Inquinamento del mare a Kostrena

Tra HEP e INA inizio della stagione balneare con qualche riserva. Risanate le spiagge dopo l’incidente dello scorso novembre

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Inquinamento del mare a Kostrena
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“Noi cerchiamo di fare la nostra parte, ma sono le istituzioni dello Stato a dover agire”, ha detto Dražen Vranić, sindaco del Comune di Kostrena che sta facendo i conti con dei coinquilini scomodi. Il 21 giugno è iniziata “ufficialmente” l’estate e allo stesso tempo le temperature abbondantemente oltre i 30°C. Anche quelle del mare sono invitanti. Iniziata la stagione balneare ci si rende conto che le cose non stanno andando bene dovunque. Nel novembre dello scorso anno la centrale termoelettrica dell’HEP a Urinj aveva predisposto gli impianti per un’ipotetica ripresa della produzione di energia con il mazut, un’iniziativa dovuta all’esigenza di prevenire ipotetiche interruzioni delle forniture di gas in seguito alla sospensione dell’approvvigionamento dalla Russia. Le operazioni a Urinj sono all’origine dell’incidente che ha avuto come conseguenza il riversamento in mare di una quantità di mazut, cioè di oli pesanti, quantificati dai responsabili dell’HEP in circa 700 litri. Nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi all’incidente, i responsabili della centrale avevano cercato di minimizzare l’entità del disastro, respingendo ogni responsabilità per l’inquinamento avvenuto nell’area liburnica e sulla costa istriana.

Un mese fa, Darko Glažar, a capo del Centro operativo regionale per gli incidenti in mare, aveva messo definitivamente da parte ogni dubbio sulla paternità, confermando che le sostanze che hanno imbrattato le spiagge di Kostrena sono le stesse che hanno inquinato il versante istriano. Tra l’altro, c’è anche una concomitanza che, obiettivamente, lascerebbe poche incertezze in merito.
A Kostrena, comunque, non c’è soltanto la centrale dell’HEP. Oltre all’ente elettroenergetico nazionale ci sono anche il cantiere “Viktor Lenac” e l’INA. Insieme rappresentano una risorsa notevole per il bilancio del Comune, ma anche delle potenziali fonti di inquinamento. Da un po’ di tempo anche la raffineria INA cerca di fare la sua parte, terminati i lavori per il suo ammodernamento, sia in funzione dell’ottimizzazione della produzione che per soddisfare le norme in tema di ecologia.
“Dagli stabilimenti della raffineria affiorano in superficie degli idrocarburi provenienti dal sottosuolo. Da parte nostra, ciò che si può fare è attuare un programma di monitoraggio, con il campionamento in diversi punti della costa. Gli ultimi rilevamenti hanno registrato, inequivocabilmente, la presenza di idrocarburi in prossimità della raffineria. Sono dati che rendiamo pubblici sul sito del Comune e che inoltriamo all’ispettorato nazionale. Per ciò che riguarda l’HEP, gran parte del danno prodotto è stato risanato. Sulle spiagge colpite sono stati sostituiti i ciottoli e ripulite le rocce con metodi meccanici, senza l’utilizzo di agenti chimici. Sono rimaste imbrattate soltanto le zone nelle immediate vicinanze degli stabilimenti industriali che, tra l’altro, non rientrano nella zona di balneazione. Sono tratti raggiungibili soltanto dal mare”.
In un primo tempo i danni provocati dalla centrale dell’HEP erano stati valutati intorno ai 2 milioni di euro, ma è probabile che la cifra verrà corretta. Da Kostrena, come ci ha detto il sindaco, ci sono anche delle buone notizie. I rilevamenti settimanali, effettuati in quattro punti chiave, sono incoraggianti per quanto riguarda l’inquinamento da colibatteri.

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