Il buongusto tipico delle navi del Lloyd

Già più di un secolo fa le navi di piacere, oggi note come unità da crociera, offrivano puntualità e servizi di alta qualità. Una di queste fu la Thalia, originariamente costruita come nave mercantile, per poi venire riqualificata per tutt’altri fini

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Il buongusto tipico delle navi del Lloyd
Sonja Kalafatović a Villa Antonio annuncia la relazione della gradita ospite della Comunità degli Italiani di Abbazia. Foto: IVOR HRELJANOVIC

Villa Antonio, sede della Comunità degli Italiani di Abbazia, ha fatto da cornice all’interessante conferenza di Patrizia Crespi, virtuosa guida turistica residente in FVG, ma originaria del Quarnero e grande conoscitrice delle bellezze storico-naturali che rendono così particolare questo nostro angolo di mondo.

A presentare la gradita ospite è stata Sonja Kalafatović, presidente del sodalizio abbaziano, la quale ha descritto Crespi come una persona fidata con la quale è sempre bello e interessante collaborare. L’ospite, sorridente durante tutta la serata, ha tracciato una sintesi dei temi trattati in passato: “Abbiamo iniziato a collaborare tramite conferenze dedicate alle eccellenze enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia e anche oggi continueremo a parlare del buon cibo, ma stavolta nell’ambito dell’offerta della compagnia marittima Lloyd, nota per le sue squisitezze alimentari e un servizio di alto livello. A me interessa molto tutto ciò che ha a che fare con la città di Trieste e così anche la storia del Lloyd, prima austriaco e poi triestino, che è però la stessa compagnia denominata in base alla bandiera sotto la quale si trovava a navigare. A Trieste abbiamo il Museo del Mare nel Porto Vecchio all’interno del magazzino 26, nonché la sezione dedicata al Lloyd, che conta più di 6.000 oggetti e documenti che vengono esposti a rotazione”. Informazioni interessanti, che fungono da prefazione a quello che è seguito, ovvero una traccia storica sulla nascita e poi sull’evoluzione di un gigante della marineria mondiale. L’esposizione di Crespi prosegue d’ora in poi in prosa: buona lettura!

Patrizia Crespi.
Foto: IVOR HRELJANOVIC

Perché il nome Lloyd?
Parte tutto da Edward Lloyd, proprietario di un bar di Londra aperto nel 1668 proprio lì dove attraccavano le navi e luogo di ritrovo della gente esperta in marineria. Edward sentiva in continuazione parlare di esperienze e di aneddoti forniti dai suoi clienti. A poco a poco, la gente iniziava a chiedergli informazioni e lui sentì la necessità di annotare tutto quello che poteva essere utile, non solo a lui, ma anche agli altri. Prima su un semplice blocco di carta, per poi dare vita a un settimanale, dove pubblicava le informazioni che aveva disposizione. Da semplice luogo d’incontro per mercanti e uomini d’affari, il suo caffè divenne rapidamente un centro per l’assicurazione dei traffici commerciali e il finanziamento di investimenti. Con il passare degli anni, questa comunità si consolidò nella Lloyd’s Corporation. Inoltre, nel 1833, dall’iniziativa dei Lloyd’s per creare registri navali accurati, nacque il Lloyd’s Register, oggi riconosciuto come uno dei più prestigiosi registri navali a livello globale.

