Cittadini sempre più poveri

La Caritas dell’Arcidiocesi di Fiume fa il bilancio delle proprie attività volte a sostenere un numero crescente di persone bisognose d’aiuto

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Cittadini sempre più poveri

La pandemia di Covid-19 ha prodotto e continua a produrre danni economici incalcolabili a tutti i livelli. C’è anche chi si arricchisce, ma a rimetterci, chi più e chi meno, è gran parte dell’umanità, nei Paesi più poveri come nell’opulento Occidente. Anche nel nostro piccolo, nel nostro contesto locale, il coronavirus non ha fatto che accentuare il problema della povertà. Inoltre, i mesi trascorsi tra le mura domestiche, invitati dalle autorità sanitarie a rimanere chiusi in casa per arginare il contagio, ha contribuito ad acutizzare i conflitti familiari, dove ce ne sono. Le vittime, nella quasi totalità dei casi, sono le donne e i bambini.

Sono problemi di cui si occupa lo Stato, le amministrazioni locali, ma anche organizzazioni caritatevoli e filantropiche. Questo mese di dicembre, diverso da quelli passati, all’insegna del lockdown, è un periodo difficile per tutti, costretti a rinunciare a tante cose date di solito per scontate, ma è anche il momento in cui va sottolineato il ruolo di chi aiuta i più bisognosi. La Caritas dell’Arcidiocesi di Fiume ha organizzato ieri un incontro con i media per fare dei bilanci di questo 2020 e per sensibilizzare quelli che hanno la possibilità di dare sostegno a chi è meno fortunato.

Suor Marija Faustina Kovačević

Richiesta di beni di prima necessità
La direttrice della Caritas fiumana, suor Marija Faustina Kovačević, ha accennato ieri, in conferenza stampa, ai cinquant’anni d’attività dell’organizzazione, ma più che del rotondo anniversario si è parlato di cose concrete come ad esempio della cessione temporanea di letti d’ospedale, di ausili ortopedici, della distribuzione di assorbenti per adulti e altro, dai mobili usati agli elettrodomestici per un totale, nel 2020 di oltre 165mila kune. Sono stati destinati anche contributi una tantum in denaro per complessive 26.000 kune distribuite a 33 famiglie disagiate, oltre ai sostegni ordinari. C’è stato un incremento sensibile della richiesta di beni di prima necessità, come conseguenza del Covid-19, pervenuti alla Caritas in quantità maggiori rispetto al passato da produttori e commmercianti. La disponibilità maggiore da parte di questi è dovuta anche alle agevolazioni stabilite dallo Stato sulle donazioni. Come ha precisato la direttrice Kovačević, quest’anno sono state raccolte oltre 40 tonnellate di generi alimentari. Per le feste, grazie al sostegno delle imprese, sono stati predisposti mille pacchi dono e raccolte 25.000 kune attraverso donazioni individuali di cittadini che hanno accolto l’appello pubblicato sui media locali.
“Il nostro è un buon esempio di collaborazione tra la Chiesa e le istituzioni”, ha detto Željka Frković, responsabile della Casa rifugio “Sant’Anna”, sostenuta dal Ministero competente e dalla municipalità.Una Casa con indirizzo segreto
La struttura, con indirizzo nascosto, può ospitare trenta persone, cioè donne e rispettivi bambini, vittime di violenza familiare. Si tratta di persone provenienti da diverse località, tenendo conto anche della raccomandazione di distanziare pure geograficamente le vittime dagli aguzzini. È prevista una permanenza tra 6 e 12 mesi, ma nella casa rifugio fiumana la durata media del soggiorno è tra i 3 e i 4 mesi. Dal 1993, anno in cui è stata fondata, ha offerto riparo a duemila persone, 82 nel 2019, di cui 29 donne e 53 bambini. Quest’anno, finora, sono state accolte 16 donne e 34 bambini.
Suor Veronika Mila Popić è la responsabile dell’Associazione Depaul, che offre giornalmente pasti caldi, colazione e pranzo, servizi igienici e sostegno spirituale a una settantina di bisognosi. Quest’anno vi è stato un impegno particolare nella formazione del personale e dei volontari coinvolti in quest’attività d’aiuto ai meno abbienti.

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