Paolo Tramezzani: «L’allenatore si è emozionato e la persona anche»

Il tecnico italiano dell’Istra 1961 è uscito dal campo tra le ovazioni dopo la partita con il Varaždin. «Il futuro? Devo ancora incontrare la società e decideremo insieme»

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Paolo Tramezzani: «L’allenatore si è emozionato e la persona anche»
Paolo Tramezzani con la squadra. Foto: Sasa Miljevic / PIXSELL/PIXSELL

“Ultimamente sto prendendo un po’ l’abitudine venire in conferenza stampa ed essere contento. Ora è difficile mantenere i sentimenti, è difficile contenersi”. Paolo Tramezzani, allenatore dell’Istra 1961, era visibilmente contento dopo la vittoria (2-0) contro il Varaždin. “Ho visto una squadra giocare con il cuore – ha detto il tecnico italiano –, e reagire bene dopo il primo tempo, in una gara che non era facile perché nel calcio di facile non c’è niente, e per vincere devi fare qualcosa di più e a volte non basta. E anche davanti alle difficoltà non siamo scappati e abbiamo cercato di reagire nel secondo tempo. Era una gara difficile e quindi è bello vedere anche quello chi gioca, che fa il suo dovere; è bello vedere chi entra, che spesso riesce a incidere, a fare la differenza e aiutare la squadra. Un bel momento, con delle situazioni anche emozionali che mi riguardano e che mi hanno toccato veramente”. L’allenatore emiliano è uscito dal campo assieme alla propria squadra tra le ovazioni dei tifosi, mai così vogliosi e decisi a rivederlo sulla panchina dei gialloverdi la prossima stagione.

Tramezzani ha rilevato che “nel primo tempo facevamo fatica davanti a tenere la palla, volevamo uscire molto veloce, e un po’ per merito anche degli avversari e un po’ perché non potevamo sfruttare meglio certe situazioni non riuscivamo a tenere bene la palla. Poi abbiamo perso anche un pochino di pazienza, volevamo probabilmente essere più incisivi e pericolosi. Nel secondo tempo, il fatto di aver sbloccato subito subito la gara è stato molto importante perché ci ha dato energia e confidenza. A volte le partite cambiano nel bene e nel male per un episodio, per un particolare. Questa volta ci è andata bene”. Soffermandosi sui gol di Lisica e Jaganjac, Tramezzani ha puntualizzato di essere molto contento per Mateo, che lo vede bene e molto felice. “Ed è la cosa più importante, la cosa che è mancata nell’ultimo periodo a questo ragazzo. A parte l’entusiasmo di allenarsi assieme ai compagni, deve continuare a essere felice, non pensare troppo al futuro, caricarsi di troppe pressioni, ma continuare così e godersi ogni momento. Lo stesso vale per Hamza, che è arrivato assieme a me a febbraio e non stava bene fisicamente. Comunque, il merito è dei ragazzi, perché ti puoi inventare tutti i cambi che vuoi però se poi chi entra non ha l’attitudine e la voglia di correre, impegnarsi e mettersi a disposizione, l’allenatore non basta. I tifosi? È tanto che non vivevo un’emozione così, così bella, forte e vicina. Quando sono arrivato ho detto subito che mi sembrava un ambiente molto familiare, a partire dal club, dalla città e dai tifosi, ora posso confermare che quel sentimento è vero e oggi ancora molto più forte: l’allenatore si è emozionato e la persona anche”.
Parlando del suo futuro calcistico Tramezzani ha fatto notare che la situazione è la stessa della settimana scorsa, nel senso che deve incontrarsi con la società e che non sa se ciò avverrà nei prossimi giorni oppure alla fine del campionato. “Io ho dato apertura al mio club, sembra che loro abbiano fatto lo stesso, e quindi di incontreremo e decideremo insieme”. Adesso la priorità dovrebbe essere battere il Gorica in trasferta visto ci sono delle ottime possibilità per agguantare la sesta posizione. “Ci siamo detti che nelle ultime tre partite ci giochiamo i quarti di finale, la semifinale e la finale. Le prime due gare le abbiamo assolte bene e adesso…. È chiaro che c’è la consapevolezza di aver fatto un bel percorso, un bel cammino e vogliamo arrivare fino in fondo. Vediamo il traguardo o lo vogliamo raggiungere, indipendentemente di quello che sarà il piazzamento finale. Se finisse oggi la stagione la stagione sarei contentissimo, però manca ancora questa partita e vogliamo chiudere nel miglior modo possibile. I numerosi infortuni stanno confermando che i ragazzi stanno pagando gli sforzi, l’intensità, il lavoro, l’accumularsi della fatica a fine stagione e che hanno bisogno di rifiatare. Ad ogni modo si sono superati e sono andati oltre ad ogni aspettativa anche mentale, in quanto la paura che avevo era quella di quanto la squadra potesse reggere mentalmente. Da questo punto di vista mi hanno dato delle garanzie, che mi fanno pensare che questa squadra, senza fare rivoluzioni e senza dover cambiare niente, l’anno prossimo potrà essere ancora più competitiva. Lo dico perché quando acquisisci una certa mentalità, e vengono i risultati, giochi, ti diverti e vai a casa felice hai ancora più voglia di allenarti e più entusiasmo. Lo dico anche perché c’erano in campo diversi giovani, tutti con prospettive di crescere. E per questo motivo ribadisco che questa squadra va confermata così com’è, in ‘blocco’. Tornando indietro, questo cammino è il meglio di quello che potevo pensare e augurare”, ha concluso l’allenatore dell’Istra 1961.

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