Možemo! «Ammoniaca verde? Troppo pericolosa»

I rappresentanti di Možemo! Rijeka preoccupati per l’annunciata costruzione di un nuovo stabilimento a Castelmuschio

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Možemo! «Ammoniaca verde? Troppo pericolosa»
L’ex complesso petrolchimico della Dina a Castelmuschio. Foto: Nel Pavletic/PIXSELL

Dopo la notizia di alcuni giorni fa che sull’area degli ex impianti petrolchimici della Dina a Castelmuschio dovrebbe venir costruito un terminal per lo stoccaggio e la distribuzione di “ammoniaca verde”, i rappresentanti di Možemo! Rijeka, Orjen Petković, Morena Lekan e Nebojša Zelič, hanno voluto dire la loro in merito all’argomento.
Nebojša Zelič ha sottolineato che la presentazione di progetti di questa portata e importanza in modo marginale, come se fossero già conclusi, è di per sé un problema. “Il presidente della Regione ha dichiarato di averlo appreso soltanto dai media. Medesima risposta anche da parte del ministro competente, il quale ha confermato che si tratta di un’iniziativa privata e che nessuno ha mai contattato il Ministero, nemmeno con delle informazioni di base rivolte a chi di dovere e senza il cui permesso non è possibile nemmeno montare dei pannelli fotovoltaici sul tetto di una casa familiare. Da tenere conto che si tratta di impianto industriale in grado di trattare diversi milioni di tonnellate di ammoniaca all’anno. Quando si discuteva del rigassificatore di Castelmuschio, i cittadini erano a conoscenza di tutto il piano ben prima che venisse rilasciato il permesso di costruzione. Possiamo essere a favore o contro il GNL, però esistevano ed esistono ancor oggi un monitoraggio costante dell’impianto e una strategia ben chiara, con tanto di personale qualificato. Per quanto riguarda l’ammoniaca, invece, non esiste nessuno di questi elementi”, ha detto Zelič.
Orjen Petković, con un dottorato di ricerca proprio in chimica ambientale, ha dichiarato che “l’ammoniaca è una sostanza corrosiva, tossica per tutta una serie di organismi, compreso l’uomo. Il trasporto, lo stoccaggio e la lavorazione dell’ammoniaca sono molto più impegnativi di quasi tutto ciò che è stato finora trattato nella nostra Regione. Non c’è stato mai niente di più pericoloso per l’ambiente e per le persone. I gas prodotti dalla combustione dell’ammoniaca sono ricchi di ossidi di azoto, che devono venir decomposti o rimossi. Ricordiamo tutti l’incidente verificatosi nella macelleria in via dell’Acquedotto, quando si ruppe un tubo dell’ammoniaca e diversi lavoratori rimasero gravemente intossicati. Si trattava di circa dieci chilogrammi di gas, non di milioni di tonnellate, delle quali stiamo parlando adesso”, ha spiegato.
“In questo caso, l’ammoniaca non sarebbe prodotta in Croazia – ha precisato Orjen Petković, tra l’altro professore di chimica alla SMSI di Fiume –, ma verrebbe importata come ‘ammoniaca verde’ dal Brasile. Il termine ‘ammoniaca verde’ è piuttosto controverso; le strutture che la utilizzerebbero come combustibile sono ancora in fase di prototipo o hanno capacità estremamente limitate. Questa non è una storia sostenibile, ma piuttosto una narrazione in stile ‘greenwashing’, la rappresentazione di qualcosa di verde, ma che di verde ha ben poco”.
Morena Lekan si è soffermata invece sul problema degli spazi di alcuni ex stabilimenti industriali. “La Dina Petrokemija non è stata ancora ristrutturata del tutto, a detta di alcuni ex dipendenti. Nell’area dello stabilimento sono presenti alcune quantità di idrocarburi alogenati che devono essere smaltiti. Ciò è stato confermato dall’Ispettorato statale nella risposta alla domanda del nostro consigliere posta durante una sessione dell’Assemblea regionale. Ci è stato detto che soltanto alcune sostanze chimiche sono state smaltite. Avviare un nuovo impianto chimico, che utilizzi come materia prima ammoniaca o sostanze con caratteristiche simili, su un’area soltanto parzialmente risanata e nelle immediate vicinanze del terminal GNL, è a dir poco preoccupante. Cosa ne pensano i cittadini, in particolar modo quelli di Veglia che si occupano di turismo o di produzioni in piccole aziende a conduzione familiare (OPG)? Noi non siamo contro l’industria, però nel XXI secolo non possiamo permetterci di ignorare i pericoli”, ha concluso Morena Lekan.

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