Emergenza INA a Urinj. «Non è un nuovo incidente»

Dalla Capitaneria indicazioni rassicuranti dal capitano Darko Glažar sulla chiazza oleosa in mare. Recupero difficile a causa dello scirocco

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Emergenza INA a Urinj. «Non è un nuovo incidente»
La raffineria dell’INA a Urinj. Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

“Non si tratta di un nuovo incidente. Non si tratta di una nuova fuoriuscita di idrocarburi dagli stabilimenti”, ha assicurato ieri mattina a Radio Fiume il capitano Darko Glažar della Capitaneria di porto fiumana. Il riferimento è alle immagini che abbiamo ricevuto giovedì scorso e quindi pubblicato, in cui è visibile una chiazza che lungo la costa, partendo dalla raffineria INA di Urinj si protrae per diverse centinaia di metri in direzione Ovest. Non si tratta di un altro sversamento di mazut, come avvenne nel novembre del 2022, in questo caso dagli stabilimenti della centrale termoelettrica dell’HEP, ma di un “male cronico” della raffineria. “È una chiazza oleosa, una pellicola in superficie, che a causa delle condizioni meteo sfavorevoli non è potuta essere trattata dall’unita della Dezinsekcija, che interviene in queste situazioni. La chiazza ha investito il vicino porticciolo Podurinj, dove si è intervenuti da terra. La chiazza non si è diffusa nel porticciolo Stara voda e nemmeno sulle spiagge Nova voda. Quindi, niente panico”.

Lo scirocco rende difficile il recupero
Non è scattato il piano di emergenza da parte del Centro operativo regionale per gli incidenti ecologici in mare diretto dallo stesso capitano Glažar, che da quelle parti viene allertato con una certa frequenza. L’incidente del novembre 2022 ebbe gravi conseguenze e gli operatori della “Dezinsekcija” dovettero occuparsi della pulizia della costa di Kostrena fino all’estate del 2023. È stato necessario, inoltre, provvedere al ripascimento, o rinaturalizzazione delle spiagge con la sostituzione dei ciottoli imbrattati dal mazut.
Lo scirocco ha disperso la chiazza e i residui verranno recuperati quando le condizioni meteo lo consentiranno.

«Un male cronico»
Abbiamo ricevuto anche una risposta dall’INA che conferma quelle che sono state le nostre ipotesi fin dall’inizio. Il “male cronico” della raffineria riguarda il suo sottosuolo saturo di idrocarburi accumulati in oltre cinquant’anni di attività. Il terreno carsico contaminato viene attraversato da corsi d’acqua sotterranei che, inevitabilmente, fanno arrivare fino al mare anche residui di idrocarburi. Ecco la dichiarazione dell’INA: “L’episodio a cui fate riferimento non è stato determinato dalle attività produttive della raffineria, sospese, tra l’altro, dal 27 novembre scorso, per i lavori di ristrutturazione degli impianti. Non sono state nemmeno riscontrate delle perdite. Allo stesso tempo viene attuata un’azione continuata di monitoraggio. In seguito all’ultima segnalazione abbiamo immediatamente avvertito l’azienda Dezinsekcija, che a sua volta ha provveduto a pulire le zone contaminate. Inoltre, abbiamo informato la Capitaneria, l’Ispettorato per la tutela dell’ambiente, quello delle acque e le autorità locali”.
Dalla raffineria, infine, ci informano delle attività che vi si svolgono per risolvere il problema a lungo termine. Vengono compiute delle perforazioni e per recuperare gli idrocarburi residui nel sottosuolo sono state acquistate 20 pompe.

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