello
Uno dei fiori all’occhiello della CI di Veglia è sicuramente la monografia pubblicata nel 2021, di cui uno degli autori e proprio la sua presidente. “Era da un po’ che avevo in mente di fare uscire una pubblicazione sugli italiani di Veglia e sulla sua Comunità, dagli albori nel 2003 fino ai giorni nostri, ma l’idea del volume ha dovuto attendere tempi migliori. Alla fine è stata realizzata grazie alla collaborazione con lo storico Filip Škiljan, che ha redatto la parte storica in generale della città di Veglia, oltre al mio intervento, che contiene tutte le vicissitudini del sodalizio, ancor prima che esso venisse istituito ufficialmente. Sto parlando dei tempi in cui i veglioti di madrelingua italiana si riunivano per stare assieme, senza avere una loro sede fissa. Il volume s’intitola ‘Storia della Comunità degli Italiani di Veglia’”.
Per il prossimo futuro sono in piano tanti eventi, con un intervallo estivo, ma poi il programma riprenderà a inizio autunno. “Il 9 maggio ospiteremo il coro e la mandolinistica Fratellanza di Fiume. Siccome la nostra sede è poco adatta per un incontro del genere, abbiamo richiesto e ottenuto dal Comune una sala adatta per l’occasione. Poi, tra corsi, laboratori, mostre, gite e conferenze, organizzeremo una festicciola per celebrare il 20º della fondazione della Comunità”, ha annunciato Silvana Crstulovich Pavačić, soffermandosi poi su uno dei punti dolenti, che riguarda la sede della Comunità.
“Purtroppo, abbiamo a disposizione due vani di un’ottantina di metri quadrati in tutto, con servizi igienici carenti a tal punto che i frequentatori dei corsi d’arte si portano da casa l’acqua per le necessità delle lezioni. Nel corso degli anni si è tentato di risolvere la cosa, ma finora il tutto è rimasto fermo. Questo è il mio maggior rimpianto, di non essere riuscita in 16 anni di guida della Comunità, a risolvere la questione. Spero che il mio successore riesca nell’intento. Dopo tanti anni ho deciso di lasciare la guida del sodalizio, allo scadere del mio mandato, e di non ricandidarmi. Lascio il posto di presidente, ma non le tante attività che mi fanno sentire orgogliosa di appartenere alla comunità italiana vegliota”, ha concluso.

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