Prendersi cura dell’udito per una vita di qualità

Celebrata la Giornata mondiale di questo importante senso umano che ha un impatto diretto sulle capacità cognitive. Sentire bene rende le persone più attive

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Prendersi cura dell’udito per una vita di qualità
La lezione di Zdravko Kolundžić. In prima fila il dottor Leonardo Bressan. Foto: Željko Jerneić

All’insegna del motto “Cambiamo mentalità: rendiamo la cura dell’udito una realtà per tutti” ieri è stata celebrata la Giornata mondiale dell’udito a cui si sono unite pure la città di Fiume e la Regione litoraneo-montana con due appuntamenti, il tutto organizzato dall’Istituto regionale di salute pubblica, dal Centro clinico-ospedaliero di Fiume e dagli studenti della Facoltà di Pedagogia dell’Università degli Studi del capoluogo quarnerino. Per sensibilizzare l’opinione pubblica in Corso è stata allestita una bancarella dove si potevano ricevere informazioni utili sulle patologie collegate all’apparato uditivo, a chi rivolgersi in caso che la persona denoti un abbassamento dell’udito mentre i volontari distribuivano materiale informativo riguardante l’argomento. A supportare l’azione anche la capodipartimento regionale alla sanità, Vesna Čavar.

La capodipartimento regionale alla sanità, Vesna Čavar (terza da sinistra) ha supportato l’azione.
Foto: Željko Jerneić

Evitare fonti di suoni forti
La Giornata mondiale dell’udito è stata istituita dall’Organizzazione mondiale della Salute per dar modo al personale medico e sanitario e alle istituzioni e ai cittadini, di essere protagonisti di una campagna di sensibilizzazione sulla problematica riguardante all’apparato dell’udito. Sempre, stando all’OMS, entro il 2050 nel mondo oltre 700 milioni di persone avranno una perdita dell’udito e circa una persona su quattro sperimenterà una forma di diminuzione dell’udito. Inoltre, oltre 1 miliardo di adolescenti e giovani adulti sono a rischio di perdita dell’udito permanente ma evitabile a causa di pratiche di ascolto a volumi altissimi. Per questo motivo, gli esperti consigliano le giovani generazioni che frequentano spesso i concerti di stare distanti dagli altoparlanti e di proteggere l’udito con delle cuffie. Pure le persone che lavorano in ambienti con rumori di intensità elevata devono proteggersi da questa forma di violenza.

Dopo i 40 anni i primi sintomi
Di seguito nell’Aula consiliare si sono tenute quattro brevi conferenze riguardo all’argomento.
Il docente della Facoltà di Medicina, Luka Traven, ha trattato il tema del rumore e delle vibrazioni sottolineando che i problemi uditivi iniziano a comparire intorno ai vent’anni ma le persone iniziano a notarlo solo dopo i 40 anni. Perciò è importante limitare le esposizioni al rumori violenti e proteggere l’apparato uditivo con delle semplici cuffiette per dormire realizzate in gomma morbida.
Il medico di base, il connazionale Leonardo Bressan, ha esposto un interessante argomento ovvero quello dell’igiene del naso e dell’orecchio in quanto i due apparati sono inevitabilmente collegati. “Le soluzioni più semplici sono quelle migliori. Il tutto parte dal naso per allargarsi poi all’udito. La tendenza di effettuare un’igiene più a fondo dell’orecchio con dei bastoncini di cotone è completamente sbagliata. Ciò può essere applicato per la pulizia esterna, ma internamente l’orecchio non va pulito in quanto si possono incappare in conseguenze molto gravi, come l’otturazione dei canali, infiammazioni varie e altro che portano inevitabilmente alla perdita dell’udito. I primi sintomi si notano già verso i 40-50 anni ma la fascia più colpita è quella della terza età. Ultimamente moltissimi giovani sopra i 20 anni si lamentano di aver un abbassamento dell’udito. La colpa va ricercata prevalentemente nell’ascolto della musica a volumi molto alti che danneggiano in modo irreparabile l’apparato dell’udito”, ha spiegato nel suo intervento il dottor Bressan.

Gli anziani e la stigmatizzazione
Il professor Zdravko Kolundžić assieme alla logopedista Anja Benšić ha fatto conoscere ai presenti la presbiacusia, la riduzione o la perdita della capacità uditiva correlata all’invecchiamento. Con molta probabilità, la presbiacusia è uno dei deficit sensoriali che si manifestano più comunemente negli anziani.
La otorinolaringoiatra Jelena Vukelić, del Dipartimento di audiologia e foniatria del CCO di Fiume, ha parlato della stigmatizzazione delle persone con problemi di udito. Come detto nell’intervento, spesso passano anche dieci anni prima che la persona decida di consultare un medico per problemi di udito. Esiste ancora uno stigma relativamente grande nei confronti dei problemi di udito e riguarda gli apparecchi acustici che spesso non vengono portati quando il problema con l’udito si fa sentire.

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