Non sempre il postino suona due volte

Poste croate: la distribuzione locale lascia a desiderare

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Non sempre il postino suona due volte

Nell’immaginario collettivo, se non ci riferiamo alle ultimissime generazioni, quella del postino è una figura a cui si legano eventi lieti e tristi, messaggi di felicitazioni e condoglianze, la multa da pagare o l’arrivo della pensione, fino alle bollette. Le nuove tecnologie e le nostre nuove abitudini hanno cambiato profondamente le mansioni e l’immagine stessa del postino.

Oggi le cartoline d’auguri per Natale, Capodanno o Pasqua non intasano più il traffico postale e le bollette, in genere, ci arrivano per posta elettronica. Le Poste croate, come quelle di tutto il resto del mondo, piuttosto che con lettere e cartoline, si devono confrontare con l’esigenza di soddisfare il nostro crescente bisogno di fare acquisti online. L’azienda “Hrvatska pošta” ha investito e investe tutt’ora per adeguarsi ai tempi e alle nuove necessità in grandi opere infrastrutturali, dal principale centro logistico di Velika Gorica, inaugurato due anni fa, al centro regionale di Kukuljanovo aperto a metà marzo di quest’anno. Le Poste croate, almeno per ora, sono al 100 per cento di proprietà dello Stato, in grado di competere con una concorrenza sempre più agguerrita che si contende un mercato in grande espansione.

Postino, un mestiere carente

Alla fine, però, noi cittadini di non ultimissima generazione, ci aspettiamo un servizio puntuale, ma anche “umano”, accogliendo sulla soglia di casa nostra il postino, quello che, come nel titolo del celebre film dei primi Anni Ottanta, bussa sempre, o dovrebbe farlo, due volte. Oggi ci riferiamo a un rione fiumano, imprecisato, in cui il postino non bussa nemmeno una volta. Sappiamo che in certe zone della città il servizio è impeccabile, per cui abbiamo cercato di indagare sul nostro “caso”. Quando vogliamo inviare una lettera raccomandata che può avere fino a due chili di peso con dei limiti per quanto riguarda le misure, il prezzo che paghiamo comprende la consegna a domicilio. Nel caso in cui il postino, dopo aver bussato almeno una volta, non dovesse trovare nessuno in casa, nella cassetta della posta lascia il bigliettino con cui ritirare la missiva nell’ufficio postale indicato. Fin qui tutto bene. Però, quando si è in casa e il postino si limita a lasciare nella cassetta della posta il bigliettino, i conti non tornano più. Che cosa succede? Per una settimana e oltre dalle nostre parti il postino non si è fatto vedere. Abbiamo incrociato quello nuovo, più precisamente quello “di riserva”, in servizio al posto del collega in malattia. “Perché il mio pacchetto con lo status di lettera raccomandata non mi è stato recapitato a domicilio? Ho dovuto ritirarlo all’Ufficio postale”. Il postino, con l’aria seccata, ha esibito il borsone rispondendo: “Come faccio a portare tutto? Semplicemente, non ce la faccio”.

A quel punto proviamo umana comprensione nei confronti del postino chiamato a recuperare il tempo perduto in seguito all’assenza del collega. In fondo, non dovrebbe essere colpa sua se nel suo borsone il nostro pacchetto non ha trovato spazio. Dov’è il problema? A questa domanda lo stesso postino, con aria rassegnata, ci risponde: “Siamo in pochi”. È una constatazione che, umanamente, possiamo anche accettare, ma poi ci chiediamo se ciò sia giusto. In fondo, abbiamo diritto di pretendere che ci venga prestato un servizio che abbiamo pagato. La prima persona a cui ci siamo rivolti per far valere i nostri diritti è stata l’impiegata allo sportello al quale abbiamo ritirato il pacchetto raccomandato, quello che ci sarebbe dovuto venire recapitato a domicilio.

Postino, un mestiere carente.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

In attesa di una risposta

“Non posso dirle nulla. Questo è il numero telefonico di assistenza agli utenti, oppure può cercare il modulo per i ricorsi sul sito”. Il numero è 072303304, non gratuito, di quelli con la classica musichetta, l’elenco delle opzioni e lunga attesa per venire ricevuto, estratto, sorteggiato da un operatore. Illustrato il nostro problema, dopo diversi tentativi non riusciti di entrare in contatto diretto con un essere umano, siamo stati invitati a esprimere il nostro malcontento sul sito delle Poste croate. Qui ci è stata garantita la tutela della privacy dopo che ci è stato richiesto di inserire una serie di dati, oltre a quello più importante e determinante, cioè il numero per la tracciabilità della posta raccomandata, compreso l’OIB, avvero il codice anagrafico. Nei due giorni successivi non è successo nulla, tranne un messaggio automatico via e-mail. Siamo in attesa e ci aspettiamo delle risposte soddisfacenti da una compagnia che detiene l’esclusiva, dalla Slovenia a Cipro, per la distribuzione al servizio del gigante del commercio online Amazon. Le Poste croate, per il resto, tengono dignitosamente il passo e, spesso, vanno anche meglio dei vicini, ma alla fine ce la prendiamo con il postino, il più esposto al nostro giustificato malumore.

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