Mrtvaška. Una storia infinita

Sembra che le tensioni stiano diminuendo. Marko Boras Mandić chiede le dimissioni di Loris Rak e Filip Balija

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Mrtvaška. Una storia infinita
Marko Boras Mandić. Foto: RONI BRMALJ

A una settimana dalla manifestazione di protesta a Mrtvaška, sull’isola di Lussino, le tensioni si stanno a piano a piano placando. È stato realizzato un corridoio per il passaggio dei residenti, il traffico scorre regolarmente, mentre le modifiche alla licenza edile sono in corso. Il parcheggio per le automobili è stato trasferito una cinquantina di metri più avanti e gli abitanti possono continuare a usare il vecchio molo, caricare e scaricare le imbarcazione, nonché accogliere i turisti. Il vicepresidente della Regione sostiene che tutte le richieste degli abitanti di San Pietro dei Nembi (Asinello/Ilovik), siano state accolte. Dopo l’incidente a Mrtvaška del 13 giugno scorso, prosegue però il tiremmolla, che vede stavolta protagonisti il vicepresidente della Regione, Vojko Braut e il presidente dell’Assemblea regionale, Marko Boras Mandić.

Un progetto risalente al 2006
Nel corso di una conferenza stampa indetta in Regione, il vicepresidente Braut ha illustrato – “a scanso d’equivoci”, come lui stesso ha rilevato –, la dinamica dell’incidente, come pure la storia del progetto, iniziata nel 2006 e avviata dalla Città di Lussinpiccolo e dall’allora sindaco Gari Cappelli. “A causa del fatto che la validità delle licenze era scaduta, il progetto è stato revisionato nel 2019 basandosi sul progetto originale, che prevedeva che l’altezza della riva, messa ora in discussione, fosse di 2 metri. “Inoltre, nel progetto è stata pianificata la costruzione di un molo per le imbarcazioni più piccole, alto 0,8 metri. Non è vero, pertanto, che nel progetto non fosse prevista la possibilità d’attracco per le piccole imbarcazioni”, ha spiegato Braut.
“Durante tutto questo periodo, a partire dal 2006 ad oggi, i rappresentanti della Città di Lussinpiccolo e del Comitato di quartiere di San Pietro dei Nembi (Asinello/Ilovik), sono stati coinvolti nelle varie fasi del progetto. Tutto ciò è documentato. Su richiesta del Comitato di quartiere, l’Assemblea regionale ha delegato alla Port Authority lussignana il compito di eliminare gli effetti negativi del trasferimento della linea navale 311 (Mrtvaška-San Pietro dei Nembi) e che ora approda a Lussinpiccolo. Sono state quindi avviate le procedure per le modifiche al progetto: è stata tolta la passerella e la riva è stata abbassata a 1,1 metri per potere accogliere le imbarcazioni. Il cantiere è stato organizzato in modo tale da renderne possibile l’attracco anche durante i lavori”, ha spiegato Braut ricordando che i rappresentanti della popolazione locale, sono stati invitati più volte a partecipare alle presentazioni del progetto, come pure alla riunione a cui avevano partecipato il presidente della Regione Zlatko Komadina e il ministro Oleg Butković, ma non si sono mai presentati.
“È evidente, pertanto, che tutti i nostri sforzi vengono ignorati. Quando le richieste vengono accolte, ne arrivano delle nuove. Risulta chiaro che i sanpierini non vogliano che il progetto venga realizzato e il loro obiettivo è fermarlo”, ha proseguito Braut precisando che il progetto Mrtvaška non viene realizzato soltanto per collegare Lussinpiccolo a San Pietro dei Nembi, come viene sostenuto. “È un progetto d’interesse nazionale, che ha l’obiettivo di collegare le isole nord-adriatiche e dalmate (Silba/Selve, Premuda, Ist/Isto i Olib/Ulbo), riducendo la durata dei viaggi. Parte del progetto prevede la costruzione della statale D130, del valore di 150 milioni di kune”, ha sottolineato.

La dinamica dei disordini
Vojko Braut è tornato a parlare dell’incidente del 13 giugno scorso. “Quel giorno le automobili parcheggiate sarebbero dovute venire trasferite nel parcheggio a 50 metri di distanza. I macchinari edili non si trovavano lì per demolire il vecchio molo, bensì per sistemare il corridoio per permettere agli abitanti di raggiungere il porticciolo. Quando il carro attrezzi ha tentato di raggiungere il porticciolo, due automobili hanno bloccato la statale D130, non la zona portuale. La proprietaria di un’automobile è Sabina Simčić, titolare della società Porat Ilovik e della compagnia di trasporti navali TIM-G. L’altra automobile è di proprietà di Ladislav Radoslović. Al tentativo di spostare la seconda macchina, il gruppo di cittadini l’hanno circondata facendo resistenza alle forze dell’ordine”, ha spiegato Braut.

«Un iter gestito male»
Alla conferenza stampa ha preso parte pure Marko Boras Mandić, presidente dell’Assemblea regionale. “Voglio sperare che simili scenari non avvengano più. In democrazia dobbiamo accettare pure la disobbedienza civile e non accusare i cittadini di San Pietro dei Nembi (Ilovik/Asinello), che hanno usato questo modo per dimostrare la loro insoddisfazione con un segmento del progetto. Da buon inizio, il progetto Mrtvaška è stato considerato in maniera positiva. Adesso che ci sono pure i mezzi per realizzarlo, sorgono i problemi. A mio avviso, questa disobbedienza nasce dal fatto che coloro che avrebbero dovuto gestire il progetto hanno fatto degli errori, che sono visibili dalle modifiche. Sono convinto che anche il presidente della Regione, il ministro Butković e gli isolani desiderino venga realizzato. Comunque non è possibile giustificare i metodi usati dal direttore e dal Consiglio d’amministrazione della Port Authority, rispettivamente Filip Balija e Loris Rak. I consiglieri di Unione del Quarnero, Azione dei giovani (AM) e del partito Možemo!, avevano richiesto un resoconto sul progetto. Se fosse stato presentato così ampiamente com’è stato fatto qui oggi (ieri per chi legge), forse questa situazione si sarebbe potuta evitare”, ha detto Boras Mandić, aggiungendo che, a suo giudizio, il presidente del Cda della Port Authority di Lussinpiccolo (nonché consigliere dell’Assemblea regionale Loris Rak (SDP), come pure il direttore Filip Balija dovrebbero mettere il proprio mandato a disposizione onde potere finalmente realizzare il progetto con un nuovo team. “È giunto il momento di trasferire il tema Mrtvaška dalla sfera politica a quella progettuale”, ha concluso Boras Mandić, il quale non ha voluto discutere con Vojko Braut, bensì ha abbandonato la conferenza stampa dopo essersi rivolto a media presenti.

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