L’ufficio a Trieste
Da società seria, la Lloyd s’impegnò ad aprire un ufficio nei maggiori porti di tutti i Paesi più influenti dell’epoca, ed essendo Trieste il porto principale di Vienna, nell’ambito dell’impero Austro-Ungarico, venne fondato anche lì. Dopo la Seconda guerra mondiale, la città trascorse un periodo molto turbolento e il Lloyd austriaco nell’arco di tre anni, divenne il Lloyd triestino. Nel 2006 passò in mani taiwanesi e cambiò nome in Italia Marittima s.p.a.
Trieste, dal canto suo, era austriaca perché posseduta sempre dalla volontà di rimanere neutrale, anche quando la Serenissima iniziava a impossessarsi di molte città sulla costa. Altra data importante, il 1719, quando l’imperatore Carlo VI dichiara Trieste (ma anche Fiume) porto franco. Con tutti questi presupposti, la cosmopolita Trieste, che oltre al Lloyd, aveva anche altri armatori, iniziava a modernizzarsi e ben presto divenne raggiungibile via treno. La ferrovia fece crescere la necessità di diventare un importante centro portuale e tutto iniziò a ruotare intorno al settore marittimo. In quel periodo venne realizzato il progetto del canale di Suez e l’imprenditore originario di Venezia, ma triestino d’adozione, Pasquale Rivoltella, membro del Cda del Lloyd austriaco dell’epoca, divenne vicedirettore della compagnia impegnata nella costruzione del canale di Suez. Si crearono così, in un intreccio di situazioni casuali e giochi politici astuti, tutti i presupposti per la fondazione di una linea marittima da Trieste al canale. Nel 1836 nacque, a soli tre anni dalla fondazione del Lloyd austriaco, anche la sua compagnia di navigazione. Un nome che ben presto divenne noto per professionalità e puntualità (si dice che in alcune zone remote dell’Asia, si regolavano gli orologi ogni volta che una nave Lloyd entrava in porto).
La crescita non tardò ad arrivare e le rotte di navigazione passarono dal solo bacino mediterraneo, prima al Medio e poi all’Estremo Oriente, fino al Giappone, con la Lloyd che si aggiudicò il primato tra le compagnie marittime mondiali. Inizialmente le navi si venivano acquistate in giro per l’Europa, poi iniziò la produzione propria. L’arsenale di Trieste fu completato nel 1861. Fu poi la volta di Monfalcone, un altro tassello a completare il quadro di questa meravigliosa realtà marinara. La prima crociera o viaggio di piacere (in passato si parlava solo di trasporto di persone e posta senza alcun optional oltre lo stretto indispensabile) come servizio marittimo risale all’ultimo decennio dell’800.
Contemporaneamente, il Lloyd si distinse per la sua sofisticata produzione di materiali promozionali, quali cartoline, manifesti e opuscoli, spesso realizzati da rinomati artisti locali e internazionali. Questi supporti non solo promuovevano i viaggi, ma incarnavano anche autentiche opere d’arte, arricchendo così il patrimonio culturale della compagnia. Le opere erano spesso create da famosi artisti locali e internazionali e allestite nei luoghi pubblici della città (stazioni ferroviarie, piazze…) allo scopo di attirare l’attenzione. Il marketing della Lloyd era decisamente all’altezza. Nel 1849, il Lloyd austriaco creando una propria tipografia intraprese una nuova iniziativa: la pubblicazione di libri e riviste culturali, diventando così un centro editoriale di rilievo. Bisognava far conoscere il servizio di qualità offerto sulle navi.

Iniziano le crociere
L’anno della prima crociera proposta dal Lloyd fu il 1907, e la prima nave destinata a tale scopo fu la Thalia, originariamente nave mercantile e poi riqualificata per la sua nuova funzione. Fu verniciata di bianco, per renderla diversa dalle altre della flotta, che erano nere come il carbone che fuoriusciva sotto forma di fumo in seguito alla combustione che avveniva nella sala macchine. La Thalia era una specie di Grand Hotel galleggiante. A lei seguì la Victoria, risalente agli anni ‘30, considerata una delle navi più eleganti dell’epoca. Tutto era di un livello superiore e così anche l’arredamento o il menu dei pasti.
Patrizia Crespi, nel suo intervento, ne ha recitato uno: “Il menu à la grande carte, ad esempio permetteva di scegliere tra 10 antipasti, 6 zuppe, 2 qualità di pesce, 6 piatti di carne, 4 di verdure, 12 varietà di carni al buffet freddo, 4 insalate, 6 dolci (tra cui un gelato), 6 formaggi e una moltitudine varietà di frutta tra la quali anche quelle tropicali. Non male!”. Le navi di lusso del Lloyd utilizzavano posate in argento, piatti di porcellana e bicchieri di cristallo con abito da sera obbligatorio.
A stroncarne la crescita ci pensò la Seconda guerra mondiale, quando alcune delle navi più belle vennero usate per scopi del tutto diversi (esempio la Saturnia divenne nave ospedale). Nel corso degli anni, il Lloyd Triestino ha tessuto un filo prezioso, intrecciando i destini delle persone in terre lontane, contribuendo a dipingere la città come un affascinante crocevia di scambi e culture.
Sebbene i venti del cambiamento abbiano scolpito nuove rotte nel nostro modo di viaggiare, l’eredità del Lloyd Triestino, rimane un poema incantato nella storia marittima italiana e quarnerina.

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