Pola. Regolamento sugli animali domestici in consultazione

Il documento rimane in dibattito pubblico fino al 16 agosto. Un punto fermo il proposito di promuovere il benessere degli amici a quattro zampe e la tutela della salute pubblica

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Pola. Regolamento sugli animali domestici in consultazione
I box e il cortile interno del canile di Montegrande. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Mediante consultazione pubblica in Rete (aperta fino al 16 agosto), la Città di Pola concede al pubblico l’occasione d’inoltrare osservazioni, proposte e aggiunte a una nuova proposta di Regolamento sulle modalità di detenzione degli animali domestici e di trattamento degli animali abbandonati o perduti. Che cosa cambia rispetto al Regolamento e alle norme cittadine già in vigore? Quello che non cambia è intanto la sostanza, da tempo sancita su carta e sempre troppo poco applicata in pratica: il proposito di promuovere il benessere degli animali sia come componenti dell’ambiente sia nei rapporti con l’uomo, inclusa la volontà di tutelare la salute pubblica e l’igiene urbana.

D’altra parte il paragone tra il vecchio e nuovo Regolamento rende palese l’intenzione d’introdurre un considerevole aumento delle ingerenze e licenze d’intervento da parte delle guardie comunali, incaricate di vigilare il rispetto delle normative proposte, ivi inclusa l’autorizzazione a sanzionare i comportamenti irresponsabili (con multe da 80 a 400 euro), tra cui i proprietari di cani che non hanno provveduto all’applicazione del microchip sottocutaneo al proprio animale o alla sua vaccinazione. Oltre a questo, si prendono in considerazione modalità più dettagliate di controllo degli animali in cattività o dispersi, in virtù dell’apertura delle strutture ricettive nel pubblico canile/gattile in zona Montegrande. Evidente sul documento proposto cè anche la volontà di promuovere politiche, iniziative e campagne di sensibilizzazione, mirate a incentivare (soprattutto tra i giovani), l’adozione degli animali abbandonati, il loro mantenimento in condizioni di benessere e a contrastare il fenomeno dell’abbandono.
La Città si assume inoltre l’impegno di perseguire e condannare ogni manifestazione di maltrattamento verso gli animali e qualsiasi comportamento lesivo della loro integrità psico-fisica e della loro dignità. A sancirlo ci sarebbe tutto un elenco di modalità di detenzione, per cui ogni animale deve essere tenuto in cura dal proprietario in buone condizioni igienico-sanitarie e accudito secondo necessità.

Ingerenze delle guardie comunali
Ed ecco che entra in campo la guardia comunale, con licenza di controllore: in caso di animali tenuti in stato di denutrizione, di sofferenza per precarie condizioni di salute o in evidenti condizioni di maltrattamento, gli organi di vigilanza, anche avvalendosi del supporto di agenti della Polizia o di personale del servizio veterinario, possono accertare la violazione e multare. È altrettanto vietato abbandonare gli animali in qualunque parte del territorio cittadino, non provvedere al controllo della loro proliferazione, detenere animali all’esterno senza un idoneo ricovero, lasciarli in libertà incustoditi, senza guinzaglio e, se di indole aggressiva, senza museruola, nelle vie e nelle aree pubbliche. Sui cancelli e/o porte d’accesso e sui recinti, dove si trovano, deve essere esposto il cartello “Attenti al cane”, sempre se di razza poco affidabile. Viceversa, pensando alla tutela del cane, è d’obbligo garantirgli ogni giorno l’opportuna attività motoria e regolari uscite giornaliere ed è vietato detenerli a catena fissa, salvo eccezioni o situazioni provvisorie. I proprietari hanno l’obbligo di raccogliere gli escrementi prodotti dagli stessi sul suolo pubblico e di essere muniti dell’apposita paletta e sacchetto o altro apposito strumento per un’igienica rimozione. Tali oggetti devono essere esibiti su richiesta della guardia comunale.

Così i randagi
La proposta di Regolamento non contempla il concetto di “gattaro”, ossia la persona che volontariamente e gratuitamente si occupi della cura e del sostentamento dei gatti randagi; non include esplicitamente la possibilità di consentire il posizionamento di “casette” di riparo per felini residenti (concessione molto presente negli altri Paesi dell’UE), ma soltanto la sistemazione di strutture provvisorie da mangiatoia su nullaosta del sindaco, previa proposta del dicastero competente. Si rende altresì manifesto l’obbligo di coloro che sfamano i randagi a lasciare l’ambiente in buone condizioni igieniche.
Compare quindi per la prima volta un calmiere che risulta atto a impedire la convivenza di persone con “branchi” di animali: per tenere più di 9 cani o gatti adulti, da destinare ad adozione, ma che non sono stati assegnati in affido dal canile/gattile, è obbligatorio assolvere alle condizioni indispensabili per istituire un rifugio, idem per detenere più di 20 animali, assegnati dall’istituzione ricettiva in affido e successiva adozione. Nuova e più rigorosa pure la regola per gli animali dispersi: il proprietario è in obbligo di segnalarne la perdita al rifugio cittadino entro 3 giorni e all’ambulatorio veterinario con licenza d’amministrare il registro degli animali domestici entro 7 giorni. Ulteriore dovere è quello di inoltrare la richiesta di restituzione dell’animale entro 14 giorni dalla notifica dei dati, pena la confisca e il passaggio dell’animale in proprietà al rifugio cittadino.

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