San Pellegrino, ricostruire la storia con i reperti

Nell’ambito della 47ª Giornata internazionale dei musei si è svolta a Umago la conferenza «Cosa xe de novo?» che ha avuto per relatrice l’archeologa Kristina Gergeta Sotončić

0
San Pellegrino, ricostruire la storia con i reperti
Biljana Bojić e Kristina Gergeta Sotonić. Foto: Nicole Mison

La chiesetta di San Pellegrino, situata a capo Rosazzo nei pressi di Umago è uno dei luoghi distintivi della cittadina. La struttura ha da sempre attirato l’attenzione di storici e studiosi i quali, incuriositi dalla leggenda del protettore della cittadina, da tempo ne studiano la storia e le vicissitudini. Si narra che la chiesetta si erga nel luogo in cui il santo morì in seguito alle persecuzioni dei cristiani verso la fine del III e l’inizio del IV secolo. Il Museo civico di Umago, nell’ambito della Giornata internazionale dei musei, ha proposto una conferenza storica intitolata “Cosa xe de novo?”, titolo non scelto a caso, ha spiegato la direttrice, Biljana Bojić dando il benvenuto a tutti gli ospiti. “Capita spesso che la gente ci fermi per strada e che ci chieda quali novità ci siano, o come procedono i lavori, o se ci siano state nuove scoperte, quindi questo ci sembrava il titolo più adatto”.

La chiesetta attraverso i secoli
Protagoniste della serata l’archeologia e le scoperte legate agli scavi avviati nel settembre 2023 a ridosso della chiesetta di San Pellegrino. Scavi portati avanti dall’archeologa Kristina Gergeta Sotončić, la quale nella sua relazione “Cosa si nasconde sotto la chiesa di S. Pellegrino nei pressi di Umago?” ha esposto le conclusioni e parlato dei ritrovamenti a cui si è giunti nel corso delle ricerche. La studiosa ha spiegato che la chiesa viene nominata per la prima volta in un documento risalente al 1106, nel quale è specificato che è stata eretta dagli abitanti di Umago. Nel corso dei secoli l’edificio è stato oggetto di diversi rifacimenti e ampliamenti, fino a raggiungere l’aspetto attuale. Il luogo di culto si erge a ridosso del mare ed è circondato da un muro, protezione dalle onde marine, soprattutto da quelle più impetuose dovute al tempo burrascoso. Tale muro inizialmente aveva una forma ad ancora stilizzata diversa da quella che presenta oggi. Rispetto alle prime foto che immortalano la chiesetta, si può notare che questa ora ha un’altezza più bassa, in quanto negli anni ‘70 si è rifatto il tetto e il materiale di scarto è stato mischiato con il terreno per costituire uno strato drenante, innalzando così la pavimentazione esterna.

Gli scavi del settembre 2023
La ricerca avviata nel 2023 voleva portare in luce la storia del luogo dall’antichità al medioevo, ha spiegato l’archeologa, perciò sono state posizionate quattro sonde per capire se la chiesetta fosse stata costruita su rovine antiche. Gli scavi hanno portato a ottimi risultati, in quanto a ridosso della struttura sono state ritrovate tracce di antichi muri romani, alcuni dei quali continuano anche sotto alla pavimentazione. Nel punto in cui sono state collocate due sonde sono stati ritrovati dei mosaici che facevano parte della pavimentazione. In seguito a questo ritrovamento è sorto il quesito se si tratti di due mosaici separati o se la decorazione si estenda in modo continuo da un punto all’altro. Nel quarto luogo in cui si è effettuato un foro sono state trovate delle ceramiche, importanti per la datazione, le quali, secondo Kristina Gergeta Sotončić, si possono collocare tra il I e III secolo, mentre la maggior parte delle anfore ritrovare risalgono all’incirca alla tarda antichità.

Il periodo romano
Lungo la costa, nei pressi dell’edificio consacrato a San Pellegrino, nel passato sorgevano diverse ville, divise in un’area privata addetta all’abitazione e in un’area commerciale, nei pressi delle quali si trovavano dei cimiteri. Perciò gli studiosi si aspettavano di trovare un campo santo a ridosso della chiesetta e si sono stupiti quando hanno constato che in quell’area non c’erano tracce di tombe. Rimane il fatto però che quel tratto di costa nel periodo romano era abitato e molto attivo. Lo dimostrano i resti delle numerose ville e dei diversi porti lungo la riva.
Alla fine della serata non è mancata la partecipazione del pubblico, da cui sono nate molte domande e curiosità, senza tralasciare aneddoti e ricordi d’infanzia legati a quel luogo, a dimostrazione del fatto che San Pellegrino continua a mantenere un posto speciale nel cuore degli umaghesi.

Un momento della conferenza.
Foto: Nicole Mison

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display