Consiglio cittadino tra veleni e attriti

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Consiglio cittadino tra veleni e attriti

Lo spirito natalizio non sembra proprio intenzionato a pervadere il Consiglio cittadino. Veleni e tensioni continuano a farla da padrone e anche la seduta di ieri non è rimasta esente da questo clima d’incertezza. A differenza delle altre riunioni, questa è stata preceduta da un lungo “prequel” di conferenze stampa indette dai partiti d’opposizione. I primi a incontrare i giornalisti sono stati gli esponenti dell’HDZ, capeggiati da Josip Ostrogović e Ivona Milinović. Esattamente come accaduto nelle due sedute precedenti, anche stavolta i consiglieri del partito di centrodestra non si sono presentati in aula.

Fratture nell’opposizione?

“Il Consiglio si è trasformato in una squallida compravendita di consiglieri nel tentativo di formare una maggioranza – ha attaccato Ostrogović –. Mi riferisco in primis all’HNS e alla Lista per Fiume che all’inizio erano apertamente schierati contro il sindaco Obersnel mentre ora, alla prima occasione, si sono venduti alla maggioranza”.
Successivamente è toccato al Most e all’Azione Giovani (AM) annunciare la volontà di disertare la seduta. I consiglieri di entrambi i partiti hanno sottolineato di non voler assicurare il quorum fino a quando non verrà definita una chiara maggioranza all’interno del parlamento cittadino.
Tuttavia, la compattezza del blocco d’opposizione ha mostrato i primi segni di frattura, con Marinko Koljanin, che ha invece voluto presenziare alla seduta.
“Non ho intenzione di far saltare il quorum solo per il gusto di farlo e non condivido quest’atteggiamento ostruzionista”, ha detto brevemente il consigliere indipendente prima di andare a prendere il suo posto in aula.

L’attacco a Emina Višnić

Malgrado il boicottaggio, la sessione si è tenuta regolarmente dato che erano presenti 23 consiglieri (scesi poi a 21 dopo l’abbandono di Hrvoje Burić in seguito a un acceso diverbio con il sindaco, e di Zvonimir Peranić del Most, rimasto solo per l’inizio del question time). E anche in assenza del blocco d’opposizione, non sono mancati momenti di tensione, come quello che ha aperto il question time, quando il consigliere Peranić ha chiesto le dimissioni di Emina Višnić, direttrice della società “Rijeka 2020”, in quanto, a sua detta, il progetto CEC rischia di fallire. La direttrice non ha voluto rispondere alla provocazione abbandonando indispettita l’aula. In suo soccorso è intervenuto il sindaco Obersnel il quale ha espresso piena fiducia nel suo operato.

«Deluso dal nuovo CdA dell’Uljanik»

Marinko Koljanin e Duško Milovanović (SDP) hanno invece voluto conoscere i tempi per la completa riapertura di via Adamich. Il primo cittadino ha risposto che questa avverrà verosimilmente entro Capodanno.
Scontata infine una domanda sull’agonia del 3. maj.
“Il conto del cantiere è bloccato da più di tre mesi e, di questo passo, a breve scatterà la procedura fallimentare. Sono deluso dell’atteggiamento della nuova amministrazione dell’Uljanik che, anziché rimuovere il Consiglio di sorveglianza e il direttore del 3. maj, sta scaricando tutta la responsabilità sui lavoratori e sul Comitato di sciopero”, ha detto Obersnel.
Complice l’assenza del blocco d’opposizione, la seduta è proseguita spedita e con toni decisamente distesi. Questa, però, non è altro che la classica quiete prima della tempesta, pronta a scatenarsi il mese prossimo quando all’ordine del giorno ci sarà il Bilancio per il 2019.

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