L’Europa ci ascolta?

Nell’ambito della ricorrenza del 9 maggio, la Biblioteca civica ha ospitato la vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia

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L’Europa ci ascolta?
L’intervento di Dubravka Šuica. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Il nuovo edificio della Biblioteca civica del Quartiere artistico di Fiume ha ospitato l’inaugurazione dell’incontro relativo alla celebrazione della Giornata dell’Europa (festeggiata nell’anniversario del discorso del Ministro degli Esteri francese Robert Schuman che portò alla fondazione dell’Unione europea), la cui tematica era focalizzata sui meccanismi di partecipazione politica e cittadina in seno all’Unione europea e sul rafforzamento della leggitimità democratica.

A dare il benvenuto ai convenuti a nome dell’Ateneo fiumano e della sua rettrice, Snježana Prijić Samaržija, è stata la vicerettrice per la digitalizzazione e lo sviluppo, Senka Maćešić, rilevando che “l’appuntamento si svolge nell’ambito della YUFE Academy, evento pubblico in seno al quale fino al 27 maggio verrà celebrata la Giornata dell’Europa tramite una serie di eventi online, ibridi e locali nei Paesi delle Università partner facenti parte della YUFE Alliance”. Successivamente, la rappresentante croata presso il Parlamento europeo e vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia, Dubravka Šuica, ha tenuto la presentazione introduttiva intitolata “Democrazia e demografia nell’Unione europea: risultati e sfide”.

Individualismo e vita più lunga
A sua detta, sulla base dei dati forniti dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, tradotta in piattaforma digitale aperta nel periodo pandemico e organizzata in collaborazione con il team Europe Direct Croazia, l’interesse dei cittadini europei non verterebbe tanto sulle questioni amministrative inerenti al lavoro della Commissione, quanto su quelle più pratiche quali il riconoscimento dei diplomi, la salute mentale, la solitudine e lo spreco alimentare, sottolineando in tale senso che ognuno butta annualmente circa 130 chilogrammi di cibo. Alla stessa hanno partecipato 5 milioni di persone, il che può sembrare tanto, ma rispetto ai 450 milioni di europei in effetti è poco, ovvero equivale a circa l’1 p.c., specificando che “sebbene vi sia la percezione della famosa ‘bolla’ di Bruxelles, detta anche ‘EU Bubble’ o ‘Brussels Bubble’, la quale fotograferebbe la distorsione della realtà che caratterizza l’insieme di persone che vivono e lavorano nel Quartiere europeo della capitale belga, organizzando l’evento abbiamo voluto comunicare la consapevolezza che ogni cittadino, sia che viva su un’isola o in montagna, può influenzare la creazione delle politiche europee”.
Trattando in seguito la tematica demografica, Šuica ha affermato che a riguardo vi sono due cambiamenti, il verde e il digitale, i quali al momento sono le priorità della Commissione europea. Ve n’è anche un terzo, ha ancora aggiunto, ossia quello demografico, che però è evidente. “Il nostro obiettivo è coprire tutte le zone con l’Internet a banda larga entro il 2030 di modo che tutte le persone, sia che abitino in città che in campagna, la quale non significa solo agricoltura, possano vivere a pari condizioni. Bisogna rilevare il fenomeno dell’individualismo e il fatto che negli ultimi 50 anni nell’Unione europea si vive un decennio di più. Abbiamo quindi a disposizione una nuova fase della vita da pensare come progettare”, ha infine ribadito la vicepresidente.

Esperienze europee giovanili
A seguire hanno avuto luogo l’intervento di Srđan Kerčević, membro del team Europe Direct Croazia (“La nostra voce è ascoltata in Europa?”) e la tavola rotonda “La nostra storia europea – quando prendi l’Europa nelle tue mani!”. Coordinata da quest’ultimo, vi hanno preso parte Antonia Katić, conduttrice della serata e mentore dell’Eurochild Forum nazionale (società “Nostra infanzia” di Abbazia), Tina Đaković, ambasciatrice dell’Iniziativa dei cittadini europei in Croazia, Nina Vukelić, studentessa e fruitrice del programma Discover EU e Sara Sušanj, vicepresidente della Rete dei giovani croata (associazione “Delta”), le quali hanno raccontato le loro esperienze europee.

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