La «Onega Gulf» trova finalmente il suo porto

Con l'arrivo, ieri mattina, al «3. maj», si conclude l'Odissea ventennale di una nave

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La «Onega Gulf» trova finalmente il suo porto
La Onega Gulf ieri mattina al “3. maj”. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ulisse è arrivato a Itaca! Ovvero, la “Onega Gulf” è arrivata a Fiume, dopo un’odissea durata praticamente quanto quella dell’eroe acheo. Infatti, è giunta ieri mattina a Cantrida rimorchiata dal “Lukas” dello Jadranski pomorski servis (JPS), che l’ha accompagnata pazientemente da Spalato a una velocità media di circa 5 nodi.
E come Ulisse, anche lei ha vestito le spoglie del mendicante. Sì, perché la nave arrivata a Itaca (“3. maj”) non si presenta molto meglio di un mendicante, ricoperta dalla ruggine accumulata nei cantieri di Traù e Spalato, dove avrebbe dovuto indossare l’abito di festa e battere i mari del mondo.
Ricorderemo che l’odissea della “Onega Gulf” era iniziata nel 2006 nel cantiere JSC PO Sevmash nella città portuale di Severodvinsk, sul Mar Bianco, nella Federazione Russa, per poi finire nel cantiere “Brodotrogir” di Danko Končar, dove avrebbe dovuto essere completata per conto della società “Viterlef Management Limited” delle Isole Vergini Britanniche.
Ma niente di tutto questo. Dopo aver accumulato ruggine per anni, è finita nel cantiere navalmeccanico di Spalato, di proprietà di un altro imprenditore di quelli che molto probabilmente non vorresti trovare mai sulla strada, ossia Tomislav Debeljak. Quest’ultimo non l’ha nemmeno toccata la nostra nave, ma non ha neppure voluto cederla al “3. maj”, nella speranza di ricavare qualcosa dalla società proprietaria della nave dopo che questa aveva richiesto la rescissione del contratto con lo stabilimento navalmeccanico spalatino.
Debeljak ha cercato di bloccare la “Onega Gulf” nonostante la sentenza passata in giudicato del Tribunale commerciale spalatino, ma alla fine ha dovuto cedere e venerdì la nave – una petroliera per il trasporto di prodotti chimici e petroliferi con una capacità di 45.000 tonnellate, lunga 183 metri e larga 32,2 metri – è salpata dalla baia Supaval a Spalato, “rapita” dal rimorchiatore “Lukas”, per ricomparire ieri all’alba davanti al cantiere fiumano di Cantrida.
Il “3. maj” avrà ora l’arduo compito di trasformare questa “vasca da bagno” arrugginita in una nave, cucirle addosso l’abito da festa, provvedendo all’installazione delle tubazioni, all’equipaggiamento dei serbatoi, al completamento e all’equipaggiamento della sovrastruttura e alla verniciatura finale, il tutto entro la primavera del 2025. Riuscirà il nostro Ulisse, dopo essersi liberato dei tanti Proci incontrati durante la sua lunghissima odissea, a riprendersi il trono di Itaca? Ci auguriamo di sì, e non soltanto per la soddisfazione di vedere che gli scali del “3. maj” non sono vuoti e ora non lo è nemmeno la banchina per l’allestimento navale. E non vediamo l’ora di poter augurare “buon vento e mare calmo” all’”Onega Gulf”, a vent’anni dal suo “concepimento” nella Russia subartica.

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