«Siamo ostaggi della puzza, costretti a vivere barricati»

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«Siamo ostaggi della puzza, costretti a vivere barricati»

Striscioni, cori, slogan e il Centro per la gestione dei rifiuti di Marišćina resta chiuso. Almeno per un giorno. È quanto accaduto sabato mattina quando un sit-in organizzato dai cittadini della zona e membri dell’Unità di crisi Marišćina ha fatto mettere i lucchetti sui cancelli dell’impianto di Marčelji. A dare loro man forte sono stati anche i deputati al Sabor, nonché esponenti del partito Živi zid (Barriera umana) Ivan Vilibor Sinčić e Ivan Pernar, giunti direttamente da Zagabria. Un centinaio di residenti della periferia di Viškovo si sono così radunati davanti all’ingresso della struttura di trattamento biologico dei rifiuti, esattamente come accaduto già due mesi e mezzo fa quando andò in scena la stessa azione di protesta, con relativa contestazione, contro gli odori nauseabondi emessi dalla discarica. Allora come sabato, la richiesta è stata una sola: la chiusura del Centro.

“È nostro dovere difendere il diritto alla salute – ha tuonato il presidente dell’Unità di crisi, Josip Begonja, facendosi portavoce delle persone presenti –. Chiediamo al presidente della Regione Zlatko Komadina di chiudere l’impianto perché se ha a cuore la salute dei suoi cittadini allora lo farà, altrimenti si dimetta. Un altro aspetto che ci fa indignare è il fatto che il Ministero dell’Ambiente si ostini a non volere distribuire alle unità d’autogoverno locali i cassonetti per la raccolta dell’umido e quindi realizzare un impianto di compostaggio”.
Prigionieri in casa
Gli abitanti sono esasperati di vivere costantemente con questa cappa insopportabile e inoltre riferiscono di accusare sintomi quali nausea, mal di testa e bruciori agli occhi. Negli ultimi mesi poi la situazione è diventata insostenibile al punto che c’è chi parla d’emergenza ambientale e sanitaria. E nemmeno nelle proprie abitazioni i cittadini riescono a trovare scampo.
“Siamo ostaggi dei cattivi odori – ci racconta uno dei residenti –. La puzza è così penetrante da svegliarci nel cuore della notte, costringendoci a vivere come dei prigionieri in casa, con porte e finestre sbarrate”. “Non ne possiamo più – sbotta un’altra cittadina –. Specialmente al mattino presto l’odore è insopportabile. Quando devo accompagnare i figli a scuola, dico loro di tapparsi bocca e naso sino all’automobile per non respirare quell’olezzo. Il problema si ripete poi anche verso sera e non sono mancate le notti in cui siamo stati svegliati dai sgradevoli odori delle emissioni provenienti dalla discarica. Se l’odore è così forte adesso che siamo in autunno, cosa dobbiamo aspettarci per l’estate? Di essere costretti a vivere barricati in casa per la puzza?”.

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