Schengen non fermerà l’agire comune

Al valico di confine di Rupa ultimo incontro dell’anno tra i questori litoraneo-montano, istriano e di Capodistria, per il tradizionale scambio di auguri e regali d’occasione

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Schengen non fermerà l’agire comune
L’incontro a Rupa. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Un incontro di fine anno ormai tradizionale, quello avvenuto ieri, al valico di confine di Rupa, tra la Polizia di confine croata e slovena, che ha avuto stavolta un tono diverso del solito. Infatti, è stato l’ultimo di questo tipo tra i colleghi dei due Stati, alla luce dell’ingresso della Croazia nello spazio Schengen e dell’addio dei cittadini croati ai confini fisici, in questo caso con la Slovenia. A scambiarsi, come da protocollo, i regali in vista della festività, sono stati i questori della Regione litoraneo-montana, Tomislav Dizdar, di quella istriana, Alen Klabot e il capo della Questura di Capodistria, Igor Jadrič. “Si tratta del nostro ultimo incontro di questo tipo – ha detto Dizdar –. La tradizione, però, rimarrà, ma in forma diversa, in quanto la Polizia degli Stati vicini ha sempre motivo per incontrarsi, parlare e condividere esperienze del settore. Con l’entrata in questa nuova dimensione della ‘famiglia’ europea, diventeremo tutti una grande comunità che continuerà a lavorare come finora, seppure con regime diverso. Colgo l’occasione per augurare buone feste a tutti”.

Igor Jadrič ha voluto ringraziare i colleghi croati per questa bella tradizione, che anche quest’anno ha avuto luogo sulla linea di confine. “Abbiamo avuto da sempre una collaborazione d’alto livello sia con i colleghi della Regione litoraneo-montana che con quelli della Regione istriana. Questo lo si nota particolarmente durante la stagione turistica, oppure quando siamo presenti a vari grandi eventi sia culturali che sportivi, nonché in caso di azioni illegali. Sono convinto che continueremo a collaborare e a incontrarci in altre occasioni, in quanto la cosa più importante è la sicurezza dei vostri e nostri cittadini che viaggiano”, ha affermato il direttore, augurando a sua volta ogni bene a tutti i presenti e alle loro famiglie.
Il questore della Regione istriana, Alen Klabot, ha voluto solo sottolineare che con l’entrata nello spazio Schengen la collaborazione continuerà comunque, anche perché ci sarà un nuovo regime di transito.

I cambiamenti
Che cosa cambierà concretamente nella zona dei, tra non molto, ex confini e quale sarà il futuro di chi vi lavorava? Lo abbiamo chiesto al questore Tomislav Dizdar.
“Dal 1º gennaio a mezzanotte, il regime di controllo nei valichi di frontiera smetterà di esistere nelle attuali modalità. Per quanto riguarda il valico di Rupa, ovvero della Polizia di frontiera, questa non esisterà più. Tutti i dipendenti della Polizia, un centinaio, riceveranno nei prossimi giorni dei nuovi ‘compiti’ di lavoro, che riguarderanno per lo più l’attuazione di misure compensative all’interno dello spazio Schengen, ovvero altre mansioni nell’ambito della Questura regionale, oppure verranno trasferiti nelle loro città d’origine. Nessuno di loro rimarrà senza occupazione e tutti continueranno a percepire lo stesso stipendio, indipendentemente dal lavoro che svolgeranno a partire dal prossimo mese”, ha assicurato Dizdar. Il processo d’adattamento è stato abbastanza complicato. “All’inizio pensavamo di essere pronti a mettere in atto questo nuovo regime di lavoro, ma l’intensità di tutte le attività legate all’entrata nella zona Schengen, che dura da tre anni, ha richiesto un enorme impegno da parte della Polizia croata e di tutti gli uffici coinvolti nel Ministero competente, quello degli Affari interni. Dal 1º gennaio diventeremo parte di un’enorme famiglia che conta oltre 400 milioni di abitanti, per quanto riguarda la libertà di movimento senza controlli ai confini. Il lavoro della Polizia, che avrà comunque il compito di sorvegliare quest’area, sarà probabilmente più complesso, cosa che i cittadini non hanno notato finora, visto che i poliziotti si trovavano sempre nei ‘caselli’ e non erano tanto visibili. Ora, invece, saranno più presenti all’esterno per tenere sotto controllo il territorio e i veicoli che potrebbero sembrare sospetti. I caselli, che sono di competenza del Ministero delle Finanze, rimarranno sicuramente in zona ancora per un dato periodo, poi si vedrà. Si è visto, in tempo di pandemia, che in alcuni Stati, durante i controlli, si era sentita la mancanza di spazi del genere. Come andrà a finire, lo scopriremo in futuro”, ha concluso Dizdar.

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