Un Bilancio «codardo»

Il vicepresidente di Centar e consigliere cittadino, Marin Račić, critica il sindaco

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Un Bilancio «codardo»
Adriano Marcenich, Marin Račić, Mateo Žmak e Samir Sven Raković. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“Nel Bilancio di previsione per il 2024 sono previste meno entrate (8%) e meno spese (2%), il che ci fa dedurre sin d’ora che sarà un anno perso per quanto riguarda qualsiasi tipo di sviluppo o passo avanti”. Lo ha dichiarato ieri il vicepresidente del partito Centar, nonché consigliere cittadino, Marin Račić, sottolineando che rispetto ad altre città più grandi, dove il Bilancio cittadino viene aumentato, a Fiume questo scende rispetto all’anno in corso.
Račić lo ha definito un “Bilancio codardo”. “Non ci sono investimenti, nulla d’importante in vista. Motivo per il quale il trasporto pubblico, che versa in uno stato catastrofico, non migliorerà. Non ci saranno nuovi asili. Entro la fine del mandato è prevista la costruzione di uno solo che ospiterà 90 bimbi, mentre quelli che non sono stati iscritti sono al momento 221. L’attuale amministrazione funziona come se fosse fine a sé stessa, senza una precisa visione dello sviluppo della città. Il sindaco ha detto più volte che Fiume è il più grande cantiere in Croazia, ma guardando bene possiamo vedere che si tratta di progetti nazionali e non cittadini. L’unico progetto che sarebbe potuto venir realizzato è quello dell’Autostazione in Žabica, però quest’ultima è stata venduta a un investitore privato. Reputo il Bilancio ‘codardo’ poiché lo sviluppo di Fiume viene lasciato ad altri, mentre l’amministrazione cittadina assiste passivamente al cambiamento della città”.
La zona in Žabica è stata venduta per circa 11,3 milioni di euro con i quali, era stato promesso, sarebbero stati costruiti dei garage per le macchine in vari quartieri. Nel Bilancio per il 2024 questi progetti però non figurano. “Per la piazza dinanzi alla Chiesa dei Cappuccini sono stati pianificati 25mila euro volti a coprire le spese del progetto. Questo importo basta per un progetto di una casa familiare un po’ più grande, sicuramente non per una delle piazze più importanti della città, il che la dice lunga”, ha concluso Marin Račić.

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